AMANTEA (CS) – «Pensavamo ad uno scherzo di Carnevale – seppur di cattivo gusto – e, invece, non lo era. Ci riferiamo agli sviluppi concernenti l’Ambito Sociale Territoriale n. 3. C’è una premessa che riteniamo doveroso fare».
Esordisce così in una nota stampa il direttivo e esecutivo del Partito democratico di Amantea, Circolo “Moro-Berlinguer”, in merito alla richiesta inviata alla regione Calabria dagli otto sindaci per chiedere la revoca di Amantea in qualità di comune capofila dell’Ats 3 https://www.calabriainchieste.it/2025/03/01/i-sindaci-dellats-3-chiedono-alla-regione-la-revoca-di-amantea-come-comune-capofila/
«Non abbiamo avuto alcuna remora a condannare toni e modi con cui l’amministrazione Pellegrino ha gestito le controversie legate all’Ats. Una critica che ribadiamo in toto. Non in ultimo, riteniamo che la firma del verbale del 6 novembre 2024 abbia palesato tutto il dilettantismo di chi oggi è al governo della città».
Per il Pd, infatti «è assolutamente inaccettabile che un Sindaco firmi un verbale “che apre le porte a un danno per la comunità che rappresenta” per poi – una volta resosi conto delle conseguenze della sua firma – bollare il documento come carta straccia».
Un atteggiamento che «in un paese “normale” avrebbe avuto come conseguenza le dimissioni immediate. Una mediocrità che è causa principale del punto in cui siamo giunti. Perché quella firma, oggi, vi consente di fare il passo più lungo della gamba. E di questo Pellegrino e la sua maggioranza dovranno rendere conto alla città».
E, veniamo al punto, la proposta di revoca di Amantea a capofila. Con l’ultimo atto reso noto dalle cronache giornalistiche «cari sindaci, siete andati oltre. Non è, infatti, accettabile trasformare la diatriba con l’amministrazione nepetina nel pretesto per penalizzazare tutta la città. Non è accettabile che vengano sfruttate l’incapacità e l’incompetenza dell’amministrazione Pellegrino per arrecare un danno ai 14.000 abitanti di Amantea».
E, ancora: «Già nel mese di dicembre ci eravamo appellati al buon senso di tutti i 9 sindaci. Non avevamo grande fiducia nel primo cittadino di Amantea, visti i trascorsi, ma non ci aspettavamo che voi deludeste le nostre comunità. Come già detto, non abbiamo nessuna difficoltà ad accettare il fatto che la momentanea incapacità amministrativa di un ente determini lo spostamento temporaneo della sede dell’Ufficio di Piano in un altro comune. L’importante, ovviamente, è che i servizi continuino comunque ad essere offerti anche in loco».
E «non condividiamo le richieste di unanimità per deliberare, che rappresenterebbero nei fatti un riconosciuto potere di veto con conseguente impasse. Altro discorso, invece, è il voto ponderato con maggioranze qualificate che ci vede assolutamente favorevoli».
Ma «riteniamo che oggi il problema non siano più i tecnicismi regolamentari. Perché la richiesta di spoliazione del ruolo di Capofila da parte di Amantea rappresenta il tentativo di umiliare una intera città. Possibile non vi rendiate conto che indebolendo Amantea indebolite le vostre stesse comunità? Amantea è strategica per il Comprensorio non solo perché è la cittadina più facilmente raggiungibile da tutti i paesi, ma perché ad Amantea oggi insistono servizi che sono propedeutici allo sviluppo e alla crescita dell’intero territorio».
Ma come? «Abbiamo appena vinto insieme la battaglia per la Casa della Comunità. Un traguardo collettivo straordinario che sarà fonte di arricchimento e irrobustimento dei servizi sociosanitari e socio-assistenziali pubblici. E il giorno dopo ci dividiamo sull’Ambito? Noi dobbiamo continuare a stare dalla stessa parte per attrarre sempre nuovi servizi e opportunità per le nostre comunità e non offrire l’idea che alimentando conflitti e diatribe qualcuno possa acquisire vantaggi sull’altro. Perché non funziona assolutamente così. Lo potrà essere per un tempo meno che breve, ma già nel periodo medio ci sveglieremo tutti più poveri».
Una povertà che «se non si pone davvero fine a questa incresciosa vicenda, rischia di coinvolgere i rapporti e le relazioni tra le nostre comunità, che oggi sono la forza del nostro territorio. Abbiamo delle grandi sfide dinnanzi a noi. Sfide che riguardano l’erogazione dei servizi sociali, il funzionamento delle Guardie mediche, il mantenimento delle istituzioni scolastiche, la programmazione delle politiche turistiche e di sviluppo commerciale comprensoriale. Sono solo degli esempi, ma offrono l’idea di come dall’unità passi il benessere delle nostre comunità».
Infine: «Se lo ritenete opportuno incontriamoci. Parlatene con i cittadini della città, con le forze politiche, con le associazioni. Ci sono tante donne e uomini di buona volontà ad Amantea che desiderano solo una mano tesa per costruire insieme il futuro del nostro Comprensorio. Ma date dimostrazione della vostra buona fede e del vostro buon senso ritirando questa incresciosa richiesta. Perché se non lo farete procurerete un danno anche a quelle migliaia di cittadini che vi hanno riconosciuto credito. E non solo a quelli di Amantea».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it
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