impara la grafica da chi ha fatto la storia — Grafigata!

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Davvero ti serve a qualcosa studiare i lavori delle grandi figure di designer che hanno fatto la storia della grafica? Oggi ci sono i software, i social, l’intelligenza artificiale generativa: insomma, tutta roba che la maggior parte dei “mostri sacri” del graphic design manco si poteva immaginare.

Ma… te lo aspettavi, vero, questo “ma”? Certo, ovvio che c’è un “ma”.

Ti spiego: anche se oggi ti sembra tutto un po’ diverso, per via del contesto e degli strumenti, i problemi che deve affrontare nel suo lavoro chi fa graphic design sono, grossomodo, sempre gli stessi.

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Se ci pensi, anche quando cambiano gli strumenti, rimangono uguali gli obiettivi della grafica:

  • comunicare un messaggio
  • vendere qualcosa
  • spiegare un concetto
  • attirare l’attenzione

e fare tutto questo attraverso strumenti visivi. Ogni designer cerca la strada giusta per centrare questi obiettivi; ognuno con il proprio carattere, la propria visione del mondo, dentro il proprio contesto.

Ecco allora che è abbastanza semplice spiegarti perché la storia della grafica, e in particolare dei più grandi designer, ti fa molto comodo. Perché puoi facilmente ritrovare qualcuno che ha affrontato un problema simile a quello con cui sei alle prese tu; qualcuno che magari ha un gusto, una visione delle cose simili alle tue.

Oppure che ha fatto cose che tu non avresti mai immaginato, e proprio per questo ti dà uno stimolo diverso quando non sai proprio che strada prendere.

Grafigata negli anni ha prodotto un sacco di contenuti dedicati alle figure che hanno fatto, e continuano a fare, la storia della grafica. Perché siamo convinti che sono davvero molto utili, ma soprattutto perché siamo davvero appassionati delle loro storie e dei loro progetti.

Tutti i designer da conoscere

È davvero da parecchio tempo che sul nostro Instagram pubblichiamo dei caroselli, degli album sui designer da conoscere assolutamente.

Abbiamo parlato di tutte le epoche del design. Ci abbiamo messo chi si è occupato di tipografia, chi di illustrazione, di loghi, oppure di icone, di segnaletica o di riviste. Sì, ci trovi moltissimi uomini, ma anche tante donne, che sono riuscite a portare il loro talento in ambienti in cui erano ancora forti disparità e pregiudizi.

Ancora ci trovi tutti gli approcci caratteristici di diversi momenti: così, quando qualcuno parla di grafica anni ‘60 oppure anni ‘50, ma pure 2000, invece di avere un’idea vaga, puoi guardare ai designer più rappresentativi del loro lavoro.

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Ma cercarteli uno per uno su Instagram potrebbe essere abbastanza complicato, e non troppo funzionale. Per questo li abbiamo raccolto tutti qui! Dai, cominciamo:

Tutti i designer da conoscere

Joseph Muller-Brockmann

Epoca – Contesto: nato in Svizzera nel 1914, è uno dei più grandi maestri della grafica razionalista degli anni ‘50.

Lo dovresti conoscere per: i poster, dei capolavori di chiarezza e semplicità, basati su layout e tipografia basilari ma impeccabili.

Un’opera: il suo manuale “Sistemi a griglia” del 1981 è un testo fondamentale per il graphic design, e lo puoi sfogliare gratis qui.

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Herb Lubalin

Epoca – Contesto: nato in America, è una delle figure più importanti della tipografia e della grafica editoriale degli anni’70.
Lo dovresti conoscere per: il lavoro alle riviste Eros, Fact e Avant Guarde, in cui sperimenta soluzioni innovative, specie nella tipografia decorativa.
Un’opera: il font Avant Guarde, progettato da Lubalin per la rivista che così si intitolava.

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Massimo Vignelli

Massimo Vignelli foto

Epoca – Contesto: tra i massimi designer italiani. La sua carriera comincia negli anni’60 con una forte influenza modernista, ma attraversa da protagonista anche i decenni successivi.
Lo dovresti conoscere per: un’infinita quantità di loghi, identità, progetti. Dalla segnaletica e la mappa per la metropolitana di New York (la prima fatta solo di linee colorate e punti), ai loghi per Ford, American Airlines, United Colors of Benetton.
Un’opera: il suo libro “Il canone Vignelli”, una sorta di “testo sacro” per chi fa graphic design.

