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FOOD: LA DOP ECONOMY A TAVOLA VOLA (+7,4%) MA NON PER TUTTI (I PRODOTTI), GROSSETO, SIENA E FIRENZE GUIDANO CLASSIFICA PROVINCE

Pensi alla Toscana e sogni di essere a tavola con lo sguardo rivolto verso colline, filari, olivete, pascoli e boschi. La Dop Economy del cibo fa un nuovo balzo in avanti sfiorando quota 200 milioni di euro (+7,4%), tanto è l’impatto generato da carni fresche, insaccati, pecorini, olio, cantuccini, pasticceria e ortofrutta certificata con una eccellenza su due che viene prodotta nell’ambito delle aziende agrituristiche, collettore naturale tra cucina, tradizione, esperienza e turismo rurale. Un paniere tra i più apprezzati al mondo, quello delle IG che posizionano la Toscana al nono posto a livello nazionale con 32 prodotti con il bollino, che deve però fare i conti con i fenomeni dell’italian sounding e dell’agropirateria che sono arrivati a superare i 7 miliardi di euro. A dirlo è Coldiretti Toscana in occasione dell’apertura oggi, sabato 8 febbraio, del salone della Dop Economy a tavola a Taste 18, alla Fortezza da Basso, con la prima classifica dell’impatto economico delle indicazioni geografiche nelle singole province toscane. Il salone è visitabile fino a lunedì 10 febbraio all’interno dello spazio promossa da Coldiretti insieme ad Unaprol e Consorzio di Tutela dell’olio extravergine Toscano IGP nell’area monumentale.

“La Dop Economy è un pilastro dell’agroalimentare Made in Tuscany. E’ un sistema che riconosce attraverso i disciplinari di produzione il ruolo indispensabile degli agricoltori nella filiera traducendolo in una giusta remunerazione che è poi il principale vulnusdel nostro settore. Il modello a cui ispirarsi per migliorare la redditività è quello delle IG. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Il tema del reddito e dei disequilibri nella catena di valore che oggi lascia nelle sole tasche dei nostri agricoltori appena 7 euro ogni 100 di spesa, è al centro delle nostre battaglie quotidiane. Lotte che ci hanno visto sostenere la legge contro le pratiche commerciali sleali contro lo strapotere della grande distribuzione e dei grandi gruppi industriali e tornare al valico del Brennero per denunciare il falso cibo che entra nei nostri confini per uscire molto spesso con appiccicata la bandiera tricolore grazie al sistema del codice doganale che consente ad un qualsiasi prodotto di provenienza estera di acquisire, dopo una piccola lavorazione nel nostro paese, il passaporto italiano. Il codice doganale deve essere abolito così come crediamo che la concorrenza sleale debba essere combattuta con la trasparenza indicando sull’etichetta l’origine di tutti i prodotti venduti nel mercato comunitario: un obiettivo che ci vede impegnati nella raccolta di 1 milione di firme in tutta Europa”. In questa direzione si inserisce anche il recente protocollo salva Made in Tuscant siglato dalla Prefettura di Livorno, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale ed il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e dal Ministero del Made in Italy, che coinvolge il porto di Livorno, il principale scalo marittimo regionale da cui transita un quarto delle importazioni di materie prime agricole ed agroalimentari per un valore di 600 milioni di euro (dato 2023): “è una risposta concreta alla piaga delle frodi agroalimentari e alla concorrenza sleale che indebolisce i nostri agricoltori inondando il mercato con prodotti a prezzi stracciati realizzati con standard qualitativi, sanitari, ambientali e di tutele dei lavoratori molto inferiori ai nostri”.

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Per alzare le difese immunitarie della Dop Economy è entrata in vigore lo scorso aprile la riforma comunitaria delle IG, il cui relatore è stato l’eurodeputato Paolo De Castro, che da un lato rafforza il ruolo dei Consorzi di Tutela, attori indispensabili delle filiere di qualità, e dall’altro aumenta il livello di protezione nei confronti delle contraffazioni internazionali, in particolare online, che sono una delle piaghe più difficili da contrastare.  Tra i prodotti più piratati sul web c’è l’olio extravergine di oliva Toscano IGP con il 7% di tutte le azioni di contrasto sul web. La riforma è stata fortemente sostenuta da Coldiretti Toscana che aveva ospitato, a Firenze, nei momenti cruciali del dibattito, una serie di incontri con le imprese e gli operatori. “La riforma aiuterà le imprese a difendersi meglio dal potente mercato dell’e-commerce da cui passa una fetta importante dell’agropirateria che danneggia le imprese e l’immagine del Made in Tuscany. – spiega ancora la presidente regionale, Cesani – Il settore delle IG regionale ha ancora grandi margini di crescita per i territori che li esprimono considerando che ci sono una buona parte delle nostre eccellenze che vivono una dimensione minore, molto locale e con livelli produttivi troppo limitati per raggiungere nuove platee. C’è un potenziale inespresso che rappresenta una risorsa importante per le comunità rurali e per tutto l’indotto turistico enogastronomico. Dalla nascita di 400 nuove imprese giovanili nelle nostre campagne ci aspettiamo una nuova iniezione di energia e volontà per rilanciare le piccole IG”.

