Emilia Guarnieri Smurro: “Credo ancora nell’amicizia fra i popoli e spero che cresca a Rimini”

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Dopo l’intervento di Vittorio D’Augusta (“Non mi appassiona Rimini capitale della cultura, ma che Rimini la cultura la ascolti”) e l’intervista a Pietro Leoni (“La musica che serve alla cultura di Rimini va suonata tutti assieme”) proseguiamo i nostri colloqui sull’impegno degli uomini e delle donne di cultura riminesi per la crescita della nostra Città con Emilia Guarnieri Smurro, Presidente della Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i Popoli dal 1993 al 2020. Il fil rouge che lega le domande che abbiamo rivolto alla Signora Guarnieri fondamentalmente sono per capire se la presenza di CL a Rimini, con la sua organizzazione, le sue strutture, le sue idee, facciano parte della nostra comunità oppure se, come sostengono diversi opinionisti, la loro alterità  culturale li differenzia e li estranea dal contesto cittadino.

Emilia Guarnieri Smurro

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Signora Guarnieri cosa ne pensa delle riflessioni di Vittorio D’Augusta? Sono solo una provocazione oppure solleva problemi reali?

“Le riflessioni di D’Augusta sono importanti. Innanzitutto perché mettono a tema la cultura, e cultura significa tanto! Significa consapevolezza della realtà e del suo significato. Cultura significa avere un giudizio sulla vita, sui bisogni degli uomini, su le cose che aiutano a vivere meglio. Ma cultura, come D’Augusta sottolinea, è domanda di partecipazione e di condivisione. E’ accoglienza, è dialogo. Anche perché i tempi in cui viviamo impongono sempre di più di far crescere nella cultura di ogni popolo, di ogni realtà etnica o religiosa, di ogni realtà cittadina, di ogni gruppo di appartenenza, una instancabile capacità di confronto e di incontro. Ha ragione D’Augusta quando afferma che non si fa cultura con gli slogan ma con una condizione di serenità del vivere. Mi permetto di interpretare questa serenità come una esperienza di vita autentica, dove domande e bisogni possano esprimersi ed essere affrontati”.

Lei è stata, ed è tuttora, una delle figure più importanti del movimento di Comunione e Liberazione a Rimini sin dai primi anni ’70. Valerio Lessi nell’Introduzione del suo libro “Una storia di popolo. I primi 50 anni di CL a Rimini”scrive: “senza la presenza di Comunione e Liberazione la storia di Rimini degli ultimi cinquant’anni sarebbe stata diversa. Non è un giudizio di qualità, è una constatazione. Da quei ragazzi che nell’estate del 1962 incontrarono alcuni coetanei milanesi in vacanza, è nato un popolo”. Questo popolo ha sviluppato un progetto culturale, oltre che ecclesiastico, importante. Come questo progetto ha interagito con la Città? E’ stato capace di andare oltre ai militanti di CL per confrontarsi ed influenzare il resto degli intellettuali riminesi?

“Più che di progetto parlerei di una presenza che fin dai suoi inizi si è posta nei luoghi dove la gente vive, scuola, ambienti di lavoro, mondo della politica, ambiti ecclesiali. Tutte le iniziative e le opere generate non sono mai nate da una strategia a tavolino, ma da un impeto di comunicazione, da un incontro accaduto o dall’esigenza di rispondere a bisogni emergenti. Come è stato nel 63 o 64, all’inizio di GS, quando dall’incontro con Sergio Zavoli e dal racconto della sua esperienza in Africa con Schweitzer era nato il nostro primo gesto pubblico al Novelli. Per il gusto di condividere una esperienza bella che stavamo vivendo sono nati i primi concerti del Coro di Gs. E la prima sezione di scuola Materna, embrione della futura Karis, è nata dal desiderio di educare i nostri bambini con lo stesso accento di esperienza umana alla quale eravamo educati noi nel Movimento. E anche il Meeting nasce da un impeto, quello di incontrare e far incontrare a Rimini le cose belle e vere che ci sono nel mondo, con la prospettiva che questo sia una occasione di incontro così interessante da poter generare amicizia tra i popoli. A tal punto non c’erano né progetti né strategie che inizialmente si pensava addirittura che l’iniziativa dovese avere cadenza decennale. La realtà e non i progetti hanno fatto il resto. Tutte queste iniziative hanno interagito, pur se in modo diversi, con la città, incontrando tante persone con le quali abbiamo condiviso pezzi di storia e di esperienza”.