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Paul Rand

Epoca – Contesto: tra i massimi designer italiani. La sua carriera comincia negli anni’60 con una forte influenza modernista, ma attraversa da protagonista anche i decenni successivi.
Lo dovresti conoscere per: un’infinita quantità di loghi, identità, progetti. Dalla segnaletica e la mappa per la metropolitana di New York (la prima fatta solo di linee colorate e punti), ai loghi per Ford, American Airlines, United Colors of Benetton.
Un’opera: il suo libro “Il canone Vignelli”, una sorta di “testo sacro” per chi fa graphic design.

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Jan Tscichold

Epoca – Contesto: Tipografo, calligrafo e designer tedesco, tra gli anni’20 e ‘30 porta l’estetica Bauhaus nel graphic design.

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Lo dovresti conoscere per: la diffusione dei caratteri sans-serif, i poster che pubblicizzano le proiezioni di film al Phoebus Palast (questo per Buster Keaton in “Der General,” 1927), la progettazione di moltissimi font (Sabon, Transito, Classic Garamond, Saskia, Zeus)

Un’opera: il suo libro “Die Neue Typographie: Ein Handbuch für zeitgemäss Schaffende”, in cui afferma che la tipografia è funzionale e il suo scopo è la comunicazione. A distanza di 100 anni i principi contenuti in questo libro vengono ancora insegnati nelle scuole di design. È sfogliabile qui.

Milton Glaser

Epoca – Contesto: designer newyorkese simbolo della grafica pop anni ‘60 e ‘70

Lo dovresti conoscere per: il logo “I ❤️NYC”, le copertine del New York Magazine, i consigli ai giovani designer.

Un’opera: il poster del 1966 per pubblicizzare l’uscita di Bob Dylan’s Greatest Hits. Il poster è così importante per la cultura di quel periodo che fa parte della collezione del MoMA.

Saul Bass

Epoca – Contesto: Illustratore e designer americano. Lavora soprattutto per il cinema e disegna moltissime sequenze animate di testa e di coda per film che vanno dagli anni’50 ai ‘90.

Lo dovresti conoscere per: uno stile semplice ma non freddo, anzi sempre molto evocativo. Che applica alle sequenze animate così come alla progettazione di loghi celeberrimi, come quelli per Minolta, Kleenex, US Airways.

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Un’opera: la sequenza dei titoli di testa del film Psycho, di Alfred Hitchcock.

Bruno Munari

Epoca – Contesto: più che un designer, un’intellettuale completo come quelli del Rinascimento, influenza la cultura italiana del design per tutta la seconda metà del Novecento.

Lo dovresti conoscere per: la capacità di applicare i principi della progettualità a qualsiasi ambito: dal posacenere ai mobiles (le Macchine Inutili), dai libri per bambini ai manifesti pubblicitari per Campari.

Un’opera: il suo libro Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, in cui spiega, tra le tante altre cose,che saper progettare non è dote esclusiva e innata di pochi.

Armando Testa

Epoca – Contesto: disegnatore, pubblicitario, copywriter. Segna la cultura visiva del secondo dopoguerra in Italia con celeberrime campagne che animavano Carosello.

Lo dovresti conoscere per: la grafica allo stesso tempo pop e rigorosa dei manifesti Punt e Mes, i personaggi e le mascotte entrate nella cultura pop come gli abitanti del pianeta Papalla, Caballero e Carmencita, Pippo, l’ippopotamo blu di Lines.

Un’opera: il poster per lo pneumatico Atlante Pirelli, che mette insieme surrealismo e avanguardia pop, trasformando il prodotto in mascotte.

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Fortunato Depero

Epoca – Contesto: pittore, grafico e designer, tra i rappresentanti più noti e allo stesso tempo “irregolari” del Futurismo.

Lo dovresti conoscere per: le scenografie e i costumi teatrali, che rompono con qualsiasi tradizione, e i manifesti pubblicitari per Strega, Pathé, Campari, le copertine per Vogue e Vanity Fair.

Un’opera: il design della bottiglietta in vetro del Campari, che dura fino a oggi e rende immediatamente riconoscibile il prodotto.

Bob Noorda

Epoca – Contesto: nato ad Amsterdam, la sua carriera di graphic designer si svolge tutta in Italia e accompagna la crescita delle aziende nel periodo del boom economico.

Lo dovresti conoscere per: il lavoro per costruire in Italia la cultura della brand identity, la grafica per la Metropolitana di Milano, i loghi di Mondadori, Agip, Enel, Regione Lombardia.

Un’opera: il logo di Coop, una rivisitazione di quello progetto da Albe Steiner e Lica Steiner negli anni’60, a cui associa tutto il sistema coordinato di brand image.

