Lo scontro era inevitabile e infatti è arrivato: in consiglio regionale si è discusso il disegno di legge 17, che tra le altre cose prevede la nomina da parte del presidente della giunta di quattro sottosegretari. Questi incarichi prevederebbero un affiancamento del presidente “nell’esercizio delle sue funzioni e partecipano alle sedute della giunta regionale, senza diritto di voto”, si legge nel nuovo articolo 41 bis. I sottosegretari potrebbero anche essere delegati a rispondere alle interrogazioni in aula. Coloro che verranno nominati riceveranno uno stipendio pari a quello dei consiglieri regionali a meno che non vengano scelti proprio tra i consiglieri: in questo caso la legge prevede che non ci siano costi aggiuntivi. Non è ancora stato chiarito quali sarebbero le materie di cui i sottosegretari si andrebbero ad occupare: per sciogliere questo dubbio si dovranno attendere le eventuali nomine.
L’opposizione – Dopo l’illustrazione del ddl da parte di Alessandro Bozzano, consigliere di Vince Liguria – Noi Moderati che presiede la Commissione I dedicata a bilancio e affari istituzionali che ha spiegato come Emilia Romagna, Toscana, Calabria, Abruzzo, Molise, Veneto, Lombardia, Marche e Piemonte abbiano già istituito sottosegretari, “che non costeranno un centesimo ai cittadini” e come le giunte di centrosinistra avessero 12 assessori, si è scatenata la bagarre. La prima risposta è stata quella della vicepresidente di commissione, la consigliera del Pd Carola Baruzzo, che a nome della minoranza ha sottolineato come “il primo atto politico della Giunta regionale è una modifica dello Statuto per assegnare poltrone e accontentare gli appetiti dei partiti che lo sostengono”. Secondo Baruzzo il costo si aggirerebbe attorno ai “4 milioni di euro in cinque anni a carico dei cittadini”, che potrebbero essere investiti in “sanità, formazione, trasporti, ambiente o cultura” ma “si pensa a trasformare la Giunta in un poltronificio”. Il motivo alla base del disegno di legge secondo l’opposizione sarebbe quello di “sistemare i rapporti politici della maggioranza che sostiene l’attuale Presidente Bucci”. Sulla stessa linea il segretario regionale dei dem Davide Natale, che come già annunciato in precedenza mantiene la barra dritta sulla rotta che porta al referendum, definito “l’unica possibilità per fermare questa ulteriore tassa sui cittadini” e “chiedere se condividono questa riforma che costerà milioni di euro per ogni mandato legislativo senza che porti con sé alcun miglioramento per la vita dei liguri”. Il consigliere Federico Romeo ha invece sottolineato come questo ddl si inserisca nel solco del precedente, il ddl 16, che aumenta i poteri della dirigenza svuotando quelli del consiglio. Deciso anche l’affondo di Andrea Orlando, secondo cui con questa legge “si spezza la catena di comando e con essa il principio di responsabilità”. Per Orlando la nomina di sottossegretari “non è prioritaria, eppure è la cosa più importante che questa legislatura ha fatto”, poi la chiosa: “Serve alla Liguria o al centrodestra della Liguria?”. La capogruppo di Avs Selena Candia ha invece espresso perplessità sul numero di sottosegretari previsti, quattro come regioni delle dimensioni della Lombardia (che ha 80 consiglieri), mentre le regioni equiparabili alla Liguria ne hanno al massimo uno.
La maggioranza – Il centrodestra rivendica e difende i principi di questa norma. Il primo intervento dopo l’illustrazione di Bozzano è quello del consigliere di Forza Italia Carlo Bagnasco, che ha elencato le deleghe dell’assessore Simona Ferro (Cultura e Spettacolo, Sport, Scuola, Università, Formazione, Orientamento al Lavoro, Politiche dell’Occupazione, Pari Opportunità, Tutela e Valorizzazione dell’infanzia, Animali d’affezione, Tutela dei Consumatori, Politiche giovanili e Cittadinanza responsabile). Per Bagnasco sarebbe proprio questo elenco a giustificare l’istituzione dei sottosegretari, andando a sopperire al numero ritenuto eccessivamente basso di assessori, per il cui aumento serve un provvedimento con forza di legge del Governo o del Parlamento. Il consigliere di Vince Liguria – Noi Moderati Federico Bogliolo ha evidenziato che il disegno di legge si muove in un perimetro costituzionale e ha dichiarato che il centrodestra sta cercando di correggere un errore fatto dal centrosinistra ai tempi della riforma del Titolo Quinto ad opera del ministro nel Governo Monti Graziano Delrio, che aveva eliminato le province e ridotto i numeri di consiglieri e assessori alle regioni, pur assegnando maggiori poteri proprio a questi enti. Angelo Vaccarezza di Forza Italia invece ha buttato la palla nel campo del centrosinistra: “Ad aumentare i costi non sono i sottosegretari ma il referendum che state organizzando voi”.
Bucci – Alla fine della discussione è intervenuto il presidente di Regione Marco Bucci. “Mi è piaciuto l’intervento del consigliere Gianni Pastorino (LIsta Orlando) che ha criticato la legge Delrio, che è un’idiozia totale perché dice che una regione che ha meno persone ha bisogno di meno persone che lavorano”. Per Bucci ci sono due aspetti importanti: il numero degli assessori e quello dei sottosegretari. “Vogliamo aumentare i numeri dell’esecutivo perché ci sono dei problemi enormi, anche solo di rappresentanza. La cosa più semplice sarebbe svincolare il numero degli assessori da quello dei consiglieri. Noi abbiamo chiesto quattro sottosegretari perché ci mancano assessori, le strade sono in parallelo e non sequenziali. Se ci aumentano il numero degli assessori potremmo anche non avere bisogno dei sottosegretari”. Il presidente ha poi sostenuto di aver tentato dialoghi col Partito Democratico su questo tema, “abbiamo mandato tre volte degli sherpa, per usare un linguaggio di governo, ma siamo stati respinti. Abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a lavorare su tre priorità: infrastrutture, sanità e lavoro”. Bucci respinge al mittente le critiche sui “tentativi di sottomettere il consiglio: abbiamo semplicemente separato le decisioni amministrative e quelle politiche. Il compito di questo consiglio è di fare la politica, non l’amministrazione”. Poi il presidente ammette che “no, questa non è la cosa principale da fare, ma è prioritaria. Questa legge non è un fine, è un mezzo per raggiungere il fine che come dicevo prima sono infrastrutture, sanità e lavoro. Per questo ci serve potenziare l’esecutivo”.
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