Veneto, «Arredissima» fa rivivere «Berloni»: già quest’anno undici punti vendita

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di
Gianni Favero

Per il marchio delle cucine seconda vita in regione. Dopo Castelfranco, spazi a Vicenza e Mestre

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Quando si erano conosciuti, all’inizio degli anni Novanta, erano entrambi magazzinieri alla Benetton. Nel 1995 hanno preso una decisione e venerdì 7 febbraio Ottavio Sartori e Franco Rinaldi, fondatori della catena Arredissima, hanno inaugurato a Castelfranco Veneto (Treviso) il primo Atelier di Berloni, griffe di alto profilo delle cucine italiane strappata dalla dissolvenza di un default nel 2023, e che a breve potrà contare su una decina di punti vendita dedicati in Italia e all’estero.

Salvataggio e rilancio

Passata nel 2014 ad una holding controllata da un imprenditore di Taiwan, l’insegna di Pesaro era andata via via deteriorandosi fino alla liquidazione giudiziaria, nell’autunno 2023, che l’avrebbe portata verosimilmente all’estinzione. «Abbiamo partecipato alla gara – ricorda oggi Sartori – e ancora prima di conoscerne l’esito sono stati versati da parte nostra al curatore i 2,1 milioni della base, così da poter corrispondere ai dipendenti da subito gli 1,9 milioni che avanzavano in termini di stipendi arretrati. Mal che fosse andata, un altro vincitore ci avrebbe rifuso quella somma».
Ma non c’è stata storia. Berloni è andata ai trevigiani, che poco dopo hanno compiuto anche la svolta di riportare la storia della società all’anno zero: «Quello che c’era della Berloni di prima l’abbiamo accantonato – prosegue il co-fondatore – e la decisione convinta è stata di partire con una serie di cinque collezioni nuove con un nostro architetto, Michele Marcon, così da conferire una caratterizzazione originale alla produzione utilizzando terzisti veneti».




















































Nuova società

La nuova vita dell’insegna ex marchigiana passa comunque per un riassetto societario che l’ha comunque distinta entro il gruppo acquirente. Se nella prima fase l’ipotesi era di rilanciare la produzione con una linea «Berloni by Arredissima», la grande visibilità che il logo Berloni da solo aveva nell’opinione comune ha fatto optare per la costituzione di una società esclusiva, la Berloni srl, la quale avrebbe garantito il mantenimento della sigla al top della graduatoria dei produttori nazionali di cucine. Da qui, di conseguenza, anche la scelta di ottenere spazi almeno visivamente ben separati dal resto dell’offerta di Arredissima, il primo dei quali, appunto, è l’Atelier inaugurato venerdì.

Le prossime aperture

L’impostazione è quella di aree di circa 200 metri quadrati, con allestimenti ricercati, e connotate da particolari soluzioni d’illuminazione. Dopo Castelfranco, in rapida successione arriveranno gli altri spazi a Pavia, Reggio Emilia, Vicenza, Mestre, Pescara, Salerno, con acquisizioni di stabili ad hoc a Catania, Palermo, Messina e Malta, in ciascuno dei quali è prevista l’assunzione di una ventina di addetti e tutto ciò probabilmente già entro la fine di quest’anno. È molto probabile, inoltre, la partecipazione con il marchio Berloni al prossimo Salone del Mobile di Milano, mentre il gruppo tira i conti del 2024. «Un anno bellissimo, con una progressione del fatturato del 30%, che ci porta a 160 milioni – prosegue Sartori – e che ci proietta verso il target dei 210 per il 2026». Oggi i dipendenti di Arredissima sono 600 i quali, con gli Atelier, raggiungeranno presto gli 800, incremento che non muta il programma di incentivazioni lanciato alla fine del 2023 con la distribuzione tra i lavoratori di una quota corrispondente al 5% degli utili sotto forma di «flexible benefits». Oltre a buoni alimentari o per la benzina le opzioni scelte fino ad oggi grazie a spaziano dai pacchetti vacanze alle spese di istruzione per i figli, dai contributi per spese sanitarie a quelli per la previdenza integrativa. Il valore reale così ottenuto dai collaboratori, in sostanza, vale dai 500 ai 600 euro l’anno.

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8 febbraio 2025 ( modifica il 8 febbraio 2025 | 09:25)

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