Torna il ciclismo “eroico” della Strade Bianche con Pogacar a caccia del tris

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SIENA – Una gara spettacolare tra polvere e fatica che rimanda ai tempi eroici del ciclismo di anteguerra, un continuo saliscendi senza un metro di pianura fra gli sterrati, con il paesaggio delle crete e delle colline senesi a fare da cornice alla corsa.

Dopo la pausa invernale riprende il grande ciclismo e sabato 8 marzo torna la Strade Bianche, gara in linea di inizio marzo che apre ufficialmente la stagione europea di ciclismo, facendo da “apripista” alla Milano-Sanremo e alle classiche del Nord.

Un evento atteso e imperdibile per tutti gli appassionati che anche quest’anno si sono dati appuntamento lungo gli oltre duecento chilometri del percorso, in particolare nei tratti in sterrato di maggior pendenza, capaci di infiammare la corsa e operare grande selezione in gruppo, e poi nell’incomparabile cornice di Piazza del Campo a Siena, da sempre sede di arrivo della gara in pieno centro storico, al termine di un tratto in pavè e della breve ma durissima rampa di Santa Caterina.

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Il momento dello scatto decisivo di Pogacar sul Monte Sante Marie nell’edizione dello scorso anno (foto di Paolo Giuliani)

Quest’anno si disputa la diciannovesima edizione di una competizione nata nel 2007 come gara in linea per atleti professionisti, che nello spirito e in buona parte del tracciato riprende l’eredità dell’Eroica, corsa per cicloamatori ideata alla fine degli anni Novanta con il duplice scopo di rievocare il ciclismo dei pionieri e soprattutto di valorizzare la peculiarità delle “strade bianche” del territorio senese: un patrimonio storico da mantenere e tutelare, e da difendere dai pericoli della “modernizzazione”, come è stato fatto in Francia con le pietre dei settori in pavé della Parigi-Roubaix.

Il crescente successo e l’interesse riscontrato dalla corsa valsero un importante riconoscimento nel 2017, quando la Strade Bianche è entrata di diritto nel calendario mondiale WorldTour, affiancando alla gara maschile anche una gara femminile (entrambi si corrono di sabato), oltre alla già esistente prova amatoriale (che si disputa il giorno successivo).

Nonostante la sua giovanissima età se paragonata a quella delle altre “classiche” di un giorno, vere e proprie “decane” come la Milano-Sanremo o il Giro delle Fiandre, la Strade Bianche non ha nulla da invidiare alle gare storiche che hanno fatto la storia del ciclismo.

La corsa con partenza e arrivo a Siena può vantare tutte le caratteristiche che assicurano una gara altamente spettacolare: un tracciato diverso ogni anno, con alcuni sterrati divenuti ormai “punti fissi” e altri settori che vengono di volta in volta variati e fatti ruotare in ciascuna edizione; la presenza costante di alcuni momenti chiave che per le loro caratteristiche non deludono mai, dando vita ad attacchi a ripetizione e tentativi di fuga; la natura del percorso, che si presta a diverse soluzioni dal punto di vista tattico e che può dare luogo a sorprese, sovvertendo talvolta i pronostici e i favoriti della vigilia.

Tutte caratteristiche che hanno contribuito a far crescere e sviluppare negli anni questa gara, in grado di unire doti di resistenza fisica e capacità di guidare la bicicletta su terreni estranei al ciclismo su strada a una spettacolarità sempre più richiesta nel ciclismo attuale per esigenze televisive, e che talvolta ha portato a “snaturare” alcune corse, per esempio le tappe dei grandi giri.

Nel giusto equilibrio fra passato e presente, fra ciclismo eroico e contemporaneo, la Strade Bianche si è oggi affermata come una gara di prestigio, autentico vernissage della stagione europea, ed è considerata da molti addetti ai lavori come la “sesta classica monumento”. Non a caso nel suo palmares figurano nomi di grandi campioni e di corridori di primissimo livello come Fabian Cancellara, Michail Kwiatkowski, Philippe Gilbert, Julian Alaphilippe, Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel e Tadej Pogacar.

Tadej Pogacar transita in fuga sul Sante Marie nell’edizione dello scorso anno (foto di Paolo Giuliani)

Proprio il fuoriclasse sloveno, reduce da una stagione spettacolare con i trionfi al Giro d’Italia, al Tour de France e al Campionato del mondo, appare anche quest’anno come il favorito numero uno e in caso di successo potrebbe eguagliare lo svizzero Cancellara come primatista Di questa gara con tre affermazioni. Un “tris” che permetterebbe al corridore in maglia iridata di iniziare al meglio la nuova stagione e lanciarsi verso la Classicissima, la campagna del Nord e il Tour de France, dove gli appassionati di ciclismo già pregustano duelli di altissimo livello con Vingegaard ed Evenepoel.

Pogacar, inoltre, non ha mai nascosto il suo amore per la Toscana e il forte legame con una corsa che, oltre a regalare paesaggi spettacolari e migliaia di tifosi disseminati lungo il percorso, lo ha reso protagonista di autentiche imprese capaci di richiamare alla mente il ciclismo epico di Coppi e Bartali, come quando, l’anno scorso, scattò sulle rampe in sterrato del Monte Sante Marie e scavò fin da subito un distacco incolmabile da parte degli avversari di oltre due minuti, involandosi in una fuga solitaria di oltre ottanta chilometri fino alla linea del traguardo.

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Il pronostico è quindi tutto dalla parte del campione sloveno, ma non mancheranno avversari molto agguerriti, abili a guidare la bici sugli sterrati, che cercheranno di rendergli difficile la strada verso il successo: nel roster dei partenti brillano i nomi del suo connazionale Matej Mohoric, del polacco Michail Kwiatkowski (due volte trionfatore alla Strade Bianche, nel 2014 e 2017), del belga Maxim Van Gils, del danese Magnus Cort e del britannico Thomas Pidcock (impostosi nel 2023), più un lungo elenco di possibili outsider che per la verità sembrano poter lottare per un piazzamento sul podio più che per la vittoria finale.

Il passaggio del gruppo a Ponte d’Arbia, nella prima metà del tracciato (foto di Paolo Giuliani)

Discreto il gruppo dei corridori italiani, anche se nessuno pare nutrire serie chances di successo: possono però ben figurare e mettersi in mostra durante la gara atleti come Davide Formolo, Christian Scaroni, Alberto Bettiol, Diego Ulissi, Andrea Bagioli o Gianni Moscon, anche se molto dipenderà dalle tattiche decise in corsa dalle ammiraglie e dai compiti di gregariato che potranno ricoprire a favore dei propri capitani.

Di sicuro i 213 chilometri di questa edizione non mancheranno di regalare emozioni in perfetto stile Strade Bianche: fatica, polvere (o peggio ancora fango, in caso di meteo avverso), rampe brevi ma micidiali, continui strappi, incidenti meccanici e forature, ma anche scenari mozzafiato, paesaggi da cartolina, tifosi e appassionati pronti a spingere con il loro incitamento tutti i corridori in gara, le braccia alzate del vincitore sullo sfondo di una delle piazze più belle del mondo.

Appuntamento quindi a sabato 8 per una giornata di grande sport.



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