l’importanza dei controlli per la mitigazione del rischio di responsabilità solidale

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La mitigazione dei rischi connessi all’utilizzo dell’appalto, necessita di una attenta attività di verifica della due diligence non potendosi limitare alla sola verifica della liceità formale e fattuale dell’appalto: il committente deve implementare un controllo costante e documentato anche sugli aspetti retributivi e previdenziali, pena l’insorgere della responsabilità solidale. Qual è la funzione dell’asseverazione della conformità dei rapporti di lavoro nota come ASSE.CO? E’ uno dei temi del 14° Forum One LAVORO, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Dottrina Per il Lavoro, che si svolge a Modena il 26 febbraio 2025.

L’affidamento in appalto di opere o servizi costituisce una pratica ormai consolidata nel mondo imprenditoriale (direi quasi una esigenza) garantendo alle aziende flessibilità organizzativa e ottimizzazione dell’output. Tuttavia, l’attuale assetto normativo, con l’obiettivo di riconoscere ai lavoratori tutela massima, pone il committente in posizione di garante dei diritti dei lavoratori comportando l’opportunità di introdurre una serie di accortezze e strumenti a tutela della propria posizione.

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La consapevolizzazione del committente circa la responsabilità che si assume in seguito alla decisione meramente imprenditoriale di esternalizzare il (o parte del) processo produttivo, suggerisce in primis il prudente affidamento degli incarichi ad appaltatori non solo idonei da un punto di vista tecnico-professionale, ma anche affidabili e virtuosi. Ciò impone, di fatto e a propria tutela, l’introduzione di una serie di oneri di verifica e controllo, finalizzati a prevenire situazioni di irregolarità e a mitigare il rischio di incorrere nella responsabilità solidale per le obbligazioni retributive e contributive dell’appaltatore.

Spesso, l’erronea convinzione che un appalto lecito sia automaticamente esente da responsabilità solidale può indurre il committente a sottovalutare l’importanza di controlli stringenti.

Il Forum “Sicurezza e Innovazione, le sfide del 2025 per il lavoro” è sponsorizzato da One LAVORO l’innovativa banca dati digitale di Wolters Kluwer dedicata a Consulenti del Lavoro e HR manager. One Lavoro garantisce una conoscenza completa su temi rilevanti come: assunzioni agevolate, contratto a tempo determinato, sgravio contributivodei lavoratori dipendenti, welfare aziendale, ispezioni sul lavoro, igiene e sicurezza sul lavoro e molti altri. Approfondisci i temi del Forum con One LAVORO: clicca qui per attivare una prova gratuita di 30 giorni e accedere a tutti i contenuti della soluzione One.

Il Quadro Normativo di riferimento

Ai sensi dell’art. 29 del D.Lgs. 276/2003, il committente è gravato da un regime di responsabilità solidale con l’appaltatore e con ciascuno degli eventuali subappaltatori in relazione ai trattamenti retributivi, nonché agli obblighi contributivi e assicurativi dovuti nei confronti dei lavoratori impiegati nell’esecuzione dell’appalto, entro il termine di due anni dalla cessazione del contratto. Tale previsione normativa mira a garantire un presidio rafforzato a tutela dei diritti dei lavoratori, evitando che l’esternalizzazione delle attività si traduca in una lesione delle loro spettanze economiche e previdenziali.
È di cruciale rilevanza sottolineare che il rispetto dei requisiti di genuinità dell’appalto, anche se attestato mediante il virtuoso processo di certificazione ai sensi dell’art. 78 del D.Lgs. 276/2003, non comporta l’esclusione della responsabilità solidale del committente. Un contratto formalmente lecito non costituisce, di conseguenza, un esonero dall’onere di vigilare sulla corretta esecuzione dell’appalto, in quanto la ratio della normativa impone una tutela effettiva e non meramente formale.

Pertanto, la responsabilità solidale può operare a prescindere dalla legittimità dell’impianto contrattuale e dell’esecuzione dello stesso, configurandosi quale ulteriore strumento di protezione per i lavoratori e, al contempo, quale elemento di rischio per il committente. Ne discende la necessità imprescindibile di adottare un sistema di controlli rigoroso, efficace e continuativo, volto a presidiare l’adempimento degli obblighi retributivi e contributivi da parte dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori, così da prevenire l’insorgere di responsabilità e conseguenti ripercussioni economiche e giuridiche.

