Il progetto si aggiudica il bando finanziato dall’Europa. Urso: «Il Veneto si conferma leader nei settori più avanzati»
Il Veneto avrà il «suo» satellite, finanziato con 1,9 milioni dal Fondo europeo Fesr e realizzato da sei aziende aerospaziali con la consulenza delle università di Padova e Ca’ Foscari di Venezia. La notizia dell’aggiudicazione del bando è stata data ieri dalla Rete innovativa regionale (Rir) «Air-Aerospace innovation and research», alla quale appartengono le imprese a vario titolo coinvolte nella realizzazione del satellite: Qascom di Bassano del Grappa (Vicenza), che ha promosso il progetto (è la stessa azienda salita all’onore delle cronache in questi giorni per la costruzione del LuGre, il ricevitore montato su Blue Ghost, la sonda allunata domenica scorsa), Dwave di Meianiga (Padova), Irca di Vittorio Veneto (Treviso), Officina Stellare di Sarcedo (Vicenza), Stellar Project di Padova e T4i di Monselice (Padova).
Il progetto è quello di un «satellite cognitivo riconfigurabile» (Satco), primo passo, spiega Alessandro Pozzobon, Ad di Qascom, per la messa in orbita di «una costellazione di satelliti le cui funzioni possono essere configurate, di volta in volta e in tempo reale, a seconda delle diverse necessità che dovessero emergere, sfruttando le più moderne tecniche dell’Intelligenza Artificiale». Le strumentazioni assemblate nei contenitori posizionati a opportune altezze, in sostanza, potranno fungere da ponti-radio per consentire comunicazioni anche tra luoghi della Terra non serviti dalla telefonia cellulare, oppure monitorare le emergenze climatiche per fornire supporto alla gestione di crisi particolari e sorvegliare coltivazioni e stato di salute generale dell’ecosistema. Senza naturalmente escludere una tra le principali funzioni che, fin dall’inizio, sono state affidate ai satelliti, ossia il controllo puntuale del traffico aereo e navale.
Lo stanziamento finanziario del bando, precisa ancora Pozzobon, non è certo sufficiente a realizzare una costellazione e sono ancora molti i dettagli da definire: «Vedremo in un futuro prossimo quanti satelliti saranno necessari e su quale orbita bassa posizionarli. Sappiamo che saranno un po’ più grandi della media e comunque non abbiamo ancora identificato il servizio che si occuperà del lancio». Se il pensiero rischia di andare in automatico a SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk, il top manager di Qascom fa presente che, in Italia, sono già presenti aziende in grado di provvedere alla messa in orbita, sebbene non da basi di lancio presenti nel nostro Paese. Il dato di fatto, chiude Pozzobon, è che «sono state trovate in Veneto le eccellenze in ambito spaziale, identificando prodotti evoluti e una componente imprenditoriale innovativa che ha permesso di riunirli in un unico progetto». Vale a dire operatori appartenenti a un ecosistema che vede collaborare enti pubblici, università, centri di ricerca e aziende, e che ha reso il Veneto una delle principali regioni in Italia nella filiera aerospaziale, in grado di muovere 2 miliardi di euro di fatturato e occupare più di 5.000 addetti in 65 aziende.
«La Rete Air sta facendo enormi progressi e ne siamo davvero orgogliosi – commenta il presidente Federico Zoppas –: il network sta maturando sia a livello di competenze sia nel lavoro di squadra e questo risultato ne è una prova concreta». Aggiunge il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso: «Il Veneto conferma il suo ruolo di leader nei settori più avanzati della nostra economia. Anche per questo, abbiamo presentato un disegno di legge “Spazio” a supporto di un ecosistema industriale e tecnologico di assoluta rilevanza».
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