Fallimento del Cocoricò e della Rimini Calcio, patteggiano tutti i principali indagati

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A decretare la fine dell’era di Fabrizio De Meis al timone del Cocoricò era stato il Tribunale Fallimentare di Rimini che, nel giugno del 2019, aveva dichiarato il crack delle società legate all’imprenditore mettendo la parola fine ai balli sotto la piramide, rigettando il concordato preventivo in bianco presentato dalla società che gestiva il locale. A far parite l’iter è stata l’Agenzia delle Entrate per il mancato pagamento delle imposte con le mazzate finali che erano arrivate sia dal Comune di Riccione, che aveva sospeso la licenza al Cocoricò in quanto moroso con i pagamenti della Tari, che dalla Dance&Love, la società discografica di Gabry Ponte che vanta un credito con la discoteca da 250mila euro e che aveva messo sotto sequestro i marchi “Cocoricò”, “Titilla” e “Memorabilia”.

Era quindi partita un’indagine della Guardia di Finanza di Rimini, coordinata prima dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli poi dal sostituto procuratore Daniele Paci, che aveva investito le società Gruppo Cocoricò S.r.l., Mani Avanti S.r.l., A.C. Rimini 1912 S.r.l. e Titilla Beach Club S.r.l. con imputazioni varie a carico di quattro indagati, nelle rispettive qualità di amministratori, anche in concorso tra loro, per reati fallimentari e tributari. Nella giornata di giovedì l’iter giudiziario si è concluso davanti al gup del Tribunale di Rimini, Raffaele De Florio, con il patteggiamento di Marco Palazzi a 1 anno e 6 pena sospesa si è praticamente definita la vicenda della vecchia gestione del locale e della costola relativa alla Rimini Calcio sotto la guida di Fabrizio De Meis. Dell’intera indagine l’unica posizione ancora aperta è quella di Manuele Fedele, difeso dagli avvocati Rossella Guerni Rocco del Foro di Pavia e Federica Battistoni del Foro di Ancona, che è stata stralciata col 41enne che è stato rinviato al gup il 4 giugno prossimo per l’udienza preliminare.

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Palazzi, difeso di fiducia dall’avvocato Francesca Lotti, ha chiesto la definizione del procedimento per le imputazioni a suo carico mediante il rito del patteggiamento a pena sospesa, richiesta accolta dal gup che ha emesso sentenza nella giornata di oggi. Le imputazioni a suo carico, nella qualità di amministratore unico della Titilla Beach S.r.l., pendevano per i reati fallimentari di bancarotta fraudolenta per pagamenti preferenziali di circa 8.000 euro e di bancarotte semplici per aggravamento del dissesto astenendosi dal richiedere il fallimento e per tenuta in modo incompleto e irregolare dei libri e delle altre scritture contabili obbligatorie. Altresì, pendevano a suo carico imputazioni a titolo di concorso con Fabrizio de Meis per le bancarotte fraudolente per distrazione di oltre 350.000 euro ciascuna e bancarotta fraudolenta per pagamenti preferenziali di circa 9.000 euro.

 

“Considero questo patteggiamento tombale una definitiva uscita di scena da parte del mio assistito dal mondo della notte – ha commentato l’avvocato Lotti – che, pur avendogli, in un tempo lontano, restituito fama e successi, lo ha portato, suo malgrado, nella fase finale ad una vicenda caotica e impensabile di cui si è sempre dichiarato estraneo ma che, per evitare un processo lungo e complesso, lo ha condotto ad una scelta processuale di questo tipo; preciso che il patteggiamento di Palazzi è a pena inferiore a quella a suo tempo applicata, sempre con patteggiamento, al De Meis.”.

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Nella bancarotta era implicato anche Angelo Palmas, difeso dall’avvocato Alessandro Catrani del Foro, indagato nella qualità di amministratore delegato della A.C. Rimini 1912 S.r.l., in concorso con Fabrizio De Meis, per i reati fallimentari di bancarotta fraudolenta per tenuta dei libri e delle altre scritture contabili obbligatorie in maniera da non rendere possibile l’esatta ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, due bancarotte fraudolente per distrazione per importi complessivi di oltre 60.000 euro e di circa 70.000 euro, di bancarotta semplice per aggravamento del dissesto astenendosi dal richiedere il fallimento, si è difeso nel merito. 

Sottoponendosi ad interrogatorio in sede di avviso di conclusione delle indagini e fornendo documentazione difensiva utile a ricostruire la sua totale estraneità ai fatti contestatigli ha ottenuto uno stralcio per l’archiviazione. “Sono molto soddisfatto – ha commentato l’avvocato Catrani – per essere riuscito a dimostrare l’assoluta estraneità di Angelo Palmas, noto imprenditore, incensurato, oggi legato all’importante gruppo “Cipriani”, leader a livello mondiale, raggiunto a suo tempo da gravi contestazioni a carico che questa difesa ha dimostrato totalmente infondate.”. 

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Fabrizio De Meis, difeso di fiducia dall’avvocato Nicola Mazzacuva del Foro di Bologna, aveva già a suo tempo definito il procedimento con il patteggiamento di 1 anno e 10 mesi davanti al gip del Tribunale di Rimini Vinicio Cantarini. Pendevano a suo carico una serie di imputazioni relative alle società Gruppo Cocoricò S.r.l., A.C. Rimini 1912 S.r.l. e Mani Avanti S.r.l. e inerenti a reati fallimentari (bancarotte fraudolente per distrazioni di oltre 350.000 euro in due casi, di oltre 60.000 euro e di 70.000 euro in altri, bancarotta fraudolenta per tenuta dei libri e delle altre scritture contabili obbligatorie in guisa da non rendere possibile l’esatta ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, bancarotta fraudolenta per sottrazione/occultamento dei libri e delle altre scritture contabili obbligatorie, bancarotte fraudolente per pagamenti preferenziali di circa 300.000 e di circa 9.000 euro, di bancarotta semplice per aggravamento del dissesto astenendosi dal richiedere il fallimento) e di reati tributari.



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