Max Huber

Epoca – Contesto: come Noorda, nasce altrove (in Svizzera) ma la sua carriera decolla in Italia. La sua grafica pubblicitaria costruisce l’estetica degli anni ‘50.

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Lo dovresti conoscere per: i manifesti per Borsalino, il logo e il materiale pubblicitario per la Rinascente, le copertine per la rivista Jazztime.

Un’opera: il logo disegnato nel 1957 per la catena Supermarket. Se non riconosci il brand, è perché oggi si chiama “Esselunga”, e il nome deriva proprio dal tratto allungato della “S” così caratteristico nel logo di Huber.

Paula Scher

Epoca – Contesto: graphic designer americana, dal 1991 lavora per l’agenzia Pentagram, di cui diventa la prima direttrice donna.

La dovresti conoscere per: i poster realizzati per il Public Theatre, per l’uso non convenzionale della tipografia, oltre ai loghi e all’immagine di aziende come CNN, Tiffany&Co., Citybank

Un’opera: il logo per Windows 8, che punta su una forma semplificata e su un colore solo, eliminando il giallo-rosso-verde-blu degli anni ‘90.

David Carson

Epoca – Contesto: americano, da surfista professionista a graphic designer, è il più famoso esponente della grafica grunge degli anni ‘90.

Lo dovresti conoscere per: la direzione artistica della rivista di moda giovanile Ray Gun, in cui sovverte le regole del design con interlinee sovrapposte, crenature irregolari, lettere con pesi differenti. Le copertine dei dischi fatte con la tecnica del collage.

Un’opera: nel suo caso non tanto un’opera ma un concetto: “don’t confuse legibility with communication”.Che mette in discussione i dogmi modernisti e sul quale lui stesso produce contenuti spassosi.

Louise Fili

Epoca – Contesto: designer italo-americana, un’eccellenza nel campo della grafica editoriale e della tipografia a livello mondiale tra anni ‘80 e ‘90.

La dovresti conoscere per: le copertine per Panteon Books degli anni ‘80, in cui recupera con intelligenza i linguaggi grafici di epoche passate.

Un’opera: il suo libro Elegantissima: The Design & Typography of Louise Fili, in cui raccoglie 40 anni di carriera e dove puoi trovare un sacco di ispirazione, soprattutto per la tipografia.

Stefan Sagmeister

Epoca – Contesto: nato a Vienna, diventa famoso a livello globale per il suo approccio decisamente non convenzionale al graphic design, dentro cui porta l’estetica punk.

Lo dovresti conoscere per: l’immagine coordinata del Jewis Museum, le tazzine Illy ispirate alle illusioni anamorfiche, e i poster di cui è protagonista attraverso il ricorso alla body art.

Un’opera: la copertina per l’album di Lou Reed Set the Twilight Reeling, che vede protagonista la scrittura a mano, espressiva e spontanea.

Franco Grignani

Epoca – Contesto: artista e designer italiano, rappresenta ai più alti livelli il movimento della op art, specie tra gli anni ‘60 e ‘70.

Lo dovresti conoscere per: le copertine della collana Science Fiction di Penguin Books e le pagine pubblicitarie di prodotti dell’azienda farmaceutica Dupé.

Un’opera: il logo Woolmark – pura lana vergine, in cui coniuga alla perfezione un design funzionale con l’estetica op, e ancora oggi considerato nei sondaggi uno tra i migliori loghi di sempre.

Noma Bar

Epoca – Contesto: designer e illustratore israeliano, negli anni ‘2000 si trasferisce a Londra, e influenza lo stile flat caratteristico di quella stagione della grafica.

Lo dovresti conoscere per: la sua firma è il cosiddetto stile degli opposti, che sfrutta il principio figura-sfondo per dare più piani di lettura e significati alla stessa immagine, che resta molto semplice e stilizzata.

Un’opera: le sue copertine per Internazionale, in cui riesce ad affrontare temi d’attualità molto complessi con il suo stile allo stesso tempo semplice e di grande impatto.

Susan Kare

Epoca – Contesto: designer americana, pioniera della Pixel Art e figura estremamente influente per la grafica degli anni ‘80.

La dovresti conoscere per: il lavoro sulla progettazione delle prime interfacce grafiche, come quella di Windows 3.1, e la creazione di font, come lo Chicago.

Un’opera: il set di icone per il primo Mackintosh, progettato su un quaderno a quadretti per simulare i pixel.

Malika Favre

Epoca – Contesto: illustratrice francese contemporanea, il suo stile è così incisivo che ha superato i confini dell’illustrazione per influenzare tutto il mondo del graphic design con la tendenza al flat design.

