Terzo mandato, la Lega accelera ma Fratelli d’Italia chiude: opposizioni all’attacco

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La Lega vuole chiudere in fretta la partita del terzo mandato per il presidente della Provincia e ha chiesto la procedura d’urgenza per il proprio disegno di legge

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La comunicazione è arrivata proprio all’inizio della seduta consiliare di ieri, 11 gennaio, come un fulmine a ciel sereno. E subito ha scatenato una tempesta. Tra i banchi dell’opposizione, ma anche tra i partiti di maggioranza. «È stata chiesta la procedura d’urgenza — ha spiegato il presidente del consiglio Claudio Soini — per il disegno di legge che modifica la legge elettorale del 2003». Vale a dire, per il provvedimento presentato dalla Lega — e sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza, tranne Fratelli d’Italia — che punta a introdurre il terzo mandato per il presidente della Provincia. Una mossa che ha spiazzato il consiglio, tanto che il Pd è partito in quarta. «Sono previste per caso elezioni anticipate?» ha chiesto ironicamente Lucia Maestri, attaccando la fretta del Carroccio nel provare a mettere al sicuro il terzo mandato per il governatore Maurizio Fugatti.

Procedura d’urgenza

Domani pomeriggio il consiglio dovrà decidere se accettare o meno la richiesta di procedura d’urgenza (interverranno un consigliere a favore e uno contrario), poi nel caso si partirà con un iter accelerato che dovrebbe portare la discussione del disegno di legge in Aula ad aprile. Ma le scintille che sono volate ieri in consiglio — e soprattutto fuori dall’Aula — hanno fatto capire che il percorso sarà quantomeno accidentato. E con votazioni che potrebbero essere sul filo del rasoio.




















































«Per noi — ha sottolineato il capogruppo della Lega Mirko Bisesti — questo è un disegno di legge importante. L’urgenza? Vogliamo affrontare il tema con i giusti tempi, mettendo in conto anche eventuali ritardi, impugnative o altro». Un disegno di legge «delicato», lo ha definito l’esponente del Carroccio: «Una riforma che non può essere portata all’ultimo momento» ha chiarito Bisesti, pronto a tendere la mano: «Si tratta di un testo aperto ai contributi che arriveranno, in primo luogo dalla maggioranza, sulla base delle diverse sensibilità. Ma ovviamente su questo possono esserci interlocuzioni anche con la minoranza». Parole non pronunciate a caso, quelle del capogruppo provinciale della Lega: da chi ha sottoscritto il disegno di legge infatti sono già arrivate ipotesi di ulteriori modifiche alla legge elettorale. Sul numero delle preferenze ad esempio, ma anche sul sistema vero e proprio.

Fratelli d’Italia e l’opposizione

A pesare sul destino del provvedimento, però, è la posizione di Fratelli d’Italia, la cui contrarietà al terzo mandato è ferma, a partire dal livello nazionale: la linea della premier Giorgia Meloni è chiarissima — non a caso le tensioni con la Lega in consiglio dei ministri non sono mancate — ed è evidente che il gruppo trentino non potrà discostarsi dalla direzione impressa dalla leader. «La nostra posizione sul terzo mandato è nota e non ci sono elementi di novità» hanno ripetuto infatti ieri i consiglieri meloniani. Che però hanno mostrato sfumature diverse di fronte alla possibilità di modifiche al testo, prima di essere «richiamati» dalla vicepresidente della Provincia Francesca Gerosa in una lunga riunione di gruppo, al termine della quale è stata indicata la linea. «Per quanto riguarda la richiesta di votare il carattere di urgenza — ha sintetizzato la stessa Gerosa, insieme a Christian Girardi — ascolteremo le motivazioni e poi faremo le valutazioni come gruppo». Per decidere «se astenerci o votare contro». Perché, a tre anni dal prossimo appuntamento alle urne, ha aggiunto la vicepresidente, «non vedo quali siano i motivi di urgenza». Anche se i meloniani potrebbero comunque intervenire con un proprio disegno di legge per provare a risolvere il nodo delle eventuali doppie elezioni ravvicinate se Fugatti decidesse di dimettersi a più di un anno dalla fine della legislatura (si andrebbe al voto infatti dopo le dimissioni e poi a settembre 2028, per mantenere la contestualità con il voto a Bolzano, previsto da Statuto): «Valuteremo strada facendo, ma non vogliamo che i cittadini tornino a votare due volte in un anno» ha osservato Girardi. «In questo modo, la provincia sarebbe ingovernata» ha aggiunto Gerosa.
In ogni caso domani la Lega per il primo step del disegno di legge non avrà il sostegno di Fratelli d’Italia. Per passare, la procedura d’urgenza dovrà incassare la maggioranza dei voti, seppur semplice. Dunque, se alla fine i meloniani optassero per l’astensione, l’iter accelerato potrebbe ottenere il via libera. Se invece i quattro di FdI decidessero di votare contro, la procedura d’urgenza non verrebbe accordata. E il disegno di legge? In quel caso, serve una maggioranza qualificata: i voti positivi devono essere infatti almeno 18, su 35. E senza Fratelli d’Italia il centrodestra scende a 17 consiglieri. Troppo pochi. Il richiamo di Bisesti all’opposizione va dunque anche in questa direzione. Con un obiettivo in particolare: convincere Filippo Degasperi (Onda), che si è mostrato possibilista. 

«A parte la questione imbarazzante dell’urgenza — ha detto ieri — io sono disponibile a discutere di legge elettorale. Ma il punto fondamentale è la riduzione del potere del presidente, eliminando il premio di maggioranza». Di sicuro la mano tesa non è rivolta al centrosinistra, che di terzo mandato non vuole sentir parlare. «Questa è la norma salva-Fugatti, oltre a una prova di forza tra Lega e FdI» ha tuonato il capogruppo dem Alessio Manica. Che ha definito «inaccettabile» la mossa della Lega: «Una legge elettorale dovrebbe essere discussa con una procedura normale. E non con una urgenza che non esiste». Per questo, ha anticipato Manica, «faremo tutto quanto è possibile da regolamento per impedire questa forzatura. E terremo d’occhio il presidente Soini per capire come gestirà la partita».

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