Ha uno stambecco come simbolo e ha superato il secolo di vita. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è un mondo da scoprire in ogni stagione, consapevoli che il suo ecosistema è da preservare dalle insidie del cambiamento climatico.
Si scrutano le cime innevate in cerca degli stambecchi e spunta invece un piccolo gruppo di femmine di camoscio con i piccoli nati la scorsa primavera. Si parla del gipeto e nello stesso momento un’aquila sorvola le vette alpine. La natura fa il suo corso e non bada alle chiacchiere e alle aspettative di un gruppo di visitatori pronti ad andare, ciaspole ai piedi, alla scoperta della Valle di Rhêmes, una delle cinque su cui si estende il territorio protetto del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sul lato valdostano dell’ente e dominata dalla imponente sagoma della montagna Granta Parey.
Il Gran Paradiso un gigante naturale da difendere
Gli animali non conoscono i confini ufficiali del Parco e si muovono tra le valli, alla ricerca di cibo e in base a bisogni e stagionalità. “Certo, finché rimangono dentro il perimetro del Gran Paradiso, sono al riparo della caccia. Ma quando sconfinano…”. A raccontarlo è Stefano Cerise, responsabile del servizio di sorveglianza del GranPa, come è anche chiamato il territorio di oltre 70000 ettari che comprende 13 comuni tra Piemonte (6) e Valle d’Aosta (7) e le valli Orco, di Cogne, Valsavarenche, Valprato Soana e, appunto, Rhêmes.
In tanti anni ha visto la fauna del Parco messa in difficoltà da differenti insidie, alcune tipiche di questi ultimi anni social. “Penso alle orde di fotografi che vanno a caccia di scatti – racconta – e che spesso non rispettano gli animali, avvicinandosi eccessivamente nel momento in cui, ad esempio, gli esemplari si nutrono o sono in protezione dei loro piccoli. Possono causare traumi nella loro routine”. Per certo, il cambiamento climatico è l’aspetto che incide di più e in maniera vistosa.
Stagioni, fauna e cambiamenti climatici
Lo stato di salute dei ghiacciai è un tema universale, ma per il Gran Paradiso è ancora più delicato perché “Qui a 4000 metri la vita finisce, la vetta del massiccio è appena 61 metri in più, non siamo sul Monte Bianco. il nostro è uno degli ultimi ghiacciai europei sotto quella quota simbolica”. Dagli anni Novanta i ghiacciai del Parco sono monitorati: “Negli ultimi 25 anni abbiamo perso uno spessore medio di circa 30 metri. Consideriamo anche che il ghiaccio è un elemento vivo, si muove scivola a valle, ma se poi non si riforma, è destinato a scomparire”.
La neve, il letargo, la vita degli animali nel Gran Paradiso
Lo stato di salute e le abitudini della fauna del Gran Paradiso sono ovviamente condizionati da come si evolve il loro ambiente naturale. Delle specie più note del parco, stambecchi e camosci, ce ne sono ancora un buon numero, rispettivamente circa 3000 e 6000 quelli censiti. Nelle vallate del Parco trovano casa anche lepri, donnole, volpi, marmotte e sono tornati anche i lupi come su tutto l’arco alpino. La fine dell’inverno è un momento molto importante per tutti loro.
Il camoscio si sposta agilmente nella neve, anche muovendosi con i suoi piccoli, e la marmotta trova rifugio sotto il manto bianco durante il letargo, anche se il cambiamento climatico può portare a un’erronea percezione della fine del momento del riposo. Questo mette a rischio diversi esemplari che, ingannati da temperature associate alla primavera, escono dalle loro tane ma non possono ancora trovare nutrimento adeguato, nonostante l’assenza della neve.
Lo stambecco simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso
A differenza della sua imponente mole, lo stambecco è un animale più fragile, che patisce maggiormente le condizioni dell’inverno, durante il quale brucia interamente le riserve di grasso incamerate durante l’estate. In più, è poco incline a sopportare le alte temperature dei mesi più caldi: questo lo porta a spostare il suo habitat a quote sempre più elevate, dove però c’è il rischio che il cibo scarseggi.
Un’altra insidia è rappresentata dallo sfasamento tra la nascita dei piccoli e la stagionalità anticipata della flora. Con l’anticipo della primavera l’erba arriva ad essere nutrimento dei cuccioli, nati tra fine maggio e inizio giugno, meno fresca e con minori nutrienti.
Scopri il GranPa con le guide del Parco
L’ecosistema del Parco Nazionale del Gran Paradiso, insomma, fronteggia i cambiamenti climatici e chi ne preserva lo stato di salute fa formazione anche grazie ai suoi angeli custodi: le guide del Parco. La visita invernale all’interno del Gran Paradiso non sarebbe stata uguale senza Serena Ciampa, la sua conoscenza del territorio, la capacità di condividere storie e curiosità del mondo naturale.
L’esperienza di conoscere il Parco insieme a una delle sue guide è a disposizione di tutti. Sia sul fronte piemontese sia su quello valdostano è possibile essere accompagnati alla scoperta delle bellezze naturali. Per contattare una delle guide ufficiali del PNGP è sufficiente andare sul sito dell’ente e organizzare il momento della visita.
Con le ciaspole nelle valli del Gran Paradiso
La visita al Parco dal lato della Valle di Rhêmes è avvenuta attraverso un’escursione con le ciaspole partita da Chanavey, attraversa il ponte sul torrente che segue in parte la pista di fondo (la raccomandazione è di non calpestarla). Il percorso attraversa ambienti suggestivi, come il bosco di larici e ontani lungo il ruscello, e i villaggi di Oreiller e Bruil, ristrutturati nel rispetto dell’architettura montana.
Oltre Bruil, il sentiero costeggia la Dora di Rhêmes, con una scalinata che supera una parete rocciosa e conduce a Chaudanne e Pellaud, con i loro caratteristici laghetti protetti da larici e abeti, mentre il ritorno può avvenire lungo lo stesso sentiero o sulla strada, chiusa al traffico, da cui è più facile avvistare fauna selvatica. Da non perdere: il Centro Visita del Parco, i villaggi storici, la latteria di Bruil, il forno e il mulino di Chaudanne e la vecchia centralina di Pellaud. Finché i percorsi sono ricoperti dalla neve ancora abbondante a fine febbraio, è uno spettacolo da non perdere.
Contattando il parco si possono scoprire tutte le altre possibilità per visitare il Parco Nazionale del Gran Paradiso con le ciaspole ai piedi.
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