Crediti fittizi per usufruire del bonus facciate, sono 17 le persone indagate dalla procura di Nocera Inferiore, raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini, prima della richiesta di processo. Il lavoro investigativo è stato condotto dalla Guardia di Finanza di Padova, con il coinvolgimento anche di due società con sede legale a Milano e in provincia di Salerno.
Nel mirino è finito, come più volte emerso in altre indagini, l’uso distorto delle misure agevolative introdotte in materia edilizia sotto forma di crediti d’imposta da cedere a terzi, con possibilità di compensarli con imposte/contributi effettivamente dovuti o di monetizzare il controvalore presso banche e altri istituti finanziari abilitati. L’ormai noto “bonus facciate”, consente la detrazione fiscale, in 10 quote annuali di pari importo, delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 nella misura del 90% (nel 2022 del 60%), in alternativa, lo sconto in fattura di tale importo sul corrispettivo dovuto al fornitore o, ancora, di cedere a terzi il credito d’imposta in parola.
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L’inchiesta si era sviluppata da accertamenti su una ditta individuale con sede a Padova, ritenuta gestita di fatto da uno dei principali indagati. Da qui le fiamme gialle svelarono un presunto meccanismo di frode, messo in atto da imprenditori del settore edile, con la comunicazione all’Agenzia delle Entrate, tramite l’apposita piattaforma telematica, della sussistenza di 2,7 milioni di euro circa di crediti d’imposta ritenuti inesistenti per lavori mai effettuati.
E attribuiti alle asserite imprese beneficiarie del predetto bonus. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Vicidomini, Valerio De Nicola ed Ernesto Donatello. Le società monitorate – nei fatti – risultarono prive di strutture, risorse e mezzi idonei per la realizzazione di interventi edilizi a favore di oltre 20 persone fisiche, residenti in diverse province italiane e ignare della procedura agevolativa attivata fraudolentemente a loro nome, che all’epoca dichiararono di non aver commissionato i lavori e di non conoscere le imprese coinvolte. I crediti fittizi generati furono monetizzati per oltre 400mila euro, con cessione a Poste Italiane, di cui una parte fu poi impiegata per acquistare un immobile. Mentre un’altra fu trasferita su un conto intestato ad uno degli indagati, con la parte rimanente trasferita ad altri.
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Questi, dissimulando l’origine stessa del denaro, avevano retrocesso le somme al primo. I restati crediti, invece, restarono nella disponibilità delle altre persone coinvolte. I territori interessati dalle indagini sono Nocera Inferiore, Sant’Egidio del Monte Albino, Roccapiemonte, Salerno, Castel San Giorgio, oltre che nel nord Italia.
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