Gli indici di affidabilità dell’appaltatore: l’ASSE.CO

L’Asseverazione della conformità dei rapporti di lavoro, nota come ASSE.CO., rappresenta uno strumento di certificazione volontaria, istituito con l’obiettivo di garantire la regolarità delle imprese in materia di legislazione del lavoro. Essa è rilasciata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, anche per il tramite della Fondazione Studi, su istanza del datore di lavoro e previa verifica del rispetto degli obblighi giuslavoristici e contributivi.

L’istituto nasce con la finalità di diffondere una cultura della legalità e si configura come un meccanismo di autocertificazione qualificata, che attribuisce ai consulenti del lavoro un ruolo di notariato della regolarità del rapporto di lavoro.

Nel quadro delle esternalizzazioni produttive, la ASSE.CO. assume particolare rilievo nell’ambito dei contratti di appalto, contribuendo a rafforzare i controlli sulla regolarità degli operatori economici coinvolti e fungendo da strumento di mitigazione dei rischi connessi alla responsabilità solidale, assumendo una funzione preventiva e certificativa della regolarità contributiva e contrattuale dell’impresa appaltatrice.

L’introduzione dell’ASSE.CO. ha rafforzato il sistema di certificazione della regolarità delle imprese, offrendo un elemento di garanzia per i committenti e un fattore di selezione delle imprese affidabili.

Nell’ambito degli appalti, la sua valenza è duplice:

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– per le imprese appaltatrici, l’asseverazione rappresenta un vantaggio competitivo, facilitando l’accesso a commesse e riducendo il rischio di verifiche ispettive;

– per i committenti, costituisce uno strumento di mitigazione della responsabilità solidale, agevolando la dimostrazione della propria diligenza nella selezione del contraente.

L’ottenimento della ASSE.CO. implica:

– la dichiarazione di responsabilità del datore di lavoro in merito alla correttezza delle condizioni lavorative e retributive;

– la verifica, da parte del consulente del lavoro, della conformità alla contrattazione collettiva applicata e della regolarità contributiva (DURC);

– la pubblicazione dell’elenco delle imprese asseverate sul sito del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e del Ministero del Lavoro.

Tale asseverazione, pur non eliminando il rischio di irregolarità, costituisce un indice di affidabilità dell’appaltatore a vantaggio del committente, facilitando il processo di selezione delle imprese appaltatrici e fungendo da elemento di prova in caso di contenzioso.

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Un altro beneficio dell’asseverazione nel contesto degli appalti privati è la possibilità di riduzione degli accessi ispettivi. La normativa prevede infatti che i controlli da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro siano prioritariamente orientati verso imprese non asseverate, salvo specifiche segnalazioni, indagini disposte dall’autorità giudiziaria o verifiche a campione.

Per i committenti, l’affidamento dell’appalto a un’impresa asseverata rappresenta un elemento di due diligence in grado di:

– dimostrare la diligenza nella selezione dell’appaltatore, in caso di contestazioni relative alla responsabilità solidale;

– ridurre il rischio di coobbligazione retributiva e contributiva, potendo invocare la buona fede nell’affidamento a un’impresa con certificazione di regolarità;

– rafforzare la compliance aziendale, in linea con i modelli di organizzazione e gestione previsti dal D.Lgs. n. 231/2001.
L’ottenimento della ASSE.CO. è subordinato alla presentazione di dichiarazioni di responsabilità da parte del datore di lavoro e del consulente del lavoro. Tali dichiarazioni rientrano nell’ambito della responsabilità penale prevista dal D.P.R. n. 445/2000 in caso di attestazioni mendaci.

Il quadro delle responsabilità si articola come segue:

datore di lavoro: risponde personalmente per dichiarazioni false in merito alla regolarità della propria impresa (es. presenza di lavoro nero, violazioni della sicurezza, irregolarità contributive);

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consulente del lavoro: risponde per eventuali dichiarazioni mendaci limitatamente agli aspetti di propria competenza (es. verifica della contrattazione collettiva, congruità dei versamenti contributivi);

sanzioni disciplinari: i consulenti del lavoro che rilasciassero asseverazioni non veritiere sono soggetti alle sanzioni previste dalla Legge n. 12/1979.

