Si aggrava ogni giorno di più la mancanza d’acqua sia in agricoltura che nelle città i cui serbatoi vengono riempiti in parte dalle dighe dell’Isola. Il dato sempre più preoccupante che emerge dal rapporto mensile di novembre dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico di Sicilia è la perdita del 44 per cento della dotazione idrica delle 29 dighe presenti sul territorio siciliano rispetto all’anno scorso nello stesso periodo.
Parlano le cifre quando dai 323,65 milioni di metri cubi del novembre 2023 si passati, con un trend fortemente decrescente, ai 180,37 milioni dimetri cubi. Il guaio più grande e preoccupante è rappresentato dal fatto che gli invasi isolani che, nelle diverse province, garantivano l’acqua ad uso potabile per le popolazioni sempre più assestate, sono oggi all’asciutto, avendo pompato tutto il liquido disponibile.
Si tratta di un terzo delle dighe siciliane, 10 su 29, che, destinate all’uso civile, hanno esaurito l’acqua e sono diventate asciutte come il deserto e piene di erbacce, sia nell’Ennese che nell’Agrigentino, il Nisseno, il Trapanese e nel Catanese. Gli invasi, come mostrano alcune foto di questi giorni, sono totalmente all’asciutto l’Ancipa, il Fanaco, il Comunelli, il Gammauta, il lago Gorgo, il Piano del Leone e lo Zaffarana. Hanno tra 500 mila e un milione di metri cubi il Disueri, il Cimia, il Furore e il Rubino. Quasi tutte le dighe sono in codice rosso, in diminuzione, rispetto al mese di ottobre, specie quelle da cui sono stati fatti prelievi per l’uso potabile.
Le piogge che sono arrivate, a macchia di leopardo, in diverse province, lievi e con poca durata, ad accezione dei gravi danni causati nella provincia di Catania, non hanno fatto alzare nemmeno di un centimetro il volume delle dighe. L’acqua caduta se l’è bevuta il terreno secco ed arido da più di un anno di siccità. Le sorgenti e i ruscelli non sono stati riattivati e l’acqua non è arrivata ai torrenti che si immettono nelle dighe. E ad oggi la prospettiva non sembra degli migliori perché il servizio meteoroligico regionale non prevede precipitazioni a breve scadenza.
Le cifre che più allarmano sono quelle che da vicino riguardano Agrigento, Enna e Caltanissetta. Partiamo dall’Agrigentino, dove due laghi su tre, sono destinati all’uso civile. Sono totalmente all’asciutto il Fanaco sull’alta valle del fiume Platani e l’invaso di Piano Leone insiste sul fiume Verdura. L’acqua è stata destinata sempre ed esclusivamente ad uso potabile per una dozzina di comuni consorziati della parte centrale del territorio agrigentino. Le dighe all’asciutto mostrano sterpaglie. Tiene ancora la diga Castello di Bivona che potrà forse mantenere il prelievo idrico potabile, circa 110 litri d’acqua al secondo, fino a metà gennaio prossimo. Oggi esce dall’invaso tanta acqua quanto ne entra provenienti dalle affluenze al bacino agrigentino.
Nell’Ennese la situazione ha rischiato di degenerare dopo la presa di posizione dei cinque comuni, Troina, Cerami, Galiano, Nicosia e Sperlinga nella diatriba dell’utilizzo dell’acqua della diga Ancipa, che al primo novembre presentava poco poco più di mezzo milione d’acqua, oggi ridotta a meno di 218 mila metri cubi. Pare che si assicuri il prelievo idrico fino a gennaio prossimo. A Caltanissetta, invece, per l’estrema criticità dell’Ancipa potrebbero essere allungati i turni di distribuzione quotidiani. Tra Enna e Caltanissetta si vive purtroppo alla giornata.
I dati, che di seguito riportiamo, in milioni di metri cubi, si riferiscono alla presenza dell’acqua nei 29 invasi della Sicilia alla data del primo novembre, secondo quanto rilevato e comunicato dall’Autorità di Bacino della Regione Siciliana. Si calcola che le quote disponibili siano in discesa a causa dei prelievi giornalieri dell’acqua potabile. Non vi sono in questo periodo prelievi idrici ad uso irriguo.
Ancipa 0,76, Arancio 3,24, Castello 4,37, Cimia 1,2, Comunelli 0,16, Disueri 0,25, Don Sturzo 22,88, Fanaco 0,00, Furore 0,64, Gammauta 0,13, Garcia 11,69, Lago Gorgo 0,41, Lentini 55,67, Nicoletti 2,28, Olivo, 3,44, Paceco 2,04, Piana degli Albanesi 5,89, Piano Leone 0,00, Poma 18,36, Pozzillo 4,57, Prizzi 1,81, Ragoleto 4,03, Rosamarina 12,37, Rubino 0,78, San Giovanni 4,76, Santa Rosalia 8,07, Scanzano 3,44, Scianguana 4,41, Trinità 2,89, Zaffarana 0,01.
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