“La Basilicata si trova in una condizione paradossale e inaccettabile: è una delle regioni più ricche di risorse energetiche in Italia, con giacimenti di idrocarburi che garantiscono miliardi di metri cubi di gas e milioni di barili di petrolio, una produzione di energia elettrica che supera di gran lunga il suo fabbisogno interno e grandi potenzialità nelle rinnovabili, grazie alla presenza di vento, sole e risorse idriche. Eppure, nonostante questa ricchezza, i cittadini lucani sono tra i più colpiti dalla povertà energetica in Italia, costretti a vivere con bollette insostenibili, case non adeguatamente riscaldate d’inverno e poco ventilate d’estate.” E’ la contraddizione rilevata da Arnaldo Lomuti, deputato e coordinatore regionale del M5S, con una nota in cui evidenzia che “I dati diffusi dalla CGIA di Mestre nel Rapporto OIPE 2023 sono impietosi: la Basilicata è la seconda regione d’Italia per incidenza della povertà energetica. Sono 42.620 le famiglie lucane coinvolte, pari al 17,8% del totale, con oltre 94.000 persone che vivono in condizioni di grave disagio energetico. Peggio della Basilicata solo la Calabria, che registra un’incidenza del 19,1%. Nel Mezzogiorno le famiglie in povertà energetica sono oltre 1,1 milioni (pari al 13,8%), mentre nel Nord-Ovest sono 544.222 (7,3%) e nel Nord-Est 368.559 (7%). La media nazionale è del 9%, ma in Basilicata questa percentuale è quasi il doppio. Questi numeri non sono solo statistiche: dietro queste cifre ci sono famiglie costrette a scegliere se accendere il riscaldamento o pagare altre spese essenziali, case senza un adeguato isolamento termico, e condizioni di vita sempre più precarie. Un problema che si inserisce in un quadro più ampio di crisi sociale ed economica, con il costo dell’energia che continua a pesare in maniera sproporzionata sui bilanci delle famiglie e delle piccole imprese locali. Il fallimento politico della Giunta Bardi: nessuna strategia, solo misure spot. Dal 2019, la giunta Bardi ha avuto più di cinque anni per intervenire, per costruire una strategia energetica regionale in grado di restituire ai lucani i benefici delle risorse prodotte sul loro territorio. Eppure, non è stato fatto nulla di strutturale: nessun piano di riduzione delle bollette per i residenti, nessun progetto di comunità energetiche diffuso, nessuna politica seria per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Si è continuato con bonus una tantum e misure assistenzialistiche, che non risolvono il problema, ma servono solo a prendere tempo. Le royalties derivanti dall’estrazione di petrolio e gas continuano a essere disperse senza una visione strategica, mentre i cittadini restano in balia della speculazione energetica. La giunta Bardi, inoltre, non ha fatto nulla per contrastare la scarsità di infrastrutture energetiche moderne e sostenibili, né ha promosso un programma di efficientamento energetico delle abitazioni e degli edifici pubblici, lasciando migliaia di famiglie in condizioni di forte disagio. Nel frattempo, in altre regioni italiane si investe su comunità energetiche rinnovabili, fotovoltaico diffuso e sistemi di accumulo domestico per ridurre la dipendenza dalla rete elettrica nazionale. La Basilicata, invece, resta ancorata a un modello di sfruttamento delle risorse che avvantaggia solo le multinazionali del petrolio e del gas, mentre i cittadini pagano il prezzo più alto. La necessità di una riforma energetica per la Basilicata. La Basilicata ha tutte le potenzialità per diventare una regione leader nella transizione energetica, trasformando la sua ricchezza di risorse naturali in vantaggi concreti per i cittadini. È indispensabile avviare una riforma radicale della gestione energetica regionale, che punti su:
• Una riduzione significativa delle bollette per garantire energia a prezzi calmierati a famiglie e piccole imprese. Ciò che il bonus gas non ha fatto.
• Un piano straordinario di efficientamento energetico, con incentivi per l’isolamento termico delle abitazioni e la sostituzione degli impianti di riscaldamento obsoleti.
• Lo sviluppo su larga scala delle energie rinnovabili, favorendo la nascita di comunità energetiche che permettano ai cittadini di produrre e condividere energia pulita.
• Un’infrastruttura moderna e resiliente, capace di garantire sicurezza energetica e indipendenza dai colossi dell’energia fossile.
Le risorse ci sono, la tecnologia esiste. Quello che manca è la volontà politica di chi governa la Regione. Per troppo tempo la Basilicata è stata una terra di sfruttamento energetico senza alcun beneficio per chi ci vive. È arrivato il momento di ribaltare questa situazione e restituire ai cittadini il diritto di vivere in una regione che non solo produce energia, ma la usa per migliorare la qualità della vita di chi la abita. Non servono più slogan e bonus temporanei: serve un cambiamento strutturale che metta finalmente i lucani al centro della politica energetica regionale.”
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