Con CL nascono anche alcune sue emanazioni culturali come la libreria Jaca Book, il circolo Pascha, Radio Riviera, il centro culturale Il Portico del Vasaio, il Centro Tarkovskij, il sistema educativo che sfocerà poi nella Karis Foundation (scuole dalle materne alle superiori). Realtà associative e luoghi d’incontro: solo per i ciellini o anche per la Città?

“Tutti gli esempi citati documentano la storia di realtà e luoghi nati da persone di CL (tra l’altro spesso non solo di CL), ma fruiti poi da chiunque incontrandoli li riconosce buoni per sé. Le Scuole della Karis per esempio hanno sempre avuto un’utenza in misura considerevole di ragazzi provenienti da famiglie non del Movimento. La Libreria, al Centro Studi della zona Colonnella, ha rappresentato per anni un punto di riferimento per tantissimi insegnanti, studenti e famiglie. Radio Riviera era stata una delle prime emittenti libere presenti nella città, nata intorno a persone di CL, ma non solo, cresciuta con il contributo di tanti professionisti della comunicazione. Il Centro Tarkovskij continua ad essere una location utilizzata da tantissime realtà del territorio, anche perché, come spesso si sottolinea, Rimini è carente di contenitori adeguati a manifestazioni culturali. L’elenco potrebbe continuare, anche perché la natura “cattolica” ce l’abbiamo nel sangue! Le cose si fanno per tutti e per incontrare tutti. Tutto quello che facciamo nasce dall’incontro che abbiamo fatto con l’esperienza di don Giussani ed è una cosa così bella che sempre desideriamo condividere con ogni persona, soprattutto in un tempo come quello di oggi, in cui il vuoto e il non senso del vivere sono così incombenti”.

E poi nel 1980 nasce il Meeting. Sempre secondo Lessi “senza dubbio l’iniziativa più imponente, sia per dimensioni che per efficacia missionaria, tra quelle nate dall’esperienza di CL, a Rimini”. Lei di questa esperienza ne è stata per quasi quarant’anni protagonista assoluta. Cosa è stato ed è il Meeting per Rimini?

“Mi permetto di correggere quell’assoluta. Protagonista e responsabile mi ci sono trovata, e lo sono stata. Anzi ritengo questo un grande regalo che la vita mi ha fatto e di cui sono molto grata. Ma ho sempre condiviso la conduzione del Meeting con un gruppo di amici, con i quali mettersi intorno a un tavolo a discutere, riflettere, immaginare, ma soprattutto lasciarsi interrogare dalla realtà. Ed è venuto fuori questo gesto che sicuramente ha rappresentato tanto anche per Rimini. L’intuizione del binomio vacanza/ cultura nasce proprio negli anni in cui inizia il Meeting. Così come la Stagione delle Grandi Mostre a Rimini inaugurata con la partnership della Fondazione Carim. La collaborazione con le istituzioni, con gli Enti (penso in particolare all’Ente Fiera), con le Associazioni di categoria, per il Meeting è stata una condizione imprescindibile per la sua crescita, ma credo che anche per la città questa dinamica di rapporto sia stata proficua, abbia contribuito per tutti a tenere larghi gli orizzonti e a guardare con positività iniziative che nascono liberamente e che possono rappresentare un bene per la città. Faccio solo due esempi: il primo Meeting si è realizzato anche per la lungimiranza e la cordialità di un sindaco comunista, e una delle mostre più importanti, Il Trecento Riminese, si deve molto all’insistenza e alla tenacia di un altro sindaco di sinistra”.

