Aldo Premoli, il wrapping come la moda ha conquistato l’arte – Libri – Altre Proposte

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(di Patrizia Vacalebri)
ALDO PREMOLI – WRAPPING COME LA MODA
HA CONQUISTATO IL MONDO DELL’ARTE (Castelvecchi Editore –
Collana Fuoriuscita diretta da Christian Caliandro – pp. 144 –
17,50 euro)
Aldo Premoli è un giornalista e art manager da sempre
appassionato di moda e arte contemporanea, tanto che ha diretto
l’Uomo Vogue dal 1992 al 1999. Ma, ha anche collaborato con
l’Istituto per il Commercio Estero, producendo set-up di
manifestazioni di moda in Europa, Asia e Stati Uniti.

   
Attualmente è columnist di Artribune e blogger di Huffington
Post Italia. Nel 2018 ha fondato La Cernobbina Art Studio che ha
prodotto mostre a Milano, Chiasso, Noto e Cernobbio. Insomma, le
sue passioni si dividono tra moda e arte, due settori tra i
quali, oggi più che mai, secondo la tesi espressa nel suo libro
in uscita il 21 febbraio, “Come la moda ha conquistato il mondo
dell’arte”, c’è un legame strettissimo, che oggi vede nel ruolo
di mecenati proprio i più importanti gruppi del lusso, LVMH,
Gruppo Kering, Cartier, Gruppo Prada.
“È sempre esistito uno stretto legame tra moda e arte –
spiega Premoli al telefono con l’ANSA – ma è la loro relazione
attuale a risultare sorprendente. Il successo delle logiche
finanziarie che sottendono oggi questi settori ha trasformato i
gruppi del lusso in protagonisti assoluti del mondo dell’arte
contemporanea, primi committenti di vere proprie cattedrali
dell’arte, che coinvolgono illustri artisti e affermate
archistar. Come principi rinascimentali, questi gruppi,
attraverso le proprie fondazioni, dispongono di risorse
finanziarie e organizzative tali da attirare artisti da ogni
parte del mondo, trasformando in capitale simbolico la propria
potenza economica”. Nel suo libro, Premoli ci racconta il loro
poderoso impatto sul mondo dell’arte. Ma anche il successo delle
logiche finanziarie che sottendono il settore del tessile-
abbigliamento che hanno trasformato i gruppi del lusso in
aziende di capitalizzazione, capaci di intervenire nel mondo
dell’arte da protagonisti, non solo sostenitori, ma veri e
propri produttori di grandi eventi culturali, dislocati in
luoghi espositivi di ogni parte del pianeta”.

   
“L’opera di Aldo Premoli, che affronta in modo colto,
brillante e documentato il rapporto odierno tra moda e arte –
commenta nella prefazione l’avvocato esperto di marchi e
scrittore Alberto Improda – rappresenta così anche e soprattutto
un autorevole saggio sul contemporaneo, raccontando uno spaccato
lucido e puntuale della società dei nostri giorni. Nella foschia
che caratterizza il faticoso procedere odierno, l’autore
individua alcuni segnali luminosi, che possiamo utilizzare per
indirizzare i nostri ragionamenti, in una difficoltosa ricerca
di comprensione, prima ancora che nella definizione di una rotta
da seguire”.
Parlando dei grandi gruppi del lusso, che agiscono attraverso
le loro rispettive fondazioni, l’autore precisa: “L’attività di
queste Fondazioni sembra aver surclassato in tutto e per tutto
quella delle Istituzioni pubbliche, che per tradizione e mandato
si occupano di arte contemporanea. Ci troviamo di fronte a
qualcosa che non ha precedenti. Si tratta di un fenomeno che ne
accompagna altri simili in via di sviluppo in altri settori
dell’economia, tanto entusiasmanti quanto inquietanti. Il
confronto tra iniziative pubbliche e private appare sempre più
sbilanciato verso il secondo di questi poli. Questo accade
mentre le definizioni di compagini sociali basate su concetti
secolari chiusi non sanno più rappresentare il presente”. “Va
detto che nessun Centre Pompidou, nessun MAXXI, nessun New
Museum paiono poter competere oggi con la qualità e la quantità
di proposte messe in campo da alcuni privati, che sono tutti,
ognuno a suo modo, personaggi di primo piano dell’imprenditoria
contemporanea, ad Arnault a Pinault a Miuccia Prada. Personaggi
dotati di una passione sincera per l’arte che spinge le loro
proposte al di là di qualsiasi utilitaristico ragionamento di
marketing”.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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