STRATEGIE, eventi e riflessioni. Nuovo anno del Diplomatic Council – The Global Think Tank

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a cura di Ciro Maddaloni, esperto di e-government internazionale https://www.giornalediplomatico.it/festa-del-nuovo-anno-del-diplomatic-council-the-global-think-tank.htm In occasione della celebrazione del nuovo anno, a Francoforte nella prestigiosa sede di Villa Bonn, il Diplomatic Council ha organizzato un convegno per presentare il suo nuovo lavoro dal titolo “Europe and the Emerging New Global Order”. Il libro induce a una riflessione sul quadro di sicurezza europea e fornisce spunti e idee per la divulgazione della consapevolezza sui problemi della sicurezza in Europa.

LA SICUREZZA IN EUROPA

L’ambasciatore e professore Heinrich Kreft, presidente del Diplomatic Council, e Jochen M. Richter, presidente del Global Security Forum, hanno fornito una panoramica di questo ultimo lavoro, dove vengono illustrate tutte le problematiche di sicurezza in Europa che il Diplomatic Council ha voluto sintetizzare in questa pubblicazione anche per fornire una guida per le sue future iniziative presso le Nazioni Unite. Il professor Kreft nel corso del suo intervento ha illustrato cinque punti che rappresentano i principali problemi aperti in ambito sicurezza in Europa. Il primo riguarda l’aggressione della Russia all’Ucraina, una guerra che si combatte ormai da tre anni e che, malgrado i proclami del nuovo presidente degli Stati Uniti di porre fine al conflitto a ventiquattro ore dal suo insediamento (il 20 gennaio scorso, n.d.r.), non accenna a finire.

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SOSTEGNO ALL’UCRAINA

L’Europa si è impegnata a continuare a sostenere con aiuti economici lo sforzo bellico dell’Ucraina ed ha anche confermato il 27 gennaio nella riunione congiunta del Consiglio dell’Unione europea, Consiglio europeo e Consiglio Affari esteri, il prolungamento, fino al 31 luglio 2025, delle dure sanzioni imposte alla Russia. Inoltre inizia a farsi strada in alcuni stati dell’Unione europea la possibilità di un intervento militare diretto in sostegno dell’Ucraina. Il secondo punto riguarda le minacce di imposizioni di tariffe all’Unione europea per le esportazioni verso gli Stati Uniti d’America. Si tratta di utilizzare la minaccia di imporre tariffe sulle merci che gli Usa importano dall’Europa come strumento di pressione per ottenere concessioni commerciali da parte dell’Unione europea e per mettere in equilibrio la bilancia tra Washington e Bruxelles, attualmente fortemente in favore dell’Europa.

RICHIESTE DI TRUMP

Gli Usa chiedono l’aumento delle importazioni di idrocarburi e prodotti industriali, incluso il settore della difesa da parte dell’Europa. Il terzo punto riguarda la ricostruzione in Medio Oriente della striscia di Gaza e della Siria con il supporto dell’Europa e degli Stati Uniti. Anche in questo caso però, la tendenza di Washington è quella di rivolgersi più alla Cina Popolare e all’India piuttosto che all’Europa, preferiti dalla nuova presidenza come interlocutori. Questo è il problema che aveva evidenziato il presidente Mario Draghi nel rapporto sul futuro della competitività europea, che pur avendo basi adeguate per essere un’economia altamente competitiva, registra negli ultimi due decenni, una crescita ridotta a causa del rallentamento della produttività, costantemente più bassa di quella degli Usa, mentre la Cina ha recuperato rapidamente terreno. Questo ha comportato un aumento del divario nel prodotto interno lordo tra Unione europea e Stati Uniti d’America, facendo percepire ai partner mondiali la debolezza dell’Europa.

LA NUOVA MAPPA GEOPOLITICA

Il quarto punto riguarda la nuova mappa geopolitica che emerge nel Medio Oriente dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria. Israele ha approfittato della debolezza dell’Iran e dei problemi della Russia in Ucraina per attaccare e distruggere la gran parte delle installazioni militari iraniane e ridimensionare significativamente il potere offensivo iraniano e siriano. Da questo breve conflitto tramonta la presenza russa in Siria e si isola l’Iran che ha perso il suo proxy più importante dell’area. Emerge contemporaneamente la nuova potenza militare e geopolitica turca. Questo nuovo quadro dovrà essere tenuto presente per il rilancio degli accordi di Abramo fortemente voluti da molti dei paesi arabi, ma che non sono ben visti da Recep Tayyip Erdoğan.

IL SUD DEL MONDO E I BRICS

Forse anche per questa nuova situazione Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco, si è fermata in Turchia alcune ore prima della visita effettuata a Damasco, per incontrare al Jolani e le autorità che hanno preso il potere dalla caduta di Assad. Infine, quale quinto e ultimo punto, il professor Kreft ha voluto citare i tentativi dei paesi del Sud del mondo che sperano di poter contare di più aderendo ai Brics. Si tratta di paesi che hanno un peso economico e politico limitato e che sperano, aderendo ai Brics, di poter partecipare alle decisioni geopolitiche mondiali. Un segnale che non deve essere trascurato da parte dell’Occidente, anche se al momento non rappresenta ancora un’alternativa credibile agli attuali equilibri economici e geopolitici mondiali. Riflessioni che invitano a pensare cosa potrebbe diventare il mondo da qui a cinque o dieci anni, le sfide che si presenteranno con i nuovi equilibri mondiali che si stanno delineando, e quali strategie dovrebbe adottare l’Europa per mantenere un ruolo di leader in questa trasformazione planetaria.

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