Crollano le imprese, pesca a terra

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L’anno della grande epidemia delle imprese. Dovuta, soprattutto, alle difficoltà vissute dal settore della pesca. Infatti, il bilancio del 2024 è di 458 sedi di impresa in meno, ma solo il settore pesca e acquacoltura conta un bilancio in passivo di 302 unità, dalle 22.642 del 2023 alle 22.184 del 2024. Ma anche l’agricoltura perde 85 imprese, per un totale del primario di -386. Più di una al giorno.

La dinamica demografica delle sedi d’impresa, che nel 2021 vedeva il segno più, ovvero con più imprese nate che morte, seppur con un tasso di sviluppo (differenza fra il tasso di natalità e quello di mortalità) appena dello 0,2%, è solo un lontano ricordo. Ma anche i valori negativi pari al -0,6% del 2012 e 2014 e a -0,3% del 2013, senza contare la parità fra imprese nate e morte del 2014. Poi una lenta e inesorabile flessione: -1,5 nel 2020, -1,6 nel 2022, -1,9 nel 2023 e -1,4 nel 2023. Fino al -2,5 del 2024. Più degli anni neri del Covid. E se fra 2011 e 2024 la mortalità è cresciuta dal 6,3% al 7,1%, ancor più è scesa la natalità, ovvero il tasso di nuove imprese, dal 6,5 in più che si registrava nel 2011 al 4,6% del 2024. Una sorta di “inverno demografico”.

E se a livello nazionale a fine del 2024 l’anagrafe delle imprese italiane registrava un bilancio positivo, con un saldo tra aperture e chiusure che si attestava a +36.856, perché alle 322.835 iscrizioni hanno fatto eco 285.979 cessazioni di attività esistenti.

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Guardando ai dati dei singoli comuni, inevitabilmente le sofferenze maggiori sono quelle di Porto Tolle, che vede le proprie aziende crollare da 2.072 a 1.835, quindi con un calo netto di 237 aziende perse, e un tasso di sviluppo pari al -11,2%, nonostante una natalità del 2,5%, a causa di una mortalità di ben il 13,7%. Ma in sofferenza c’è anche Ariano, con una differenza fra natalità e mortalità del -4,5%, che nel concreto si traduce in un calo da 406 a 386, quindi con un bilancio in negativo di 20 unità, con la pesca che incide solo per un quinto, visto che le realtà del settore sul territorio comunale passano da 31 a 24.

Ancora peggio, però è andata a Canda e Costa, entrambe con una flessione del tasso di sviluppo pari al -6,3%, vedendo rispettivamente le proprie imprese scendere da 88 a 86 e da 163 a 157. Bilancio pesantemente negativo anche per Papozze, che vede le imprese scendere da 131 a 125, e con un -5,4%, per la “terra degli orti”, ovvero Lusia, che con un tasso di sviluppo del -5%, vede le aziende scendere da 406 a 387, quindi con una perdita netta di 19 realtà. Flessioni oltre il 4% anche per Pettorazza e il paese della giostra, Bergantino, rispettivamente -4,6% e -4,2%, da 121 a 117 e da 240 a 231. E se Polesella è al -4%, sopra alla media provinciale del -2,5% ci sono anche Castelguglielmo, Castelnovo Bariano, Taglio di Po, Bosaro, Pincara, Frassinelle Polesine, Stienta, Villanova del Ghebbo e Crespino.

Guardando ai comuni più grandi, il capoluogo Rovigo perde 18 imprese, passando da 4.691 a 4.673, con un calo percentuale del tasso di sviluppo tutto sommato contenuto, pari al -1,5%. Esattamente la stessa flessione in percentuale di Adria, che vede le realtà territoriali passare da 1.607 a 1.596, quindi con una perdita di 11 aziende. Un calo simile, -1,4%, lo ha patito anche Badia, che è scesa da 1.053 a 1.041, quindi 12 imprese in meno, mentre Porto Viro perde di qualche decimale percentuale in più, il -1,7, scendendo da 1.542 a 1.536, pari a -6. Limita i danni, invece Occhiobello, appena il -0,4%, da 987 a 983.

Ma non tutti i comuni vedono le proprie imprese diminuire. Per Calto, Ficarolo, Guarda Veneta, Villanova Marchesana e Canaro l’anno si è chiuso senza variazioni, quindi con il numero di imprese rimasto immutato, anche se Calto aveva subito un tracollo nel 2023, con il -7,8%, il valore più alto dell’anno. E c’è anche chi cresce. Il caso più eclatante è quello di Ceneselli, che vede le proprie imprese aumentare di 11 unità, da 146 a 157, con un tasso di sviluppo pari addirittura al +5,8%. Nettamente in terreno positivo anche Pontecchio, +2,5%, anche se tutto è relativo, perché in valore assoluto l’incremento è di una sola unità, da 110 a 111. Anche Gavello guadagna un’impresa, da 138 a 139, ma vale il +1,4%. E +1,4% è anche il tasso di sviluppo di Castelmassa, dove la variazione in valore assoluto è sempre di un’unità da 271 a 272. Cresce dell’1,3%, invece, Melara, dove le imprese in più sono il doppio, cioè due, da 148 a 150. In terreno positivo anche Trecenta e San Bellino.





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