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Vorrei poi chiederLe questo: il Meeting ha portato nella nostra Città in questi decenni importantissimi leader politici ed ecclesiali (tra cui il Papa) italiani e stranieri, ma anche decine di uomini di cultura di tutto il mondo. Lei pensa che la loro presenza sia servita ad arricchire il pensiero, oltre che dei ciellini, di altri intellettuali riminesi? O che perlomeno questi siano stati costretti a confrontarsi con loro, con le loro idee?

“Credo che una delle più grandi ricchezze che il Meeting ha portato anche alla nostra città sia mostrare e sperimentare che l’amicizia fra i popoli è possibile. Abbiamo condiviso momenti storici come l’incontro nel 2004 con l’allora Ministro degli Esteri Franco Frattini che aveva al suo fianco il ministro degli esteri palestinese e quello israeliano, o, in tempi più recenti, la reiterata presenza del Segretario generale della Lega Mussulmana Mondiale. Queste presenze, come tante altre, sono state una ricchezza a disposizione di tutti. Sicuramente chi ha accettato di riconoscere che il Meeting non è una manifestazione per una parte, ma una occasione per tutti, ha visto, incontrato, condiviso. Un aspetto del Meeting che credo la città abbia maggiormente goduto sono stati i grandi spettacoli. A questo proposito mi fa piacere citare un intellettuale, Mario Guaraldi, che si è avvicinato al Meeting per una intelligente curiosità sicuramente, per amicizia con qualcuno di noi, ma anche per la possibilità che il Meeting rappresentava di realizzare eventi artistici di livello internazionale. Mario, che sicuramente non veniva dalla storia di CL, è stato anche per alcuni anni Responsabile degli spettacoli. Il Meeting deve a lui la presenza di Martha Graham, di Ionesco e di tanti altri. E sicuramente con Mario il confronto è sempre stato vivace e proficuo”.

Infine ci può dire qual è la sua speranza più rilevante da mettere in campo, da costruire per la cultura riminese?

“Paradossalmente su questo la risposta è facile ed immediata. Spero che cresca in tutti la passione a lavorare insieme, superando contrasti e contrapposizioni. E ho il coraggio di sperare che, almeno per qualcuno, questo possa nascere non solo in vista di una migliore qualità della politica, cosa comunque auspicabile, ma anche da una stima reale per la diversità dell’altro. E spero che Rimini possa essere sempre di più punto di riferimento per la crescita dell’amicizia fra i popoli”.

Paolo Zaghini

Emilia Smurro

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Emilia Guarnieri Smurro
Nasce il 19 giugno 1947 a Varazze, provincia di Savona, ma si trasferì a Rimini con la famiglia nel 1961. Laureata in Lettere Moderne nel 1969 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, dal 1971 al 1989 docente di ruolo per l’insegnamento di italiano e latino presso i Licei Scientifici statali di Rimini, e successivamente, fino al 2014, docente di italiano presso il Liceo Classico gestito dalla Fondazione Karis Foundation. E’ stata cofondatrice di opere educative e culturali. La sua formazione umanistica ha sempre dialogato con un profondo interesse al presente e in particolare al mondo giovanile, interpretando la cultura come veicolo di educazione e di dialogo tra uomini e popoli.
Ha condiviso fin dal 1980 la responsabilità della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, di cui è stata Presidente dal 1993 al 2020.
Ha ricevuto nel 2004 il Sigismondo d’oro, riconoscimento conferito dal Comune di Rimini ai propri cittadini che abbiano onorato la città con la loro attività e nel 2020 le è stata conferita dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica.

(nell’immagine in apertura: agosto 2005. La Presidente del Meeting Emilia Guarnieri con giovani volontari)



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