In Sardegna sì, nel Lazio no. L’inceneritore di Todde manda in tilt il M5S e fa sorridere Gualtieri

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


La decisione della governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, di accendere il termovalorizzatore di Tossilo, in provincia di Nuoro, apre una voragine all’interno del fronte dei Cinquestelle, da sempre contrari all’incenerimento dei rifiuti come scelta per chiudere il ciclo dei rifiuti. La questione scavalca il Tirreno e arriva a Roma, dove il sindaco Roberto Gualtieri va avanti, da commissario straordinario, sul progetto che porterà un nuovo impianto a Santa Palomba. E dove i grillini, in teoria, fanno muro. 

Todde e l’inceneritore sardo

Nel movimento si è innescato inevitabilmente un dibattito. Innanzitutto in quello sardo, con moltissimi attivisti che hanno inondato la pagina Facebook di Todde con critiche, domande polemiche, perplessità. Le sono arrivate bordate anche dall’europarlamentare Dario Tamburrano, dall’ex senatore e ambientalista Elio Lannutti (espulso nel 2021 dal M5S per non aver votato la fiducia al Governo Draghi), ma soprattutto dall’ormai ex Garante Beppe Grillo.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

L’attacco di Grillo

Sul suo blog il co-fondatore del M5S ha attaccato Todde ospitando una lunga analisi di Marco Bella, ex deputato e ricercatore in Chimica organica. Si mette la governatirce sarda di fronte a una scelta alla quale “non è stata costretta” e che segue “il blocco delle energie rinnovabili”, che viene rinfacciato a Todde come primo atto della sua giunta. Si accusa poi la governatrice sarda, che nell’isola ha vinto in coalizione con il Partito democratico, di giustificare l’utilizzo del termovalorizzatore con le stesse argomentazioni di Roberto Gualtieri. Eppure, due anni e mezzo fa, fu proprio il M5S a far cadere il Governo Draghi, di cui Alessandra Todde era parte come sottosegretario, anche per la contrarietà all’impianto di Roma.

Le conseguenze su Roma

Ed è sull’impianto di Roma che adesso si sposta l’attenzione. “In Sardegna sì, a Roma no?” chiedono in molti. In primis lo stesso Beppe Grillo. Perché la paura di alcuni, soprattutto di chi nel Movimento attuale guidato dall’avvocato di Volturara Appula si trova male, è che la scelta di Todde apra una voragine: “Già si sta annidando del possibilismo”, trapela a RomaToday. Il riferimento è ovviamente alla posizione dei capitolini sul progetto dell’impianto da 600mila tonnellate di rifiuti l’anno. 

L’imbarazzo nel M5S

Sulla questione, garantisce qualcuno, non si parla molto a Roma. C’è imbarazzo, anche dello smarrimento. La base si chiede quale sia la nuova linea del Movimento sui rifiuti. Nelle chat WhatsApp abitate da consiglieri e parlamentari, le domande di chiarimento sul tema cadono nel vuoto. L’impressione è che si pensi al 2027, alle elezioni amministrative romane, alla possibilità concreta di allearsi con il Partito democratico (opzione molto ben vista per esempio da Paolo Ferrara) e che quindi la scelta di rivedere la posizione sull’inceneritore sia un tema da mettere sul tavolo. O comunque sul quale tirare un po’ il freno, per non dare eccessivamente fastidio. 

Di sicuro le ultime tormentate vicissitudini di un altrettanto confuso Movimento Cinque Stelle fanno “godere” Roberto Gualtieri e la sua assessora ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi. Quest’ultima, in un’intervista a Il Foglio, ha sottolineato la scelta di Alessandra Todde: “Quando ci si trova a dover amministrare, evidentemente anche nel M5S si mettono da parte le ideologie”. 

D’Amato: “Dicono no su tutto, tranne quando gli conviene”

“Chi urla contro il termovalorizzatore a Roma e nel Lazio poi lo riaccende in Sardegna – commenta a RomaToday Alessio D’Amato, consigliere regionale di Azione, candidato perdente alle elezioni del 2023 nelle fila del Pd -. Il problema dei rifiuti non si risolve con slogan o con l’ipocrisia di chi dice no su tutto, salvo quando gli conviene”. Il progetto del termovalorizzatore, presentato ad aprile 2022, ha influito pesantemente sull’alleanza tra democratici e grillini, comportando probabilmente la sconfitta dell’ex assessore alla Sanità della giunta Zingaretti. “Le grandi capitali europee hanno impianti moderni ed efficienti – prosegue D’Amato -, mentre noi paghiamo per smaltire i rifiuti altrove, un paradosso inaccettabile. Per Azione, il termovalorizzatore è una scelta di progresso e l’unica soluzione concreta per chiudere il ciclo dei rifiuti. Ogni giorno senza un impianto moderno significa cassonetti stracolmi e rifiuti non raccolti”.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *