Commissione EU solo il 40% dell’acqua italiana è ok per WFD

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Commissione Europea: solo il 40% dell’acqua italiana è conforme alla direttiva WFD. La Commissione Europea ha recentemente pubblicato un rapporto che solleva preoccupazioni sullo stato delle acque in Europa, con un focus particolare sull’Italia. Nonostante alcuni progressi, il documento evidenzia la necessità di azioni più rapide per migliorare la qualità delle acque e mitigare i rischi di alluvione, sempre più aggravati dai cambiamenti climatici.

Secondo il rapporto, solo il 40% dei corpi idrici superficiali italiani ha raggiunto un buono stato ecologico, ben al di sotto degli obiettivi della Direttiva Quadro sulle Acque (WFD). Le principali minacce derivano dall’inquinamento agricolo e industriale, dallo scarico di acque reflue non trattate e dalle alterazioni idromorfologiche dei fiumi. La situazione delle acque sotterranee è leggermente migliore, con il 70% in buono stato chimico, sebbene persistano problemi legati ai nitrati e ai contaminanti industriali. La chimica delle acque superficiali resta critica: il mercurio, i PFOS (sostanze perfluoroalchiliche) e altri inquinanti persistenti continuano a essere presenti in quantità superiori ai limiti normativi. La lentezza nei miglioramenti è attribuita a infrastrutture obsolete, una frammentazione nella gestione delle risorse idriche e un’applicazione non uniforme delle normative ambientali.

Ancora alto il rischio alluvioni

L’Italia è uno dei paesi europei più esposti al rischio idrogeologico, con eventi alluvionali sempre più frequenti e distruttivi. Il rapporto evidenzia che, nonostante i progressi nella mappatura dei rischi e nella pianificazione, la gestione delle alluvioni è ancora insufficiente. Le misure esistenti non sono adeguatamente integrate con le strategie di gestione delle risorse idriche e spesso mancano di finanziamenti adeguati. Il cambiamento climatico sta aggravando il problema: ondate di calore sempre più intense e lunghi periodi di siccità riducono la disponibilità d’acqua, mentre piogge sempre più violente causano esondazioni improvvise. Il documento sottolinea la necessità di adottare soluzioni basate sulla natura, come il ripristino delle zone umide e delle pianure alluvionali, per migliorare la capacità di assorbimento delle acque e ridurre l’impatto delle alluvioni.

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Le principali fonti di inquinamento sono agricoltura e scarichi urbani

Il settore agricolo è tra i principali responsabili dell’inquinamento delle acque italiane, a causa dell’eccessivo utilizzo di fertilizzanti e pesticidi. Il rapporto evidenzia come oltre un terzo dei corpi idrici superficiali sia contaminato da nitrati e altre sostanze chimiche derivanti dalle attività agricole. Sebbene l’Italia abbia adottato misure per incentivare l’agricoltura biologica e ridurre l’uso di fitofarmaci, i progressi sono ancora lenti e disomogenei tra le diverse regioni.Anche gli scarichi urbani e industriali rappresentano un problema significativo. Solo il 56% delle acque reflue è trattato secondo gli standard UE, un valore inferiore alla media europea. La carenza di impianti di depurazione e la vetustà delle infrastrutture idriche causano un aumento dell’inquinamento, con conseguenze dirette sulla qualità delle acque e sulla salute pubblica.

La to do list dell’Europa

Per affrontare queste sfide, la Commissione Europea ha formulato una serie di raccomandazioni agli Stati membri, con un focus particolare sull’Italia:

  • Migliorare il monitoraggio delle acque, ampliando la rete di punti di campionamento e introducendo metodi di valutazione più precisi.
  • Rafforzare la governance e il coordinamento tra le autorità locali, regionali e nazionali per garantire una gestione integrata delle risorse idriche.
  • Ridurre l’inquinamento agricolo e urbano, incentivando pratiche sostenibili e migliorando gli impianti di depurazione.
  • Investire in soluzioni basate sulla natura per mitigare il rischio di alluvioni e migliorare la resilienza degli ecosistemi.
  • Promuovere una gestione più sostenibile delle risorse idriche, riducendo gli sprechi e aumentando l’efficienza dell’uso dell’acqua, soprattutto in agricoltura.

L’Italia si trova di fronte a una sfida cruciale per la gestione delle sue risorse idriche. La crescente pressione dovuta ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e alla gestione inefficiente richiede una risposta decisa e coordinata. Gli sforzi finora compiuti, seppur positivi, non sono sufficienti per garantire il raggiungimento degli obiettivi europei entro il 2027. Sarà fondamentale rafforzare le misure di protezione e gestione, garantire finanziamenti adeguati e adottare strategie innovative per preservare l’acqua, una risorsa essenziale per l’ecosistema e per la vita delle future generazioni.



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