L’Unione europea si spacca sull’automotive, vale a dire il primo settore manifatturiero che rappresenta circa il 7% del Pil comunitario, dando lavoro a circa 13 milioni di persone, direttamente o indirettamente.
Mercoledì 5 marzo arriverà il piano Ue per l’automotive e nell’attesa la tensione delle parti interessate ha raggiunto le stelle.
Il piano automotive dell’Europa unita
Da un lato c’è la Commissione europea che continua a spingere sulle auto a batteria, lavorando a un nuovo piano per incentivare l’adozione di auto elettriche e rafforzare la produzione di batterie in Europa. Dall’altra parte ci sono i conservatori del Ppe che criticano la decisione di vietare la vendita di auto a combustione dal 2035. I costruttori, poi, si inseriscono nel dibattito chiedendo di sospendere le multe per chi non rispetta i limiti sulle emissioni di CO2.
Nel suo piano, la squadra di von der Leyen dovrà barcamenarsi fra i dazi di Donald Trump e la concorrenza cinese, gonfiata dagli aiuti di Stato, che ha bastonato i concorrenti occidentali.
Il quadro attuale, in sintesi, è il seguente: l’Ue ha stabilito rigidi limiti per i produttori relativamente ai vincoli ambientali, cosa che avvantaggia la concorrenza cinese. E ha imposto un boost alla produzione di veicoli elettrici, obiettivo che però attualmente le aziende europee non riescono a raggiungere, vedendosi costrette a stringere partnership con la Cina. Allo stato attuale, dunque, l’autogol è doppio.
Ma per uscire dal pantano, l’Ue intende risfoderare la più classica delle carte, ovvero quella degli incentivi sulle auto elettriche. E non solo: oltre ai soliti ecobonus, l’Ue intende puntare su nuove fonti di finanziamento, sul leasing sociale, sul mercato dell’usato, nonché sul rinnovo delle flotte aziendali con e-car.
E ancora sono previsti il sostegno alle aziende europee che producono batterie elettriche ed auto elettriche, incentivi al riciclo e nuovi criteri minimi di produzione svincolati dal prezzo delle componenti. La ciliegina sulla torta sarà la realizzazione di una massiccia rete di infrastrutture di ricarica, oggi piuttosto carente se ci si allontana dal circondario delle principali città.
Nessun ritiro delle multe nell’automotive
L’Ansa è riuscita a visionare una bozza del piano spinto da Ursula von der Leyen e ha notato come, allo stato attuale, non vi sia alcun cenno al ritiro delle multe per i produttori che sforino le stringenti normative europee in materia ambientale. La bozza, tuttavia, potrebbe ancora essere modificata.
La posizione dell’Italia
In Italia sono i leghisti ad essere i più duri contro la posizione della Commissione europea. La loro posizione mira ad
“azzerare le eco-follie del tutto elettrico, eliminare la messa al bando di motori benzina e diesel dal 2035, cancellare le multe previste. Lega e Patrioti pronti a presentare un documento per fermare Ursula Von der Leyen, da sempre sostenuta da Popolari e Socialisti, nei suoi euro-deliri anti-italiani”.
Forza Italia si esprime per bocca di Deborah Bergamini, vicepresidente del Ppe all’assemblea del Consiglio d’Europa nonché responsabile Esteri del partito. Bergamini approva le barricate del Ppe e parla di “una norma inattuabile”, riferendosi allo stop totale alla vendita di auto a motore a combustione entro un decennio.
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