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il dopo sanremo
ROMA Le canzoni di Sanremo diventano spunto per la riflessione omiletica in chiesa. E’ accaduto stamani nella chiesa degli artisti di Roma. Monsignor Antonio Staglianò, rettore della basilica e presidente della Pontificia accademia di teologia, ha incentrato l’omelia domenicale sui testi delle canzoni, valorizzandone alcune e criticandone altre. «Queste cose, cioè Sanremo – ha osservato il vescovo dal pulpito – hanno a che fare con la parola di Dio che abbiamo appena ascoltato? Certo, eccome. C’è una verità altra, c’è qualcosa che viene da altrove e preme e ti dice: “Non ti fermare alla parola, alla forma che vedi, entra nel mistero invisibile che si comunica”». Interpellato dall’Adnkronos, mons. Staglianò, che ha commentato il Festival della canzone italiana su Famiglia Cristiana, osserva: «Deluso dalla scelta del vincitore? Mi aspettavo come vincitori Cristicchi o Brunori però alla fine anche la canzone di Olly meritava anche se torna a chiudere il concetto dell’amore all’interno di questa bolla romantica». Il punto, osserva il vescovo, è che «non riusciamo ad uscire dal guscio romantico del rapporto tra due cuori. Molte canzoni affrontavano il tema dell’amore come rapporto a due mentre nella canzone di Brunori e Cristicchi vedevo un tentativo di allargare i confini. Soprattutto la vicenda di Cristicchi con la madre malata: la sua canzone è una specie di profezia in questa società dell’ipermercato che pensa di dovere mettere accanto più robot che la presenza di chi vuole dare amore». Più che registrare delusione, Staglianò constata «la fatica che si fa dal punto di vista culturale ad uscire dal guscio romantico che rinchiude l’amore in un rapporto a due». Nel libro del profeta Geremia «così dice il Signore: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo”. Ebbene – osserva il vescovo Staglianò – Fedez con “Bella stronza” rivisitata ha fatto un atto di responsabilità dichiarando le sue colpe nell’avere fatto finire una relazione d’amore prima ancora che iniziasse. Vuole dire che tutto l’amore che vi sarà, poiché è finito prima di iniziare, non sarà un vero amore. E’ una simulazione. Puoi fare anche tanti figli e simulare amore».
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