Per le imprese senesi calano i prestiti e i risparmi. L’allarme della Cgia: “Così scivolano nel mercato illegale”

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Medaglia d’oro per il calo dei prestiti erogati e maglia nera per i risparmi tenuti in Banca: l’evoluzione del sistema imprenditoriale della provincia di Siena nell’ultima decade viene raccontata così in un’analisi dell’ufficio studi della Cgia di Mestre.

Nella ricerca, che prende in esame un lasso di tempo che va dal novembre del 2011 fino allo stesso mese dell’anno scorso, si vede come i titolari delle aziende qui da noi bussano sempre di meno agli istituti di credito per ottenere finanziamenti: a Siena infatti si assiste ad una flessione del – 59,1% delle richieste, che sono passate in tredici anni da 7,8 a 3,2 miliardi di euro.

Il dato è impressionante, anche perché nel Paese non c’è nessuna provincia che raggiunge questa percentuale con il segno meno. Basti pensare che il calo italiano è in media del – 34,9%.

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Ma quello che però è interessante vedere è come il nostro territorio abbia una reazione opposta rispetto alla discesa delle richieste di prestito.

Se infatti in tutte le province si assiste ad un generale aumento dei depositi da parte delle imprese, qui da noi accade invece il contrario: Siena è l’unica provincia che per i risparmi vede il segno meno. Dal novembre 2011 al novembre 2024 si è assistito ad un decremento del -20,1%, da 2,7 miliardi di euro a 2,2 miliardi.

“Segnaliamo” la “decisa diminuzione della domanda di credito avvenuta in questi anni da parte delle imprese, poiché, a seguito anche dei buoni risultati economici ottenuti, molte attività rimaste sul mercato hanno aumentato i risparmi e conseguentemente il loro utilizzo per far fronte alle spese correnti e agli investimenti – è il commento dell’associazione degli artigiani che scatta una foto a livello italiano- . La tendenza macroeconomica appena delineata non ha coinvolto indistintamente tutte le realtà produttive e commerciali del Paese. È verosimile che, per molte micro imprese, alla contrazione dei prestiti non sia seguita alcuna forma di autofinanziamento, bensì un progressivo deterioramento economico e finanziario che le avrebbe fatte scivolare nell’area grigia dell’insolvenza o, peggio ancora, a rivolgersi al mercato del credito illegale”.

MC



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