Gioco d’azzardo a Bologna e in Emilia-Romagna: «Quanto si spende e quanto si vince». I casi di Calderara di Reno e Zola Predosa

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Federico Iezzi

Il rapporto «Pane e azzardo» di Federconsumatori: la raccolta d’azzardo corrisponde a quasi l’80% della spesa alimentare. E in decine di comuni e centri abitati, ormai, si spende più per giocare che per comprare da mangiare

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È una crisi da gioco d’azzardo, che coinvolge sempre più persone e che, di anno in anno, attrae somme di denaro sempre più grandi. Lo evidenziano i dati, relativi al 2023, presentati nel rapporto «Pane e azzardo 2», elaborato da Federconsumatori, ISSCON, CGIL e presentato a fine gennaio. Nel testo, in particolare, si racconta la crescita, enorme, dell’azzardo online. Fermo restando che il gioco fisico, i cui dati dal 2020 è vietato divulgare, rimane ancora il più diffuso. 




















































Quest’ultimo, inoltre, vive una nuova fase di crescita dopo il calo del periodo della pandemia Covid. Secondo le stime, però, il sorpasso è solo una questione di tempo. Il titolo «Pane e azzardo» è stato pensato per meglio far comprendere l’enormità del problema: Oggi in Emilia-Romagna la raccolta d’azzardo corrisponde a quasi l’80% della spesa alimentare. E in decine di comuni e centri abitati, ormai, si spende più per giocare che per comprare da mangiare.

Il rapporto evidenzia la situazione, particolarmente complessa, di alcuni comuni della Città Metropolitana: Zola Predosa, Calderara di Reno e Valsamoggia. Zola è il primo comune per spesa nell’azzardo online pro capite: ben 7873 euro nella fascia 18-74 anni. A livello nazionale il comune del bolognese è il terzo per spesa fra i Comuni superiori a 10mila abitanti. La raccolta del gioco online è in crescita anche a Calderara con 5512 euro pro capite. Anomalia nell’anomalia è poi il dato registrato in questi Comuni rispetto al più discutibile e oscuro dei giochi d’azzardo online, il Betting Exchange. 

Una tipologia dove gli stessi giocatori fanno da banco, che pesa il 4,2% a livello regionale sul totale dell’online, mentre a Zola raggiunge il 47% e a Calderara segna un incredibile 78%. In aggiunta, in entrambe queste realtà, le vincite superano i volumi giocati, fenomeno decisamente raro. L’online, inoltre, è in crescita in vari comuni: Sant’Agata Bolognese, Monterenzio, Vergato e Crevalcore. E Bologna? Il capoluogo metropolitano ha numeri rilevanti soprattutto sul gioco fisico sul quale però si possono fare solo delle stime. 

E seppur si tratti di stime lo stato delle cose non sembra dei migliori: si parla di circa 500 milioni di euro spesi in totale. Per la spesa pro capite, il rapporto, stima una media di 1500 euro. «Lo abbiamo chiamato il cuore nero della Regione» spiega Marzio Govoni, presidente della Fondazione ISSCON, riferendosi al colore usato per mettere in risalto, sulle altre province, la Città Metropolitana di Bologna. Govoni lancia un appello: alle istituzioni: «Chiediamo agli organismi preposti di indagare e approfondire determinate situazioni. A Calderara, Zola, Valsamoggia i numeri sono davvero estremi».

E nel resto della Regione? Sono diverse le zone critiche, dove l’azzardo è ormai un problema. Come racconta Govoni «numeri pesanti si registrano nella provincia di Piacenza, nel modenese e nel reggiano». Il capoluogo piacentino si posiziona nell’azzardo complessivo, al primo posto tra i capoluoghi regionali, con con 1.506 euro pro capite, mentre il gioco fisico supera, secondo le stime, i 2.000 euro pro-capite. Nella provincia la fa da padrona Castelvetro Piacentino: qui la media pro-capite di spesa raggiunge i 5000 euro. Nella provincia di Parma i numeri peggiori si registrano nei comuni di Torrile, Polesine Zibello e Montechiarugolo. Secondo il report è invece investita da una crisi simile a quella del bolognese la provincia di Reggio Emilia: qui vi è stata una crescita superiore al 50% a Luzzara, Guastalla, Novellara, Gattatico, Baiso, Rubiera, Casina. Altri centri sono considerati delle vere e proprie «Las Vegas”» Reggiolo, dove domina il gioco fisico, ma anche Scandiano e Casalgrande. Nel modenese ai 3.228 euro di Pievepelago, seguono i 2.087 di Sassuolo. Si segnalano numeri importanti anche a Formigine e Casalgrande.

Va meglio nella provincia di Ferrara, che è quella con il minor volume di gioco e con i dati più bassi in tutta la Regione. Le criticità ritornano, però, nelle altre province. In quella di Ravenna, per esempio, Sant’Agata sul Santerno è uno dei cinque Comuni in Regione dove l’azzardo online ha superato i 5.000 euro, con un dato di crescita del 134%.

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Nella zona di Forli-Cesena due realtà superano le medie nazionali, Bagno di Romagna con 2.240 euro procapite raddoppia i numeri dell’anno precedente e Forlimpopoli che con 2.787 euro pro-capite è il quinto Comune per giocato in Regione. Supera tutti Castrocaro Terme dove la raccolta complessiva è superiore ai 4.000 euro pro-capite. Nel riminese, infine, si segnala la crescita dell’online a Misano Adriatico, Riccione e San Giovanni in Marignano e soprattutto a Cattolica, Novafeltria e Montescudo.

A livello generale, secondo «Pane e azzardo 2», la raccolta dell’azzardo legale in Regione è in costante crescita. I numeri del 2023 sono enormi: quanto giocato corrisponde a 9,5 miliardi e la perdita economica dei cittadini è stata stimata in 1,53 miliardi. Una crescita, in un anno, del 6,9%.

Le associazioni che si sono occupate della stesura del report lanciano l’allarme. Fa paura il ritorno del gioco fisico e preoccupano le modifiche apportate alle normative che negli anni scorsi avevano permesse agli amministratori regionali e locali una più dura lotta a questo fenomeno. A preoccupare è anche l’aumento dei trattamenti sanitari ed il fatto che il gioco incida moltissimo sui redditi delle persone in una fase storica in cui i redditi sono già in calo. 

Problematica è anche la possibile modifica delle normative di contrasto, come spiega Marzio Govoni: «Attorno al gioco fisico ci sono molti più interessi che attorno al gioco online e le multinazionali del settore hanno delle richieste che il governo sembra pronto ad accettare. Questo vuol dire che la normativa più importante, quella della distanza delle sale scommesse dai luoghi sensibili, che aveva fatto chiudere molte sale e centri di scommesse potrebbe essere modificata e molte potrebbero riaprire».

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