La classifica. E’ Grosseto la provincia più IG della Toscana a tavola. L’impatto economico delle sue produzioni Dop e Igp vale 48,1 milioni di euro, in crescita del 20,5% rispetto ad un solo anno prima: un salto in avanti che vale il gradino più alto del podio superando di slancio Siena con 42,9 milioni di euro (+6,6%) e Firenze con 30,2 milioni di euro (16,16%) secondo i dati del rapporto Qualità-Ismea. Ai piedi del podio si posizionano al quarto gradino Arezzo con 27,8 milioni di euro (-6,1%) mentre al quinto Pistoia con 10,9 milioni di euro che ha registrato la maggiore crescita tra tutte le province toscane (+30,8%). Poi troviamo al sesto Pisa con 9,2 milioni di euro (+6,5%), Massa Carrara che perde due posizioni (-29,3%) al settimo con 8,5 milioni, all’ottavo Prato con 6,8 milioni di euro (-12%). Chiudono la classifica al nono posto Livorno con 4,9 milioni di euro (+19,9%) e Lucca con 2,7 milioni di euro (+18,2%).

Il salone. Il comparto cibo della Dop Economy vola ma non per tutti i prodotti. Dalla crescita dell’olio Toscano IGP alla piccola DOP del pecorino delle Balze Volterrane mai così a rischio estinzione a causa delle predazioni che stanno facendo sparire, insieme ai greggi, gli allevatori che ne custodiscono i segreti. Oggi, a produrre questo particolare formaggio, identitario del volterrano, è rimasto un solo casaro. Sono i due volti estremi della Dop Economy del cibo regionale trainata dai prodotti a base di carne come il prosciutto Toscano Dop, la Finocchiona IGP, il lardo di Colonnata IGP e la Mortadella di Prato IGP il cui impatto complessivo raggiunge i 58 milioni di euro, il 30% dell’intero valore di tutte le IG food e dai formaggi, principalmente il pecorino Toscano Dop che ha visto crescere il valore al consumo nell’ultimo anno del 35% malgrado la contrazione della produzione certificata (-4,9%).

Con 43 milioni di euro di valore alla produzione i cantuccini toscani IGP sono di gran lunga il prodotto della pasticceria più in salute con 43 milioni di euro di valore alla produzione. L’olio Toscano IGP rappresenta invece per volumi e valori la prima indicazione tra gli extravergini regionali IG, il secondo a livello nazionale, con un valore alla produzione di 26 milioni di euro (+50%). Con 10 mila aziende zootecniche, la Toscana vanta un ruolo di primo piano anche nel settore delle carni fresche IG con circa 20 milioni di euro di valore 3 dei quali provenienti dalla Cinta Senese Dop. Nella top ten dei prodotti a livello nazionale che contribuiscono al valore economico della IG regionale del settore cibo, troviamo il Pane Toscano Dop con 2,6 milioni di euro, i ricciarelli di Siena IGP con 2,3 milioni di euro e il Panforte di Siena IGP con 1,9 milioni di euro.

La classifica della Toscana a tavola (impatto economico in milioni)

1° Grosseto 48,1 milioni (+20,5%

2° Siena 42,9 milioni (+6,6%)

3° Firenze 30,2 milioni (+16,6%)

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

4° Arezzo 27,8 milioni (-6,1%)

5° Pistoia 10,9 milioni (+30,8%)

6° Pisa 9,2 milioni (+6,5%)

7° Massa Carrara 8,5 milioni (-29,3%)

8° Prato 6,8 milioni (-12%)

9° Livorno 4,9 milioni (+19,9%)

10° Lucca 2,7 milioni (+18,2%)

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Fonte Coldiretti Toscana – Qualività – Ismea





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