Ulteriori strumenti di compliance: le verifiche in itinere

L’istituto volontario dell’ASSE.CO. si inserisce in un più ampio quadro di strumenti di certificazione della compliance giuslavoristica e si configura come un potenziale standard di affidabilità nell’ambito degli appalti privati e pubblici.

Al fine di garantirsi ulteriormente circa il rischio di coobbligazione, è poi opportuno che, con cadenza periodica, il committente effettui una serie di puntuali verifiche amministrative tra cui, a titolo esemplificativo:

Libro Unico del Lavoro: verifica periodica della regolarità delle buste paga e della presenza di anomalie (es. lavoro straordinario non dichiarato) anche con riferimento alle retribuzioni contrattuali minime stabilite dal CCNL applicato, nonché a quelle individuali o collettive (retribuzioni, scatti di anzianità, maggiorazioni, maturazione oneri differiti, ecc);

documenti assunzioni: Comunicazioni obbligatorie, permessi di soggiorno, visite mediche preventive, ecc;

presenze dei lavoratori: controllo delle timbrature e degli orari di lavoro e ottemperanza alle previsioni di cui al D.Lgs n. 66/2003;

condizioni di sicurezza sul lavoro: audit interni e documentali per accertare il rispetto delle misure di prevenzione degli infortuni;

DURC: controllo della regolarità contributiva dell’appaltatore e aggiornamento periodico del documento, ma anche congruenza tra le tratte;

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versamenti fiscali e contributivi: richiesta e analisi delle deleghe F24 con separata evidenza dei versamenti relativi ai lavoratori impiegati nell’appalto, controllo delle compensazioni, ecc;

DURF (ove applicabile): verifica della regolarità fiscale dell’appaltatore;

L’inosservanza, da parte del soggetto appaltatore, della dovuta compliance normativa espone infatti il soggetto committente ad un duplice rischio: da un lato alla confinata azione diretta di cui all’art 1676 cc, dall’altro alla ben più ampia minaccia della responsabilità solidale di cui all’art. 29 c. 2.
La quattordicesima edizione del Forum One LAVORO “Sicurezza e Innovazione, le sfide del 2025 per il lavoro” è offerta da One LAVORO, la soluzione digitale di Wolters Kluwer dedicata a Consulenti del Lavoro e HR manager. Vuoi approfondire i temi dell’evento ed essere aggiornato su tutte novità normative in ambito lavoro? Clicca qui per attivare una prova gratuita di 30 giorni e accedere a tutti i contenuti della soluzione One.

Conclusioni

La mitigazione dei rischi connessi all’utilizzo dell’appalto, necessita di una attenta attività di verifica della due diligence non potendosi limitare alla sola verifica della liceità formale e fattuale dell’appalto: il committente deve implementare un controllo costante e documentato anche sugli aspetti retributivi e previdenziali, pena l’insorgere della responsabilità solidale.

La diligenza del committente nell’adempiere alle verifiche al fine di contenere il proprio rischio di responsabilità solidale, non solo tutela l’impresa da potenziali contenziosi, ma contribuisce a garantire condizioni di lavoro corrette e trasparenti per i lavoratori impiegati nell’appalto: una sorta di circolo virtuoso, una responsabilità sociale che dovrebbe essere obiettivo condiviso dal tessuto imprenditoriale anche nella direzione di una concorrenza leale.

Pertanto, la scelta di un appaltatore virtuoso, preferibilmente in possesso della certificazione Asse.CO., rappresenta il primo e più efficace presidio di garanzia per l’impresa committente, attestandone la regolarità retributiva, contributiva e il rispetto della compliance giuslavoristica. A ciò si affianca la certificazione del contratto di appalto ai sensi dell’art. 78 del D.Lgs. n. 276/2003, che non solo rafforza la legittimità dell’operazione, ma offre una tutela aggiuntiva contro possibili riqualificazioni del rapporto. Infine, l’attivazione di un sistema strutturato di audit e monitoraggio sul corretto adempimento degli obblighi contrattuali da parte dell’appaltatore risulta imprescindibile best practice, riducendo sensibilmente il rischio di responsabilità solidale.

Solo attraverso questo approccio integrato, olistico, la compliance si traduce in un vantaggio competitivo, tutelando l’impresa da contestazioni e consolidandone la reputazione sul mercato.

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