CARABINIERI – BOLZANO * ATTIVITÀ INVESTIGATIVA: «SI FA NOMINARE EREDE UNIVERSALE CON UN FALSO TESTAMENTO, ARRESTATO INVESTIGATORE PRIVATO E DENUNCIATA LA COMPLICE»

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07.58 – mercoledì 19 febbraio 2025

Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bolzano, al termine di una complessa indagine che ha avuto inizio nel mese di settembre 2023, hanno arrestato un investigatore privato 60enne dimorante in città, in esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Bolzano su richiesta della locale Procura della Repubblica, per aver approfittato di un uomo di Bolzano affetto da uno stato di infermità e deficienza psichica, da cui si è fatto consegnare indebitamente oltre 48.000 euro.

L’investigatore privato, questa volta con la complicità di una donna 50enne della provincia di Modena deferita in stato di libertà, alla morte della povera vittima, ha formato un suo falso testamento olografo, che indicava l’arrestato quale suo erede universale, al fine di impossessarsi di tutto il suo cospicuo patrimonio, in particolare, tentando di acquisire il premio polizza vita di complessivi 100.000 euro.

L’attività investigativa ha consentito di documentare come l’investigatore privato, al fine di trarne profitto, nel periodo compreso tra il mese di settembre 2023 e la data del decesso della vittima avvenuto per cause naturali nel mese di agosto 2024, abbia abusato dell’evidente stato di infermità e riduzione delle capacità cognitive del poveretto, inducendolo a compiere versamenti bancari su conto corrente di un paese dell’Europa dell’est, per oltre 48.000 euro, in favore della società rappresentata dall’arrestato, giustificando la corresponsione dell’importo con la necessità di sostenere spese, al fine di recuperare un credito che la vittima vantava presso un’agenzia assicuratrice a seguito di un infortunio sul lavoro e per diverse attività investigative e l’attività di supporto alla presentazione della domanda di disoccupazione.

Le indagini sull’ignobile crimine sono state avviate grazie alla segnalazione ai Carabinieri da parte dell’istituto bancario presso il quale la vittima aveva il conto corrente, il cui personale aveva notato il particolare stato di agitazione in cui versava e i più che sospetti movimenti di somme ingenti di denaro in uscita dal suo conto corrente.

L’arrestato, non soddisfatto del denaro acquisito dal malcapitato, con la complicità di una donna della provincia di Modena, ha poi formato in tutto un falso testamento olografo attribuibile all’uomo che, nel frattempo, era deceduto per cause naturali, nel quale l’indagato è indicato quale erede universale, con grave danno di tutti gli eredi legittimi, non solo per impossessarsi di tutto il patrimonio della vittima, ma anche del premio della polizza vita di quest’ultima, quantificato in euro 100.000.

Nel corso dell’attività investigativa, i Carabinieri hanno posto in sequestro il conto corrente intestato alla vittima, con deposito di euro 50.000, e il suo appartamento in Bolzano del valore di oltre 300.000 euro, di fatto impedendo che tale ingente patrimonio potesse giungere nella disponibilità dell’arrestato.

Si evidenzia come il poveretto fosse persona sola, all’evidenza nelle condizioni di non comprendere alcunchè di quanto prospettato dall’indagato, quindi, la vittima ideale, facile preda di azioni criminali di chi volesse approfittare di una persona in situazione di minorata capacità intellettiva e difensiva.

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Non è assolutamente infrequente che soggetti in situazioni di minorata capacità intellettiva, di particolare difficoltà, paura, solitudine, facilmente raggirabili e suscettibili di essere indotti a compiere atti comportanti conseguenze dannose, si affidino a persone che, individuate vittime particolarmente deboli e sole, prive di contatti sociali, le inducano a versare somme di denaro spropositate e sproporzionate rispetto ad attività che vengono rappresentate ingannevolmente di svolgere in loro favore.

L’investigatore privato, come disposto dal G.I.P. del Tribunale di Bolzano, è stato collocato presso la sua abitazione di Bolzano, in regime di arresti domiciliari.
Ai sensi delle vigenti norme, agli indagati è riconosciuta la presunzione d’innocenza fino a quando non ne sia stata legalmente provata la colpevolezza con una sentenza irrevocabile (Direttiva 2016/343/UE).



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