Gioco minorile sotto la lente, sale multate in Basilicata e Puglia

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Gioco protagonista della cronaca delle forze dell’ordine, da Vicenza a Catania, passando per Bari e Matera.

Cominciamo da quest’ultima, teatro di un piano coordinato di interventi per il contrasto al gioco illegale di apparecchi, scommesse e gioco minorile condotto dai funzionari dell’Ufficio dei Monopoli per la Puglia, il Molise e la Basilicata dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza.

In una sala di Grassano (Mt) è stata accertata la presenza di quattro minorenni.

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Nello specifico, si legge in una nota delle Fiamme gialle, “i ragazzi, presenti all’interno di un esercizio commerciale e punto di gioco per la raccolta di scommesse su eventi sportivi, ippici e non sportivi con vincita in denaro, partecipavano direttamente al gioco”.

A seguito della loro identificazione, “in applicazione delle disposizioni vigenti in materia si è proceduto a sanzionare amministrativamente l’esercente per un importo di 6.667 euro, in forma ridotta, con la previsione della sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio da dieci a trenta giorni, per non essersi accertato, tramite il controllo dei documenti di identità, dell’età dei ragazzi”.

A Bari invece, nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo, sono stati emessi due provvedenti di sospensione di licenze, rispettivamente di 2 e 5 giorni, nei confronti dei titolari di due sale Vlt per violazione delle prescrizioni del titolo autorizzativo.

“Una sanzione di 6.667 euro è stata adottata nei confronti dei titolari di un centro di raccolta scommesse e di una sala Vlt, per aver consentito l’accesso di minori di anni 18 nelle aree destinate al gioco con vincita in denaro e nei punti vendita in cui si esercita, come attività principale, la raccolta di scommesse su eventi sportivi, ippici e non sportivi. 

In provincia, sono stati effettuati controlli nei comuni di Bitonto, Corato, Monopoli, Noci, Poggiorsini, Polignano a Mare e Putignano”, recita un comunicato della Polizia di Stato.

 

A Vicenza invece i controlli sulle attività di gioco nei giorni scorsi sono stati portati avanti dalla polizia locale, che ne ha verificate 97, sanzionandone 13 con 16 provvedimenti per il mancato rispetto delle fasce di interruzione stabilite dalla legge.

I sanzionati, fa sapere l’ufficio stampa del Comune, “sono esercizi pubblici e sale gioco della zona nord, della zona est e, marginalmente, del centro storico. Hanno avuto sanzioni da 500 euro per ciascuna slot machine accesa in fasce orarie vietate, per un totale di 8 mila euro.

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Le fasce orarie in cui le attività devono tassativamente spegnere le slot machine sono tre: dalle 7 alle 9; dalle 13 alle 15; dalle 18 alle 20.

Tutte le attività sanzionate non rispettavano l’interruzione prevista tra le 13 e 15, fascia che, secondo la normativa, espone maggiormente al rischio le persone anziane, i lavoratori, le persone inoccupate ed i giovani”.

Questo il commento del sindaco Giacomo Possamai: “Ringrazio gli agenti del comando di polizia locale per l’impegno profuso nel monitoraggio di chi eroga questo tipo di intrattenimento. L’impressione è che a livello nazionale si parli molto meno di un tempo delle azioni di prevenzione e contrasto della ludopatia, ma Vicenza – che in questa partita è stata precorritrice anche a livello regolamentare – non intende abbassare la guardia. Invito tutti gli operatori ad attenersi alle disposizioni con le quali si cerca di contrastare il fenomeno della dipendenza grave. Annuncio fin d’ora che i controlli della polizia locale proseguiranno in modo sistematico, per tutelare in particolare le fasce maggiormente a rischio: i giovanissimi, gli anziani, i disoccupati”.

Il consigliere comunale Raffaele Colombara, referente del Comune nell’associazione Avviso pubblico, ricorda: “La battaglia contro la ludopatia a Vicenza ha radici profonde, frutto di un lavoro decennale in ambito amministrativo e sociale, portato avanti anche con il supporto di Avviso pubblico. Abbiamo costruito regolamenti innovativi per limitare l’accesso indiscriminato al gioco d’azzardo e continueremo a lavorare affinché queste misure siano efficaci e rispettate. Non possiamo tuttavia fermarci qui: serve un impegno ancora più forte. È necessario potenziare le attività di prevenzione nei quartieri, dove in alcuni casi queste attività condizionano pesantemente la vita delle persone; investire in campagne di sensibilizzazione e rafforzare il supporto alle famiglie che vivono situazioni di dipendenza da gioco. Inoltre, è necessario affrontare il crescente fenomeno del gioco d’azzardo online, ancora più subdolo perché accessibile in qualsiasi momento, spesso senza adeguati controlli. L’azzardo patologico non è solo una questione di regolamenti e sanzioni, ma un problema sociale che incide sul benessere della comunità. Continueremo a vigilare e a promuovere ogni azione utile per contrastarlo”.

Restando in tema di cronaca, ma legata al fenomeno delle corse clandestine di cavalli, abbinate alla raccolta di scommesse illegali, arriviamo a Catania, dove la Polizia di Stato nei giorni scorsi ha condotto un’articolata attività di controllo.

L’intervento ha visto impegnati i poliziotti del Commissariato di pubblica sicurezza “San Cristoforo” e i medici del Dipartimento di prevenzione veterinaria – Servizio di Sanità pubblica Veterinaria dell’Asp di Catania per verificare la regolare conduzione delle strutture ai sensi della vigente normativa, nonché la presenza di cavalli abusivamente tenuti all’interno di spazi urbani non consoni alla natura degli stessi animali.

“L’azione condotta dagli agenti, in osservanza delle direttive del questore di Catania, si è concentrata in una zona del quartiere San Cristoforo dove sono state controllate tre stalle. Nel primo caso, i poliziotti hanno riscontrato una struttura del tutto improvvisata, al cui interno è stato trovato un cavallo movimentato senza i previsti documenti di accompagnamento. Inoltre, sono stati rinvenuti e sequestrati diversi farmaci dopanti. Il gestore della stalla abusiva, un pregiudicato catanese di 47 anni, è stato denunciato all’Autorità giudiziaria, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e fino a condanna definitiva”, si legge in una nota diramata dalla Questura.

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“I controlli si sono poi spostati nell’allevamento d’origine dell’animale che, seppur regolarmente registrato, presentava trascritto nel registro di stalla un numero di animali superiore a quello dei cavalli effettivamente presenti. Tali allevamenti vengono definiti, in gergo, ‘canaglia’ in quanto metterebbero a disposizione il proprio ‘codice stalla’ per effettuare movimentazioni di cavalli senza i prescritti documenti di accompagnamento e in violazione di precise norme sanitarie. In genere, gli animali coinvolti in questo tipo di scambio vengono rivenduti, per essere poi destinati alle corse clandestine o collocati in ulteriori siti non registrati, privi delle più elementari condizioni di biosicurezza in grado di garantire il loro benessere. 

Anche nella terza stalla controllata i poliziotti hanno riscontrato diverse gravi irregolarità, a cominciare dall’assenza del ‘codice stalla’. Inoltre, i veterinari dell’Asp hanno rilevato carenti condizioni igienico-sanitarie tali da impedire la permanenza degli animali.

L’attività ha consentito di procedere al fermo amministrativo di cinque cavalli, con ogni probabilità destinati ad attività illecite e di elevare sanzioni per circa 20 mila euro“.

 







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