Ciao Daniele, grazie per aver accettato il mio invito!
Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura è nata da piccolo. Tuttavia, la mia carriera nell’informatica, nella sicurezza delle frontiere europee e nella sostenibilità della catena alimentare, mi ha tenuto lontano da questa passione per molto tempo. Recentemente, ho potuto dedicarmi alla scrittura, trasformando in storie le mie esperienze professionali e le osservazioni sulla natura umana.
Quali consigli daresti a chi vuole approcciarsi al mondo della scrittura?
Il mio consiglio principale, per chi vuole iniziare a scrivere, è di vivere intensamente con i propri personaggi. Credere che esistano davvero, come faccio io: bisogna sedersi accanto a loro, ascoltarli, osservarli nelle loro relazioni sociali e durante le riflessioni silenziose. La scrittura non è solo tecnica, ma è soprattutto capacità di osservazione e comprensione profonda della natura umana, delle sue problematiche.
Sei a favore del Self?
Per uno scrittore, che vuol controllare tutto il processo di diffusione del proprio romanzo, il Self è un contesto possibile che può dare soddisfazioni. Certamente, un grande editore che si interessi al proprio romanzo e concretamente lo diffonda, può aiutare.
Quali autori ti hanno ispirato?
Alberto Moravia per la profondità delle sue analisi introspettive e relazionali. Italo Calvino per la sua accuratezza nel descrivere situazioni tragicomiche, apparentemente surreali dove spazio e tempo si rincorrono. Leone Tolstoj per la maestosità nella narrazione delle passioni umane. Ce ne sono stati altri, certamente non minori, che hanno suggerito molti altri punti di vista sulla realtà, sulle emozioni e sui sentimenti.
Scriveresti mai a quattro mani un libro?
Non ci ho mai pensato. Tuttavia dovrei capire se si parla di quattro mani pensanti, o soltanto scriventi, o entrambe pensanti e scriventi, o una pensante e una scrivente o…(Accidenti alla mia natura di informatico!)
Come è nato L’amore Innaturale?
Nell’attività di consulente di fiducia, ho notato che molti rapporti d’amore sono cervellotici, sono delle partite a scacchi per poter amare meglio e di più, illusoriamente. Ho capito infatti che l’amore non funziona se diventa un meccanismo razionale. Poi, ho voluto raccontare di Pisa, di quando ero studente e di quando ci sono tornato in vacanza dopo lungo tempo di lavoro all’estero. Ma la storia è tutta inventata per sostenere e inviare alla lettrice e al lettore il messaggio principale del romanzo: la razionalità non funziona in amore!
A quale genere letterario appartiene?
L’Amore Innaturale è un romanzo di narrativa che contiene consistenti componenti del thriller psicologico. Ci sono viaggi introspettivi nella propria mente, come quello di ‘Anna nel sogno’ e di ‘Anna nello specchio’, che è sempre Anna, ma lungo dimensioni diverse.
I protagonisti sono stati inventati da te o sono personaggi reali?
I miei personaggi sono delle creazioni originali con cui sviluppo un rapporto molto stretto. Vivo con loro, li osservo, li ascolto, li consiglio, ma non mi intrometto nelle loro discussioni. Sono ispirati dalla mia esperienza come consigliere di fiducia e dalla mia osservazione delle relazioni umane.
E poi sono proprio sicuro che essi attualmente vivano in qualche parte del mondo o in qualche epoca storica, come PERVINCA (titolo ed eroina del mio primo romanzo) che vive in tutte le epoche e in ogni luogo…
Quanto “Daniele” c’è all’interno dei tuoi libri?
Sì, c’è molto di “Daniele” nei miei libri, soprattutto la mia esperienza professionale nel campo della sicurezza informatica e come consigliere di fiducia per la prevenzione delle molestie. La mia capacità di osservare la realtà attraverso i racconti e le inquietudini delle persone si riflette fortemente nella mia scrittura, così come la conoscenza delle scienze dell’informazione, mia materia di studio e di lavoro.
Progetti futuri?
I personaggi che potrebbero sembrare “minori” nelle mie storie sono in realtà custodi di verità universali che emergono inaspettatamente durante la narrazione. Mentre scrivo, si manifestano con le loro voci distintive, portando con sé storie che chiedono di essere raccontate. È come se bussassero alla porta della mia immaginazione, ciascuno con un bagaglio di esperienze che risuonano con grande umanità. Le loro apparizioni, per quanto brevi, spesso piantano i semi di nuove narrazioni che germogliano naturalmente e diventano i progetti successivi. È affascinante come questi personaggi, pur mantenendo un ruolo apparentemente marginale, riescano a tessere fili invisibili che collegano diverse storie. Tuttavia, ogni mio romanzo resta un’opera compiuta e indipendente: infatti, pur condividendo echi e risonanze con gli altri, ciascuno racconta una storia che si conclude in modo definitivo, offrendo ai lettori un’esperienza narrativa completa e soddisfacente.
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