Legambiente Basilicata: “Verso un futuro no-oil? Senza il pozzo Pergola 1 le estrazioni di idrocarburi in Val d’Agri si avviano alla fine”

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Legambiente Basilicata: “Verso un futuro no-oil? Senza il pozzo Pergola 1 le estrazioni di idrocarburi in Val d’Agri si avviano alla fine. È una bella notizia, ma la Basilicata non è ancora preparata alla transizione”. Legambiente lancia un appello: “Avviamo una grande iniziativa economica e culturale per la riconversione industriale del settore oil&gas in Basilicata”. Di seguito la nota integrale.

L’archiviazione del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale relativo al pozzo petrolifero Pergola 1 da parte del Ministero dell’Ambiente è un’ottima notizia.

ENI spa ha dovuto prendere atto, rinunciando a proseguire il procedimento, di tutti gli elementi di elevata criticità connessi alla messa in produzione del pozzo, in particolare per gli impatti potenziali sugli ambienti idrici superficiali e sotterranei. Criticità evidenziate durante tutto il lungo iter autorizzativo e sottolineate anche nelle osservazioni presentate da comitati, comuni e associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente.

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In realtà ENI aveva già rinunciato al procedimento di VIA nel febbraio 2021. Confidiamo però che questa volta sia stata messa definitivamente la parola fine alla vicenda.

“Peraltro – dichiara Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata – noi auspichiamo che questo sia anche l’inizio della fuoriuscita della Val d’Agri dalla sua ormai quasi trentennale stagione petrolifera di sfruttamento intensivo. Infatti, se fosse entrato in produzione, il pozzo Pergola 1 avrebbe garantito un notevole incremento delle attuali produzioni di greggio che ormai sono assestate da un lungo periodo ai minimi storici. È evidente che siamo entrati nella fase in cui in assenza di nuove estrazioni, che pensiamo vadano in ogni caso scongiurate, si vada verso un esaurimento dei pozzi in estrazione”.

“Quindi – continua Lanorte – mai come in questo momento riteniamo si debba porre con forza il tema della riconversione industriale e produttiva del settore oil&gas in Basilicata come prospettiva necessaria e conveniente per superare la stagione petrolifera. Per questo obiettivo occorrerà fin da ora accelerare investimenti e costruire filiere nei campi dell’innovazione industriale ed energetica dei prossimi anni, così come riqualificare e far acquisire nuove competenze ai lavoratori. In quest’ottica è possibile prevedere in Basilicata un contesto favorevole in relazione alla opportunità di riconversione parziale di impianti, competenze e professionalità già esistenti nell’attuale e obsoleto settore petrolchimico verso un modello produttivo legato, ad esempio, al comparto della chimica verde e strettamente connesso alle specificità del territorio”.

“È oggi necessaria più che mai strategia regionale – secondo Lanorte – condivisa con tutti gli attori economici e sociali coinvolti, che ponga al centro la definizione di investimenti in chiave sostenibile ma che sia, anche e soprattutto, accompagnata da un piano straordinario che affronti il tema della transizione occupazionale. Una strategia che possa rendere realistico, dopo il 26 ottobre 2029, data di fine della concessione Eni/Shell in Val d’Agri, uno scenario decisamente orientato fuori dallo sfruttamento di petrolio e gas. Fra cinque anni è presumibile, oltre che auspicabile, immaginare che il modo di produrre e consumare energia possa essere molto diverso da quello attuale e sempre più fondato su energie rinnovabili ed efficienza energetica. Sarebbe paradossale dover ridiscutere in quella data il rinnovo di Accordo per una concessione di estrazione di idrocarburi”.

“Allora – sottolinea Lanorte – è necessario programmare lo scenario Val d’Agri 2029. Ma bisogna farlo fin da ora per evitare i rischi di desertificazione industriale e occupazionale che si sono drammaticamente materializzati altrove. E lo scenario Val d’Agri 2029 deve essere senza nessun dubbio e ambiguità lontano dagli idrocarburi. Per questo noi chiediamo realisticamente, ora, la messa in campo di una strategia di graduale fuoriuscita da gas e petrolio in Val d’Agri, per la quale i prossimi 5 anni dovranno essere decisivi. Immaginare e costruire un futuro fossil-free in Val d’Agri, che possa servire anche come buona pratica da replicare nel giacimento Total di Tempa Rossa, anche per scongiurare le assurde ipotesi di proroga delle estrazioni fino al 2068”.

“Anche la vicenda del pozzo Pergola 1 – conclude Lanorte – dimostra che la costruzione di scenari di riconversione produttiva “oltre” il petrolio sono ineludibili. Tali scenari però vanno determinati subito. Pertanto, lanciamo un appello per grande iniziativa economica e culturale sotto la regia della Regione Basilicata e il coinvolgimento, oltre che delle compagnie petrolifere, che ci auguriamo sempre più lontane dal fossile, di portatori di interesse locali, sindacati, comuni, imprese, mondo della ricerca e terzo settore”.



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