Abusi nella chiesa di Bolzano, più di 20 persone hanno contattato il Centro di ascolto dopo il report

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Più di 20 persone hanno contattato il Centro di ascolto diocesano dopo la pubblicazione del report sugli abusi della Diocesi di Bolzano e Bressanone. L’analisi, portata a termine dallo studio legale Westpfahl, Spilker, Wastl di Monaco di Baviera, aveva evidenziato 67 casi in 60 anni. Ulteriori segnalazioni sono arrivate attraverso altri indirizzi di contatto. La maggior parte dei casi segnalati si è verificata fra i 30 e i 60 anni fa, ogni segnalazione viene trattata con competenza e riservatezza e inoltrata agli uffici diocesani competenti o ai riferimenti delle comunità religiose. Le persone colpite ricevono, a seconda della necessità, un sostegno psicoterapeutico, legale e spirituale, informa la Diocesi.

La curia ha iniziato la fase dell’elaborazione: un gruppo interdisciplinare di esperti sta attualmente esaminando la situazione dei 14 sacerdoti ancora in vita, accusati di abusi e sta elaborando misure da sottoporre alla decisione del vescovo Ivo Muser che recentemente ha dichiarato che “forse” doveva essere “più severo nell’imporre e nel prevenire”. Sono quattro i vescovi, compreso Muser, le cui condotte sono state vagliate dagli avvocati che hanno redatto il report.

Il gruppo interdisciplinare è composto da tre esperti esterni e tre interni, tra cui un’avvocata, una psicoterapeuta e uno psichiatra. Il compito di questo team di esperti è quello di sviluppare misure nella cornice delle norme ecclesiali e del diritto nonché delle esigenze pastorali. I sacerdoti coinvolti sono nella maggior parte anziani e da tempo non più in servizio. Finora il gruppo di esperti si è riunito tre volte ed ha esaminato la situazione di sei sacerdoti. Le misure possibili includono il divieto di celebrare la Santa Messa in forma pubblica, un accompagnamento psicologico, la restrizione delle attività pastorali, in particolare nel contatto con bambini e giovani, il monitoraggio da parte di persone incaricate e i loro feedback regolari. I sacerdoti accusati sono informati delle misure e sono obbligati a rispettarle. Anche i responsabili delle comunità parrocchiali e delle organizzazioni interessate vengono adeguatamente informati.

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