Quasi 27 mila (26.903) residenti in Friuli Venezia Giulia dichiarano un reddito annuo superiore a 75 mila euro. Di questi circa 9 mila 200 saranno colpiti dalla scure dei tagli alle detrazioni fiscali introdotti dalla Manovra 2025 che fissa in 14 e 8 mila euro il valore massimo delle cifre detraibili a seconda se il reddito si mantiene sotto o sopra i 100 mila euro annui. Tra le spese più comuni che rientrano nel paniere delle detrazioni troviamo quelle sostenute per l’istruzione e l’attività sportiva dei figli, per le ristrutturazioni delle case, per la stipula di alcuni contratti di assicurazione e dei mutui.
Applicando i coefficienti di detraibilità definiti dal Governo in base al numero dei figli a carico, nella nostra regione la stima degli interessati ai tagli può arrivare al 34 per cento dei contribuenti con oltre 75 mila euro di reddito annuo pari a 26 mila 903 unità.
In Veneto la stessa scure può abbattersi su quasi 40 mila contribuenti, pari al 35 per cento dei 114.881 che nel 2023 hanno dichiarato più di 75 mila euro. La percentuale deriva dall’applicazione dell’impatto medio calcolato, a livello nazionale, dai tecnici dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) secondo i quali circa il 28 per cento dei contribuenti con oltre 75 mila euro (312.000 soggetti) e il 40 per cento con reddito superiore a 100 mila euro annuo sarebbero interessato dalle nuove regole.
La rilevazione dei redditi
Trattandosi di una stima calcolata sull’ultima rilevazione dei redditi disponibile elaborata dall’Ires Fvg, è evidente che nell’anno in corso il dato sarà soggetto a possibili correttivi. Va subito detto che dal tetto massimo consentito sono escluse le spese sanitarie come pure gli investimenti in start-up o nelle piccole e medie imprese innovative, gli oneri per accedere a mutui contratti lo scorso anno e gli interventi edilizi effettuati fino al 31 dicembre 2024. Se i più colpiti restano i single e le famiglie senza figli con redditi medio-alti, viceversa la percentuale delle detrazioni aumenta per le famiglie numerose con tre o più figli e con un reddito annuo fino a 50 mila euro.
Gli stessi tecnici dell’Upb stimano che in Italia, a seguito della nuova articolazione delle detrazioni, verranno meno oltre 3 miliardi di oneri finora detraibili. I massimali Con un reddito tra 75 e 100 mila euro l’importo detraibile massimo è pari a 14 mila euro, ma solo per il contribuente con tre o più figli o con un figlio disabile a carico.
Per effetto dei coefficienti introdotti dal Governo (0,50, 0,70, 0,85 e 1%), l’importo detraibile si dimezza per un sigle, arriva al 70 per cento, ovvero a 9.800 euro, per chi ha un figlio a carico e raggiunge gli 11.900 euro se i figli a carico sono due. Con redditi superiori a 100 mila euro il tetto massimo di spesa detraibile non va oltre gli 8 mila euro. Con questi tetti, i contribuenti dovranno decidere cosa portare in detrazione per stare nei limiti.
Le detrazioni
Le nuove regole si applicano per le spese effettuate a partire dall’anno in corso visto che la manovra lascia inalterata la detraibilità dei ratei relativi alle spese pregresse. Come già detto, secondo le proiezioni dell’Up non risulta detraibile circa il 49 per cento della spesa per un ammontare di 3,1 miliardi, di cui 0,6 relativi ai contribuenti nella fascia tra 75 e 100 mila euro (circa il 28%) e 2,5 nella fascia superiore (circa il 60%). Gli esclusi dai tagli nei massimali detraibili non vanno conteggiate le spese sanitarie: la manovra le ha salvaguardate. La stessa non penalizza neppure i contribuenti con un reddito annuo inferiore a 75 mila euro. In Friuli Venezia Giulia sono circa 883 mila i soggetti che si mantengono all’interno di questa soglia, mentre in Veneto il numero supera i 3 milioni 485 mila.
In Italia, invece, come si apprende dal resoconto dell’audizione dell’Upb sul Ddl di bilancio per il 2025, a circa 17,2 milioni di persone viene concessa «la piena fruizione di 28,6 miliardi di spese detraibili non sanitarie, pari a oltre l’80 per cento del totale. I restanti beneficiari di detrazioni non sanitarie con reddito superiore a 75 mila euro sono circa 1,1 milioni, il 6 per cento del totale, ma effettuano circa il 19 per cento delle spese, con una media di 5.910 euro per contribuente.
Quest’ultima è oltre quattro volte superiore a quella sostenuta dai contribuenti con reddito fino a 25 mila euro, un importo più che raddoppiato rispetto a quella dei contribuenti compresi nella fascia di reddito tra 25 e 50 mila euro. Altre misure È stato modificato anche il regime di detrazione per i figli a carico, con estensione della stessa solo ai figli d’età compresa tra 21 e 30 anni, o ai figli con disabilità accertata. Inoltre le detrazioni per altri familiari a carico, tra questi i genitori, sono state limitate ai familiari conviventi. La Manovra, invece, ha aumentato l’importo annuo per le spese relative alla frequenza di scuole dell’infanzia e delle superiori a mille euro per gli anni 2016-2019, con una detrazione del 22 per cento.
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