Dal 12 gennaio 2025, chi ha lavorato in nero senza contributi versati dal datore di lavoro può riscattare gli anni persi e recuperare i contributi per la pensione. La novità arriva con la legge 203/2024, che introduce una modifica alla normativa esistente, permettendo ai lavoratori di farsi carico del riscatto della rendita vitalizia, anche quando il diritto di regolarizzazione da parte del datore è prescritto.
Questa nuova possibilità apre la strada a migliaia di lavoratori che, in passato, hanno svolto attività lavorativa senza copertura contributiva, ma che ora possono ricostruire la loro storia previdenziale.
Ma quanto costa riscattare il lavoro nero? Quali sono le regole per ottenere la rendita vitalizia? Continua a leggere l’articolo per approfondire l’argomento.
🔎 Cosa cambia con la nuova normativa?
La rendita vitalizia è uno strumento che permette di recuperare i contributi non versati per i periodi di lavoro nero. In passato, solo il datore di lavoro poteva regolarizzare la posizione, oppure, in caso di inadempienza, il lavoratore poteva sostituirlo entro un certo limite di tempo.
Con la legge 203/2024, viene introdotta una terza opzione:
📌 Il lavoratore può riscattare i contributi a proprie spese, senza limiti di tempo, anche quando il termine di prescrizione è già scaduto.
🎯 Perché questa modifica è importante?
✅ Offre una seconda possibilità ai lavoratori che hanno operato in nero.
✅ Permette di aumentare gli anni di contribuzione per il calcolo della pensione.
✅ Supera i vincoli della prescrizione decennale.
📌 Tipologie di riscatto: tre possibilità per recuperare i contributi
L’INPS, con la circolare n. 48/2025, ha chiarito le tre modalità con cui si può chiedere la rendita vitalizia.
- Riscatto richiesto dal datore di lavoro – (Soggetto a prescrizione)
Se il datore di lavoro vuole regolarizzare un periodo di lavoro nero, può farlo entro 10 anni dal mancato versamento dei contributi.
Se il termine è scaduto, non può più regolarizzare la posizione.
- Riscatto richiesto dal lavoratore in sostituzione del datore di lavoro – (Soggetto a prescrizione)
Se il datore di lavoro non ha versato i contributi, il lavoratore può sostituirlo, ma solo entro 10 anni dalla scadenza del termine contributivo.
Deve dimostrare l’attività svolta e l’omissione contributiva.
- Riscatto richiesto dal lavoratore in via esclusiva – (Non soggetto a prescrizione, ma interamente a carico del lavoratore)
Se il termine di prescrizione è scaduto, il lavoratore può comunque riscattare i contributi senza limiti di tempo.
L’intero onere economico ricade sul lavoratore, che dovrà pagare i contributi mancanti.
🎯 Vantaggio di questa nuova possibilità?
Il diritto di riscattare il lavoro nero non si prescrive mai.
📊 Quanto costa il riscatto del lavoro nero?
La possibilità di riscattare i contributi ha un costo variabile, calcolato in base alla retribuzione del lavoratore.
📌 Come viene determinato l’importo?
- Il costo è pari ai contributi previdenziali che sarebbero stati versati durante il periodo di lavoro nero.
- La quota ordinaria dei contributi previdenziali è circa il 33% della retribuzione lorda annua.
- Normalmente il 9,19% è a carico del lavoratore, mentre il resto spetta al datore di lavoro.
- Nel riscatto, il lavoratore dovrà sostenere il 100% del costo.
🎯 Conviene riscattare?
Dipende dalla situazione personale. Il riscatto permette di recuperare anni utili per la pensione, ma ha un costo significativo.
⚖️ Procedura e verifica dell’INPS
Per ottenere la rendita vitalizia, il lavoratore deve seguire una procedura specifica:
- Dimostrare il rapporto di lavoro in nero
È necessario fornire prove concrete, come buste paga, bonifici ricevuti, testimonianze o altra documentazione.
- Presentare domanda all’INPS
Se il riscatto rientra nei primi due casi (datore o lavoratore in sua sostituzione), bisogna rispettare i 10 anni di prescrizione.
Se si chiede il riscatto in via esclusiva, non c’è limite di tempo.
- Pagare l’importo richiesto
Una volta approvata la richiesta, il lavoratore dovrà versare il costo del riscatto.
🎯 Importante: Chi lavora nel settore pubblico ha regole specifiche per il riscatto, con termini e prescrizioni differenti.
📢 Conclusioni: una nuova opportunità per recuperare anni di contributi
Il riscatto del lavoro nero è una misura che permette a molti lavoratori di recuperare contributi per la pensione.
📌 Punti chiave della normativa:
✔ Dal 12 gennaio 2025, chi ha lavorato in nero può riscattare i contributi.
✔ Se il termine di prescrizione è scaduto, il lavoratore può comunque riscattarli a sue spese.
✔ L’INPS verifica la documentazione e calcola l’importo dovuto.
✔ Il costo è pari al 33% della retribuzione annua, ma è deducibile fiscalmente.
✔ Nessun limite di tempo per il riscatto ai sensi del nuovo comma settimo.
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