Kolo Muani alla Juve per restare: altro prestito con riscatto obbligatorio a 50 milioni nel 2026
Il Tuttosport analizza la situazione di Kolo Muani in bianconero: “il francese ha spiegato cosa vuole fare al suo entourage e i bianconeri cercano di accontentarlo. Anche perché con lui la squadra di Motta ha cambiato pelle”. Giuntoli continua a lavorare a una soluzione con il Psg: l’idea è un altro prestito oneroso con riscatto obbligatorio a 50 milioni nel 2026.
La nostra opinione: Ci sono voluti davvero pochi attimi per capire di che pasta fosse fatto Kolo Muani e quanto bene potesse fare alla Juventus, soprattutto in questo periodo. In un mese, l’attaccante francese si è preso la squadra sulle spalle, aiutandola a uscire nelle secche in cui si era trovata nella prima parte di stagione. Oltre a segnare gol pesanti, l’ex PSG e Eintracht garantisce più linee di passaggio, più dialogo con i compagni, tradotto in poche parole “più gioco”, esattamente quello che andava cercando Thiago Motta. Il passaggio da Vlahovic a Kolo Muani è stato molto semplice e naturale: per questo anche per il futuro la direzione sembra quella di puntare su di lui e sacrificare lo stesso Vlahovic sul mercato. Dopotutto gli 8 milioni percepiti da Kolo Muani sono molto al di sotto dei 12 verso i quali si va con Vlahovic e se la resa è questa… Il nodo vero sarà riuscire a strappare Kolo Muani al PSG a una cifra decorosa: “Il piano del dt juventino Cristiano Giuntoli prevede un prestito oneroso (5-6 milioni almeno) con diritto di riscatto destinato a diventare obbligo a partire da 2026 e a condizioni abbastanza semplici”. Tra un anno e mezzo potrebbe arrivare per 50 milioni? Contando che da Vlahovic ne tornerebbero almeno 40 allora il gioco sembra già fatto.
Il Milan vuole tenersi Joao Felix: tentativo con 40 milioni
Il Milan vuole tenere Joao Felix per più di sei mesi, poiché ritiene che possa essere un elemento di differenza dentro e fuori dal campo grazie alla sua classe e popolarità. Non c’era abbastanza tempo per definire un accordo permanente a gennaio, ma ci proveranno tra qualche mese, informa La Gazzetta dello Sport.
La nostra opinione: I primi segnali sono assolutamente positivi: Joao Felix sembra essersi calato nella realtà di Milan in maniera perfetta, dando subito l’impressione che le sue caratteristiche di qualità ed ecletticità possano assolutamente dare una mano al progetto molto portoghese di Sergio Conceicao. Le parole di ringraziamento di Kakà – “idolo ed eroe di infanzia”, come ha raccontato lo stesso Joao – e quelle di lodi di Ibrahimovic – che ha parlato di lui nella conferenza stampa pre Feyenoord – lasciano presagire che se ci sarà uno spiraglio il Milan voglia assolutamente andare avanti con lui, anche a fine stagione. Dopo il prestito di 5,5 milioni già elargino a gennaio, a giugno bisognerà però mettere sul serio mano al portafogli: pagato 52 milioni di euro dal Chelsea, ne serviranno almeno 40 se i rossoneri vorranno davvero mettere le mani sul giocatore in maniera definitiva. Vedremo da qui ai prossimi mesi come andranno le cose.
Ndoye nel mirino del Napoli: si parte da 25 milioni
Secondo SportMediaset, il Napoli è tornato a bussare alla porta del Bologna per arrivare a Dan Ndoye, esterno svizzero classe 2000 che sta facendo così bene in questa parte di stagione. I felsinei per ora non lo vogliono mollare, ma in caso di trattativa si può fare per una cifra non inferiore ai 25 milioni di euro.
La nostra opinione: La maturazione di Dan Ndoye sta andando dalla parte giusta: se fino a questa stagione era un ottimo esterno, dotato di qualità e velocità ma non abbinata a grandi doti di assistman e di goleador, quest’anno il ragazzo svizzero si è sbloccato anche da questo punto di vista. Il n.11 rossoblù – con l’assenza di Orsolini per infortunio e il periodo non brillantissimo di Castro – è di fatto diventato la bocca da fuoco numero 1 del Bologna, entrando con forza nei taccuini di chi sta monitorando talenti buoni per la prossima stagione. Il Napoli è certamente tra le squadre interessate a lui: la stima di 25 milioni di euro sembra una buona base di partenza, da una parte e dall’altra. A patto che poi, una volta arrivato tra le grinfie di Antonio Conte non faccia la fine dei vari Ngonge o Folorunsho.
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