Ciclismo, ecco la “Campania challenge Crescenzo D’Amore”, in memoria di Crash

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Con le corde del cuore. Crash D’amore non voleva saperne delle mezze misure. Andava a tutta e non usava i freni. Fece così anche quella notte in cui filo’ dritto verso l’altra vita nello scorso dicembre. Dalla curva prese il volo, pigiando sull’acceleratore di un’auto che nella sua testa scandiva frame di vittorie e volate al cardiopalma. È stata una delle prime idee che il rinnovato Comitato regionale della Federciclismo presieduto dal professore Umberto Perna ha voluto realizzare per lo sviluppo del mondo agonistico, e per ricordare le gesta di quel ragazzo tanto vigoroso e talentuoso da portare in Campania il titolo iridato. Il piu’ importante per il ciclismo juniores, nel 1997 a San Sebastian.

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Nasce così il trofeo “Campania Challenge Crescenzo D’amore” che ha lo scopo di promuovere il movimento ciclistico giovanile per le categorie Esordienti e Allievi M/F nella doppia specialità strada e pista. La presentazione del progetto dedicato al compianto Crescenzo avverrà sabato prossimo, alle ore 16.00 presso il velodromo Vincenzo Capone di Marcianise, alla presenza del papà di Crash Francesco D’amore. Al termine di ogni prova sarà prevista l’assegnazione di maglia di leader virtuale della classifica, nel percorso di varie tappe su strada e in pista che determineranno la graduatoria finale.

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Tutte le maglie saranno offerte dall’azienda Daniello Sportswear di Paolo D’aniello mentre l’altro importante sponsor che ha voluto onorare il progetto è stata l’azienda Rea trasporti dell’appassionato Raffaele Rea che si sta’ impegnando per organizzare anche una delle prove a Casalnuovo di Napoli il 2 giugno. La challenge terrà conto di tutte le gare regionali inserite in calendario alla data dell’apertura stagionale. A fine anno la cerimonia di premiazione degli atleti e delle società si svolgerà a Brusciano, citta’ dove viveva Crescenzo.

Ecco in anteprima la maglia di leader della Challenge

«È il primo pensiero che ho inteso perseguire con la squadra che mi onoro di rappresentare dopo la nomina del nuovo direttivo. – ci dice con un pizzico di comprensibile orgoglio il presidente della Federciclismo Campania Umberto Perna – Stiamo affrontando in questi giorni diverse questioni organizzative, al fine di consentire una partenza lanciata del movimento in un 2025 che si preannuncia per la nostra regione pirotecnico. Crescenzo era uno di noi, l’immagine forse più bella e gaudente delle pedalate vincenti della Campania in giro per il mondo.

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Creare una maglia che lo ricorsi riteniamo serva da stimolo fortissimo per i giovani che sognano di ripercorrerne le orme».

Ancora forte e commosso è il ricordo di quanti tra i professionisti campani condivisero con Crash sogni, emozioni e fatiche.

Pasquale Muto ha vinto una tappa al Giro di Slovacchia 2009

«A 14 anni, ragazzetto arrivai in Toscana per fare la trafila nelle categorie giovanili. – ci dice Pasquale Muto, azzurro tra i dilettanti a Zolder e poi secondo tra i pro in un rocambolesco finale del Trofeo Matteotti 2006, alle spalle dell’ucraino Pidgornyy – Ricordo che nelle file della Montemurlo, assieme a me c’era il tre volte campione del mondo a cronometro, l’australiano Micheal Rogers e il ligure Lorenzo Bernucci, che fino agli ultimi giorni prima della rassegna iridata di San Sebastian, contese a Crescenzo D’Amore la maglia. C’era da scegliere il velocista e Bernucci, con il quale non avevo un bel rapporto, e che poi da professionista vinse nel 2005 la tappa Troyes-Nancy al Tour de France battendo Vinokourov, rimase a casa. Bene, il giorno della gara eravamo tutti davanti al televisore e quando a Crash riuscì di vincere esultai come un matto, ovviamente senza contenermi. Bernucci non la prese bene e cominciò ad offendermi in tutti i modi. Al punto che Rogers e gli altri australiani intervennero mettendolo a posto. Avrebbe voluto esser lui a San Sebastian, magari vincitore. Crescenzo aveva le stimmate del grandissimo velocista. Sono felice che oggi i giovani della Campania abbiano l’opportunità di crescere sulle strade di casa e di farlo nel suo nome».

Filippo Perfetto, cugino e compagno di squadra in maglia Panaria-Fiordo di Giuliano Figueras, mostra una foto di due giovani che ambivano a grandi cose.

«Quante me ne ha fatte passare Crash. Era brillante, imprevedibile, un po’ folle ma anche amatissimo dalle ragazze in quanto bello. Ogni giorno ne inventava una e i nostri allenamenti scorrevano via tra lunghe pedalate e scherzi divertenti. Questa del Comitato è una stupenda iniziativa. D’altronde Umberto Perna è una persona eccezionale, una sorta di fratello maggiore per noi che abbiamo corso».

I giovanissimi Crescenzo D’Amore e Filippo Perfetto

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Altro fenomeno del pedale, tra quei bravi ragazzi che firmarono assieme a D’Amore il periodo più fulgido del ciclismo campano, era Antonio Bucciero, professionista che in maglia Saeco vinse a Roth, in Germania, la prima tappa del Bayern Rundfahrt. Oggi vive in Lombardia e sarebbe un altro grande patrimonio di esperienze da portare agli aspiranti pedalatori di oggi.

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«Complimenti al Comitato per la sensibilità dimostrata nel ricordo attivo di Crescenzo. Speriamo che sia un modo concreto per alimentare il sistema. È giusto che le giovani leve conoscano il passato, anche quello recente. E che sulla scorta dell’esempio di chi a certi livelli c’è arrivato possano crederci fino in fondo, senza risparmiare nulla dei propri sogni. È stato così per noi. Avremmo forse meritato di vincere di più, questo senz’altro. Ma nessuno potrà mai dire che non c’abbiamo provato mettendo ogni cosa di noi stessi sui pedali».





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