Luoghi naturali unici come l’Alpe di Siusi e Roccaraso sono ormai sotto assedio da parte di legioni di vacanzieri. Ma un turismo sostenibile è davvero possibile?
E poi dicono che bisogna incentivare il turismo. Certo, ma il suo eccesso che, spesso agisce come un branco di pecore, danneggia l’ambiente! Questo fenomeno definito “overtourism” è considerato dall’Organizzazione mondiale del turismo come “l’impatto su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori”. La problematica, di portata globale, ha effetti sul territorio traducendosi in una serie di stravolgimenti sociali, economici e ambientali ai danni dei cittadini che portano, ad esempio, a un allontanamento degli abitanti dalle località medesime.
E’ quanto successo all’Alpe di Siusi, considerato patrimonio mondiale dell’umanità da parte dell’UNESCO, uno dei luoghi più suggestivi al mondo, considerato un vero paradiso naturale. Si trova nella parte occidentale delle Dolomiti e si inerpica da una quota di 1680 metri fino a 2350. Si estende per 52 kmq tra la Val Gardena al Nord, il Gruppo del Sassolungo a nord-est e il massiccio dello Sciliar a sud-est. Ebbene su queste nevi sono apparse scritte di protesta contro il turismo sovrabbondante. La gente del posto non ne può più per le conseguenze sugli ecosistemi della zona. Forse gli unici a godere, sono gli albergatori, locali commerciali e chi affitta le case per brevi periodi, perché hanno visto gonfiarsi a dismisura i loro portafogli.
Ma si sa che il vil denaro (lo sterco del demonio secondo le Sacre Scritture) annebbia la vista e non fa guardare oltre il proprio naso. La notte del 4 febbraio scorso, che passerà alla storia della cronaca locale come del “troppo” nel senso che ignoti cittadini hanno tracciato sulla neve un chiaro ed esplicito messaggio “troppo”, appunto. Una protesta contro l’eccessiva pressione dei “nuovi barbari”, i turisti che rischiano di alterare un equilibrio naturale di per sé molto particolare.
Già in passato c’erano state proteste simili a conferma di un disagio pervasivo su cui le istituzioni non possono far finta di nulla. Perché se è vero che “l’argent fait la guerre” e quindi il denaro fa girare l’economia locale, è altrettanto vero che se non si pensano a modelli sostenibili con l’ambiente locale, fra qualche anno ci si potrebbe trovare con una montagna che da luogo paradisiaco diventerà un posto inospitale per tutti, anche per quelli che adesso stanno “ingrassando” a sue spese. Questi luoghi, durante i periodi di alta stagione, si affollano di orde di vacanzieri che, spesso, non hanno alcun rispetto per l’ambiente che calpestano. Negli ultimi anni analoghe proteste c’erano state alle Tre Cime di Lavaredo (situate tra l’estremo nord della provincia di Belluno e l’Alto Adige) anche queste sorte per tutelare il territorio.
Il caso più recente ha riguardato la località sciistica di Roccaraso, ubicata tra il Parco della Maiella e il Parco Nazionale d’Abruzzo. Domenica 2 febbraio è stata letteralmente presa d’assalto da 10 mila persone partite da Napoli e arrivate (con 250 pullman) sulle piste locali, invitate dalla influencer Rita De Crescenzo, paralizzando il traffico sulla statale 17, con inevitabili disagi, e lasciando sporcizia e rifiuti. Le cause di questo disastro sono molteplici, tra cui offerte turistiche molto aggressive e incentivi dei social media che spingono allo spostamento di migliaia di persone, da cui non può che nascere un turismo occasionale e deleterio.
Il fenomeno è diventato impellente, al punto che la Fondazione Dolomiti UNESCO della Provincia autonoma di Bolzano (una piattaforma per le province e le regioni interessate che promuove lo scambio e il coordinamento a diversi livelli) ha pubblicato un documento con cui invita le istituzioni a disciplinare l’afflusso turistico per non trasformare queste aree in una sorta di luna park. Delle soluzioni vanno trovate per non assistere inermi e inerti allo sfacelo del territorio. C’è una classe politica e imprenditoriale capace di raggiungere l’obiettivo? A i posteri l’ardua sentenza!
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