nuovi mercati e strategie per il 2025

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L’export italiano si prepara a una nuova fase di crescita nel 2025, con una previsione di aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Dopo aver mantenuto livelli record di 625 miliardi di euro negli ultimi due anni, il commercio internazionale delle imprese italiane mira a rafforzarsi grazie a un’intelligente strategia di diversificazione.

 A sostenere questa proiezione è SACE, il gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Ministero dell’Economia, che durante l’evento “Let’s Grow!” ha presentato una roadmap per espandere la presenza italiana su mercati emergenti ad alto potenziale.

Secondo i dati di SACE, i mercati non ancora pienamente sfruttati rappresentano attualmente solo il 13% dell’export nazionale, ma il loro peso potrebbe crescere sensibilmente nei prossimi anni. L’obiettivo è quello di ridurre la dipendenza dalle economie tradizionali e mitigare l’impatto delle tensioni geopolitiche e delle nuove barriere commerciali, come i dazi imposti dagli Stati Uniti.

Espansione verso mercati emergenti

SACE ha individuato 14 mercati strategici, denominati “Gate”, con un potenziale di export stimato in 85 miliardi di euro. Tra questi figurano Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto, Marocco, Sudafrica, Serbia, Turchia, Vietnam, Singapore, Cina, India, Brasile, Messico e Colombia. La scelta di questi Paesi non è casuale: si tratta di economie in forte crescita, con una domanda crescente di beni e servizi nei settori chiave dell’export italiano, tra cui moda, agroalimentare, macchinari industriali e tecnologia.

Questa strategia rientra anche nel quadro del Piano Mattei per l’Africa, un’iniziativa volta a rafforzare la cooperazione economica tra l’Italia e il continente africano, migliorando le opportunità commerciali per le imprese italiane e contribuendo allo sviluppo economico delle nazioni partner.

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Innovazione ed export: due leve di crescita

L’amministratrice delegata di SACE, Alessandra Ricci (foto), ha sottolineato l’importanza dell’innovazione come motore della crescita economica e dell’export: “Innovazione ed export sono le due leve di crescita per le imprese italiane che insieme danno una spinta al fatturato di quasi 4 punti percentuali e si rinforzano l’una con l’altra”. SACE ha stimato un’opportunità complessiva di 100 miliardi di euro nel 2025, di cui 15 miliardi destinati a investimenti annuali in ricerca e sviluppo, necessari per portare le spese in innovazione delle imprese italiane al livello medio dell’area euro.

Le sfide poste dai dazi statunitensi

L’introduzione di nuovi dazi commerciali da parte degli Stati Uniti rappresenta una delle principali minacce alla crescita dell’export italiano. Il presidente Donald Trump ha annunciato tariffe del 25% su settori chiave come auto, semiconduttori e farmaceutica, che potrebbero avere un impatto significativo sulle esportazioni italiane a partire dal 2026. “I dazi annunciati dal presidente Trump non avranno impatto quest’anno, di fatto gli impatti si vedranno di più dal 2026” ha dichiarato Ricci, sottolineando la necessità di diversificare i mercati per ridurre la dipendenza dagli USA.

I settori più vulnerabili includono il vino, che potrebbe subire una perdita stimata di 472 milioni di euro (-25% rispetto al 2024), così come l’industria automobilistica e farmaceutica, che rappresentano oltre un terzo del totale delle esportazioni italiane. L’Unione Italiana Vini ha lanciato un appello per avviare negoziati, evidenziando che il settore potrebbe perdere fino a 716 milioni di euro (-11%) nei prossimi dodici mesi.

Strategie per affrontare le nuove sfide

Per superare queste difficoltà, le imprese italiane devono adottare strategie mirate, tra cui:

Diversificazione dei mercati: aumentare la presenza in economie emergenti con alto potenziale di crescita.

Investimenti in innovazione: migliorare l’efficienza produttiva e l’offerta tecnologica.

Collaborazioni internazionali: sviluppare partnership con aziende locali per facilitare l’ingresso nei nuovi mercati.

Adattamento alle normative locali: assicurarsi che i prodotti rispettino le regolamentazioni dei mercati di destinazione.

Secondo SACE, queste strategie non solo consentiranno di compensare eventuali cali nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, ma aiuteranno anche le imprese italiane a consolidare la propria competitività globale nel medio-lungo termine.

Il ruolo delle polizze catastrofali

Un altro elemento chiave della strategia di SACE per il 2025 è il supporto alle imprese attraverso strumenti assicurativi avanzati. A partire dal primo aprile, diventa obbligatoria la stipula di polizze catastrofali per le imprese, una misura che interessa un bacino di circa 3 milioni di aziende italiane. Il tasso di adesione lo andremo a monitorare. Più riusciamo ad accelerare questo processo, più il sistema diventa mutualistico e fa sì che anche dal punto di vista dello Stato ci sia un beneficio” ha affermato Ricci.

Il governo ha stanziato un plafond di 5 miliardi di euro per la riassicurazione di queste polizze, una cifra ritenuta adeguata per coprire il triennio 2024-2026.Stipulare una polizza non è così complicato o costoso e presenta vantaggi, a partire dai minori costi di finanziamento da parte delle banche e dai tempi di rimborso rapidi in caso di alluvioni o altre calamità”, ha aggiunto Ricci, citando come esempio due farmacie in Emilia-Romagna che hanno ricevuto indennizzi in sole due settimane.

Opportunità per l’Italia 

Nonostante le sfide poste dai dazi statunitensi e dalla crescente competizione globale, l’Italia ha l’opportunità di rafforzare la propria posizione sui mercati internazionali attraverso strategie mirate che valorizzino innovazione e diversificazione. La crescita del 3% prevista per il 2025, unita al potenziale di 100 miliardi di euro individuato da SACE, testimonia la capacità delle imprese italiane di adattarsi e prosperare in un contesto in continua evoluzione.



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