La bici è una scelta ecologia. Ma quanto è sostenibile produrla?


K2 sui prati

Vuoi leggere questo articolo senza pubblicità? Entra qui e abbonati a Vaielettrico Premium


La bici è il mezzo di trasporto ecologico per antonomasia. Ma la produzione di biciclette e eBike è sostenibile? Cosa fanno le aziende per inquinare meno: l’esempio di Trek

Le emissioni di CO2 sono il grande problema, praticamente irrisolto, della moderna civiltà. Da una parte i cambiamenti climatici di lungo termine, ma dall’altra le condizioni di vita quotidiane nelle aree urbane, hanno portato sempre più al centro della discussione il tema delle emissioni di gas nocivi per l’uomo e l’ambiente. Per quanto riguarda gli spostamenti quotidiani da tempo si è tornati a esaltare la bici (elettrica e muscolare) come la scelta migliore da un punto di vista ecologico. E a ragione, come dicono anche i dati scientifici.

Trek sostiene da sempre la vita all’aria aperta, ma vuole lavorare per l’ambiente

Oltre all’impatto di chi usa prodotti Green, ci si chiede sempre più spesso cosa stiano facendo le aziende per diminuire il proprio impatto in fase di produzione.

La bici sostenibile secondo Trek

L’azienda  Trek, con sede a Waterloo in Wisconsin, ha iniziato da un lustro a interrogarsi seriamente su come rendere la bici sostenibile da un punto di vista di produzione industriale. Interrogativo non di poco conto per chi commercializza in 90 Paesi in tutto il mondo e fabbrica gran parte dei suoi prodotti in Asia.

Per questo dal 2020 Trek ha iniziato una collaborazione con WAP Sustainability Consulting per misurare l’impatto ambientale, ottenendo così una visione più chiara delle emissioni nocive. Il resoconto annuale mostra un calo anno su anno, con emissioni totali attualmente di 475.873 tonnellate di CO2 rispetto alle 895.000 tonnellate di CO2 del 2021. Un calo sensibile in effetti ma, come sottolinea con onestà Trek, legato “in gran parte a un minor volume di beni prodotti nel 2023”.

le emissioni di Trek divise per ambiti

Dalle sue indagini Trek ha scoperto che oltre il 95% delle emissioni sono indirette che si verificano nella catena del valore Trek, comprese le emissioni a monte e a valle. E una gran parte di queste arrivano dalla produzione dell’alluminio di cui sono fatte le bici Trek. Per questo la ditta americana ha deciso di rivolgersi solo a fornitori che non usino combustibili fossili. Una strada lunga che però nei calcoli di Waterloo porterà dagli attuali 380 kg di CO2 per ogni bici prodotta ai 160 del 2031. Si tratta di un valore chiamato intensità delle emissioni ottenuto con le emissioni totali divise per il numero di biciclette vendute.

L’intero ecosistema Trek bici più sostenibile

Trek ha deciso di rivedere poi il modo di costruire ogni suo prodotto. Ad esempio i caschi ora utilizzano schiuma EPS riciclata. Questo materiale riciclato ha le stesse proprietà protettive del materiale vergine ma ha un impatto sull’ambiente notevolmente inferiore. “Ogni casco Quantum, Blaze, Rally, Circuit e Solstice di quest’anno contiene tra 38 e 77g di schiuma EPS riciclata, a seconda della taglia e del modello. Se si considera la naturale leggerezza della schiuma, ciò si traduce in un volume significativo di materiale in meno”. Stesso discorso per le visiere che sono completamente in plastica riciclata.

Il progetto di Trek per i prossimi anni

Un altro esempio è la borraccia Voda Bio che al 95% è composta di materiale vegetale pur garantendo la stessa durata di quelle in plastica. normalmente usate. Anche nelle vernici Trek si è data da fare sul modello gravel da corsa. Il prodotto finale, denominato Raw

Lithos, è stato creato in collaborazione con due organizzazioni che utilizzano materiali organici per creare pigmenti a basso impatto. Tradizionalmente, le tonalità nere vengono create utilizzando il carbon black, un materiale ricavato dai combustibili fossili responsabile di emissioni. Per ridurre al minimo l’impatto, il logo semitrasparente viene stampato utilizzando il pigmento Algae Black a emissioni negative di carbonio, ricavato da Living Ink utilizzando scarti di biomassa. E nel prossimo futuro c’è anche una batteria Trek da 48 V con ottimizzazione della carica su breve e lungo periodo per ridurre al minimo l’usura delle celle.

Ampler, la prima bici sostenibile

La prima azienda europea a comunicare i propri dati sulle emissioni durante il ciclo produttivo è stata l’estone Ampler nel 2023. Il modo usato dalle aziende per capire l’impronta dei propri prodotti è l’analisi del loro ciclo di vita, in gergo Life Cycle Assessement (LCA). Nel caso di Ampler, è stata fatta su un modello di bici elettrica che si chiama Stellar prodotto a Tallinn. I ricercatori hanno immaginato che la bici, dopo la produzione, venisse spedita a un cliente a Berlino. Cosa molto simile alla realtà peraltro.