La dovresti conoscere per: le sue copertine per The Newyorker, Vogue, Penguin Books, dall’inconfondibile stile fatto di campiture piatte di colore, un misto tra le influenze della pop art e dell’op art.

Un’opera: il recentissimo poster che celebra l’ultima stagione della serie Netflix The Crown

April Greiman

Epoca – Contesto: tra le più influenti designer americane contemporanee, dirige la società di consulenza Made in Space.

La dovresti conoscere per: la sua produzione di poster, come quello per il Museo Fortuny, o quello per le Olimpiadi di Los Angeles del 1984, in cui fa un uso evidente e deliberato della grafica digitale, di cui è certamente la pioniera.

Un’opera: Does it make sense, una gigantesca opera su carta realizzata nel 1984, che costituisce l’uscita 133 della rivista Design Quarterly, pubblicata dal Walker Art Center in Minneapolis.

Michael Bierut

Epoca – Contesto: partner di Pentagram e allievo di Vignelli, traghetta la sua eredità nel graphic design contemporaneo.

Lo dovresti conoscere per: il suo lavoro sulle brand identity di clienti come Benetton, Walt Disney, Motorola, la rivista The Atlantic, in cui applica i principi del design funzionalista.

Un’opera: il libro “How to use graphic design“, assolutamente e il famosissimo rebranding di Slack.

Walter Landor

Epoca Contesto: nato a Monaco, lavora in America dove diventa una vera leggenda del logo design e dell’identità aziendale.

Lo dovresti conoscere per: un’infinità di loghi, tra quelli che hanno creato la nostra cultura visiva sul graphic design: DelMonte, Malboro, Alitalia, WWF, Levi’s, Kellog’s. È tra i primi a capire l’importanza del logo e del graphic design per il marketing di prodotto.

Un’opera: il logo di FedEx, con la freccia “nascosta” nello spazio negativo tra le ultime due lettere.

Lora Lamm

Epoca – Contesto: sotto la guida di Max Huber comincia a lavorare per Rinascente e con le sue campagne detta il gusto di grafica e illustrazione dell’Italia degli anni ‘50.

La dovresti conoscere per: la sua produzione di materiale promozionale per Rinascente, Pirelli e Olivetti, che unisce un tono positivo e scanzonato a un design sempre curatissimo.

Un’opera: i manifesti per Pirelli, che introducono la presenza femminile nella comunicazione legata ai motori e al trasporto.

Neville Brody

Epoca – Contesto: type designer e direttore artistico inglese, è uno dei più interessanti esponenti della grafica glamour e “scorretta” degli anni ‘80 e ‘90.

Lo dovresti conoscere per: la direzione artistica della rivista di musica e moda inglese The Face e le copertine degli album di gruppi come Cabaret Voltaire, Depeche Mode e Level 42.

Un’opera: il restyling del quotidiano The Times, per cui realizza anche il font Times Modern, con cui sostituisce il Times New Roman.

Armando Milani

Epoca – Contesto: una delle più importanti figure della grafica italiana, allievo di Albe Steiner, si trasferisce in America a fine anni’70 per lavorare nella Vignelli Associati.

Lo dovresti conoscere per: il suo lavoro di graphic e logo designer per brand come Lancia, Bottega Veneta, Euromark, che si distingue per una visione originale, e il suo più recente impegno in campagne di comunicazione legate alle tematiche sociali.

Un’opera: il poster realizzato per le Nazioni Unite che si intitola Translating War into Peace, che punta sulla funzione simbolica dell’illustrazione.

Altri designer da conoscere

Negli anni abbiamo parlato di moltissimi designer sui nostri social.

Ecco una lista di altri designer da conoscere e di cui approfondire i lavori:

  1. Alan Fletcher
  2. Armin Hofmann
  3. Jacqueline Casey
  4. Otl Aicher
  5. Lance Wyman
  6. Lester Beall
  7. Michael Wolff
  8. Leonardo Sonnoli
  9. Luba Lukova
  10. Kazumasa Nagai
  11. Jessica Walsh
  12. Edel Rodriguez
  13. Astrid Stavro
  14. Ivan Chermayeff

Conclusioni

Come ti dicevo a noi questa sembra una buona varietà di storie e di designer. Di certo continueremo a produrne e, proprio per questo, ci serve il tuo aiuto.

Se ti vengono in mente figure di designer che non trovi nell’elenco qui sopra, e che invece ti piacerebbe conoscere meglio, scrivilo nei commenti.





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