Come Trek anche Ampler è convinta che pubblicare i dati raccolti significa fornire informazioni che hanno un impatto positivo su tutta l’industria delle biciclette elettriche. Dai dati risulta ancora una volta che il trasporto dei componenti necessari alla fabbrica dell’azienda pesa tanto, addirittura il 12% sull’impronta carbonica. La consegna al rivenditore tedesco, poi, causa il 6% del peso sull’ambiente. A livello di risorse minerarie consumate, buona parte dell’impatto è dovuto alla produzione di batteria, motore e caricabatteria: bauxite, ferro-nichel, ferro. 

Bici Ampler leggere anche dal punto di vista ambientale

Ma dunque, quanto inquina una eBike? I gas serra rilasciati da tutto il ciclo di vita di una Stellar prodotta in Estonia e venduta in Germania equivalgono a 815 kg. Ma il 54% dell’impatto totale di questa bicicletta è il suo uso. Un dato che si basa però su tante ipotesi. Anzitutto l’uso immaginato della bicicletta, che determina l’effetto della produzione dei pezzi di ricambio necessari. Poi, l’impatto del mix energetico del Paese del cliente, che potrebbe essere diverso rispetto a quello tedesco immaginato nel caso studio. 

Bici sostenibile, plastica non un fattore

Nella grande trasparenza di Ampler si nota una vera volontà di migliorare il proprio prodotto. E questo passa anche attraverso il capire di star sbagliando. Infatti l’impresa estone, chiedendosi quanto inquina una eBike di propria produzione, ha scelto di capirsi meglio e nel frattempo creare un precedente molto interessante utile anche al resto del settore. Secondo un comunicato, prima dell’analisi del ciclo di vita del prodotto l’azienda si stava concentrando sulla riduzione della plastica nel packaging. Scoprendo però cheIl fattore plastica causa solo l’1% dell’impatto ambientale di una bicicletta elettrica.

La plastica non è un fattore impattante nel mondo bici

Invece, come già visto per Trek, fondamentale è l’effetto dell’utilizzo dell’alluminio (molto riciclabile ma energivoro nella produzione), del trasporto aereo, del discrimine tra energia rinnovabile oppure o no. L’influsso positivo sull’ambiente dato dal miglioramento della sostenibilità del ciclo produttivo di una eBike non deve però far perdere di vista il fatto che tutto il settore dei trasporti deve diventare più pulito.

Le iniziative di Scott

Anche Scott affronta temi fondamentali come il cambiamento climatico, l’inquinamento e la sicurezza stradale, dimostrando che l’industria delle due ruote può essere una forza trainante per un cambiamento positivo. Seppure senza mettere in campo dati. Una delle azioni più significative intrapresa da Scott è la collaborazione con Shift Cycling Culture per creare un Corso di Formazione per l’Azione Climatica. Questo strumento gratuito è disponibile online e mira a supportare i fornitori dell’industria ciclistica nella riduzione delle emissioni di gas serra. 

Scott e la sua bici da Mad Max

“Il corso aiuta i nostri fornitori a comprendere l’impatto generato e a fissare obiettivi per ridurlo nel lungo termine”, spiega Andrew Goodman, CSR Manager di Scott. Questo progetto, aperto a tutto il settore, testimonia l’impegno del marchio nel coinvolgere la filiera nella lotta contro il cambiamento climatico. Scott sostiene anche iniziative che combinano ciclismo e sensibilizzazione ambientale, come le Garbage Ride. Durante questi eventi, ciclisti di ogni età e livello percorrono strade e sentieri raccogliendo rifiuti.

Lo studio Bosch per la bici sostenibile

Avevamo presentato a fine 2024 lo studio di Bosch sull’impatto ecologico delle eBike e i risultati non erano distanti da quelli visti in precedenza. La produzione di una eBike equivale a 263 kg di CO2, di cui una buona parte derivano dalla struttura, inteso come telaio e parti meccaniche, che arrivano a quota 124 kg. La parte elettrica ne aggiunge altri 84 kg. La batteria è la parte più impattante del comparto elettrico con 42 kg.  

Infine il motore, con 40 kg di CO2 equivalente, ha una grossa parte dovuta al corpo fisico, 55%, e una discreta quantità per l’elettronica, 17%. Le parti in acciaio, in minoranza visto l’uso di leghe leggere in gran parte, impattano per il 10%. L’impatto climatico nell’utilizzo poi è ovviamente minoritario, 34 kg di CO2 dovuti a come si ricarica la eBike, ai quali però bisogna aggiungere le emissioni dovute alla logistica della consegna del bene, che sono di 21 kg di CO2. Per un approfondimento maggiore vi rimandiamo al link.

-Iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico-





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *