Gray e Scafati affondano Sassari

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Veroli, 2 febbraio 2025 – Non è uno spot di un noto marchio di detergenti per bucato, ma lo ricorda molto. In una gara in cui la Dinamo Sassari è stata centrifugata a lungo, e non è la prima volta in stagione, dal talento di Rob Gray e dai suoi 32 punti che hanno permesso alla Givova Scafati di tornare alla vittoria, dopo quasi due mesi in LBA, un 98-82 senza discussioni che permette ai campani di rimettersi in carreggiata nella corsa salvezza.

Un successo nel campo neutro di Veroli, in cui la Givova scontava la seconda e ultima gara lontana da casa, ampiamente meritato dagli uomini di coach Marco Ramondino che hanno condotto la gara per tutti e 40 i minuti, resistendo ai ripetuti tentativi dei sardi di rientrare.

Due punti che tornano a muovere una classifica ancora preoccupante per Scafati, che non vinceva dalla folle gara interna con Pistoia del 14 dicembre scorso, da allora soltanto amarezze condite da sei sconfitte consecutive, nel mezzo l’arrivo di un allenatore di alto profilo, come l’ex coach di Derthona, e di giocatori come il finlandese Edon Maxhuni che proprio oggi facevano il proprio esordio.

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Una grande via vai in casa Givova che ha permesso di smuovere le acque e tornare a rivedere la squadra talentuosa che all’esordio di questo campionato, proprio contro la Dinamo in Sardegna, piazzava il primo e unico blitz esterno della propria stagione.

Due vittorie contro i sardi che si assomigliano per certi versi, con i campani che hanno condotto in entrambi i casi per tutto il tempo, trovando grandi percentuali, sia in area (63%) che dal perimetro (44%) e trascinati dal talento sconfinato di Rob Gray, autore di una prova spaziale da 32 punti e 43 di valutazione.

Oltre all’MVP di giornata, grande prova proprio del nuovo arrivato Maxhuni, autore di 15 punti e di una prova balistica perfetta con un 4/4 da tre che da prima ha aperto e poi chiuso definitivamente il match. Oltre al finlandese, che con il suo arrivo ha messo di fatto alla porta uno come Elijah Stewart, sontuosa prova anche di Daniel Akin, che con i suoi 20 punti ha letteralmente banchettato nel pitturato avversario.

Da sottolineare le prove anche di Sacar Anim (13 punti) e dell’ex di giornata Paulius Sorokas, MVP dell’andata e stasera protagonista di una doppia doppia sfiorata da 8 punti e 10 rimbalzi, in una gara nel quale la Givova ha dominato sia a rimbalzo che in difesa, dimostrando di essere ancora viva e di potersi giocare le proprie chance nella tonnara creatasi negli ultimi posti.

Per la Dinamo Sassari niente di nuovo sotto il sole, anche quello ciociaro di Veroli, con gli uomini di coach Massimo Bulleri tornati ad offrire il solito triste e apatico spettacolo più volte offerto con Markovic.

Una squadra spenta, a tratti apparsa letteralmente svuotata, nonostante l’allegra sgambata di coppa contro i francesi di Le Portel e l’esaltante successo, sempre tra le mura amiche, di sette giorni fa con la Virtus. Non è bastato l’atteso ritorno dopo più di due mesi di Michal Sokolowski, entrato per 5 minuti e poi lasciato in panchina per il resto dell’incontro.

Sassaresi che se poi vengono abbandonati dagli uomini che dovrebbero trascinarli con il proprio talento offensivo, come Brian Fobbs o capitan Bendzius, rispettivamente 7 e 2 punti, allora la missione diventa letteralmente impossibile. Non bastano neanche i 20 punti di un Justin Bibbins limitato a lungo dai problemi di falli o dai 15 punti di un Miralem Halilovic efficace in attacco, ma troppo allegro dall’altra parte del campo.

In attesa che il grande ritorno di Rashawn Thomas dopo sei anni si concretizzi, il suo sbarco è atteso nei primi giorni di questa settimana, i biancoblu devono fare i conti con quella mancanza di continuità che fa assomigliare sempre di più questa stagione ad una folle corsa sulla montagne russe.

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Infatti come quasi sempre è accaduto finora, i sardi hanno sbagliato l’approccio e son stati costretti a fare una gara di rincorsa, sprofondando anche sul -15, ma riuscendo ad avere la palla del potenziale pareggio, sia nel terzo periodo che nell’ultima frazione, con il grande sforzo profuso che però proprio sul più bello ha portato il conto agli uomini di Bulleri.

Per Scafati una vittoria che è ossigeno puro, riuscendo per la prima volta da settimane ad allontanarsi dalle due ultime posizioni della classifica e che sabato prossimo affronterà proprio quella Pistoia, che fino ad oggi rimaneva l’ultimo sorriso in un’annata che sembrava essersi complicata in maniera irreparabile per i campani.

Sassari invece è costretta a fare i conti con i propri atavici difetti, che già mercoledì proverà a nascondere nell’ultima sfida della propria campagna europea, nella FIBA Europe Cup, infatti, ospiterà i francesi di Cholet che a loro volta vorranno conservare il primo posto del girone.

Un allenamento di fatto, in vista di una delle sfide più attese dai tifosi sardi: sabato prossimo, sempre al PalaSerradimigni, contro l’altra corazzata di questo campionato, l’Olimpia Milano, in un’altra serata che la Dinamo si augura possa diventare magica come quella di sette giorni fa.

Givova Scafati – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 98-82

Parziali: 26-14; 24-26; 22-25; 26-17.

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Progressione: 26-14; 50-40; 72-65; 98-82.

Sala Stampa

Massimo Bulleri e Marco Ramondino

Le Pagelle

Givova Scafati 

Rob Gray 9: rasenta la perfezione, vincendo quasi da solo una gara che Scafati non vinceva da due mesi. I 32 punti, con il 90% in area e il 50% dal perimetro, e il 43 di valutazione sono la fotografia migliore per descrivere l’onnipotenza cestistica del texano. Ah, ovviamente l’MVP non poteva essere che lui!

Sacar Anim 7: chirurgico per tutto il match. Si prende pochi tiri, ma li mette tutti dentro, chiudendo con 13 punti e un 3/3 dall’arco che annichilisce i tentativi di rimonta ospite.

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Paulius Sorokas 7: ormai c’ha preso gusto a fare sempre male alla Dinamo ogni volta che la incrocia, come ogni bravo ex dovrebbe fare. Gioca una gara clamorosa nel pitturato nonostante non sia per nulla un gigante, sfiorando una doppia doppia da 10 rimbalzi e 8 punti.

Federico Miaschi 6.5: nei pochi minuti che gioca esegue come un bravo soldato, specialmente in difesa, senza disdegnare un paio di triple che scavano il solco del primo tempo.

Kruize Pinkins 4: in questo 2025 è irriconoscibile e stasera non fa eccezione. In un pomeriggio in cui Scafati rasenta la perfezione, lui resta la nota stonata, chiudendo con una virgola e commettendo errori da matita blu.

Andrea Cinciarini 6: l’accoppiamento con Bibbins è da sfruttare con maggiore insistenza ed invece l’ex Reggio si limita a smazzare i suoi soliti assist, ben 8, ma contro un avversario che ti regala 20 centimetri, dovresti andare costantemente in post e non una volta sola segnando solo 4 punti.

Edon Maxhuni 7.5: esordio col botto per il glaciale finlandese. Atterrato sul pianeta LBA nello scetticismo più completo, specialmente al posto di uno Stewart alla porta, sfodera una prestazione da cecchino con un perfetto 4/4 dall’arco. Apre la gara con due sue triple e la chiude con altrettante tripla. Di certo non gli manca la faccia tosta e alla prima gara ne stampa comunque 15 nel proprio tabellino. 

Daniel Akin 7.5: costringe i lunghi sassaresi ad uscire con le ossa rotte e un grande mal di testa. 20 punti a referto che rappresentano al meglio il suo strapotere nel pitturato. Difensivamente si prende qualche pausa, ma se Scafati torna alla vittoria deve ringraziare anche lui.

 

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Alessandro Cappelletti 6.5:  non ha lo stesso impatto di Bibbins, ma anche lui riesce a smuovere il tabellino sardo con 13 punti di pregevole fattura. Certo se poi il resto dei compagni non è giornata, neanche lui può fare miracoli. Positiva la sua prestazione difensiva, spesso il suo tallone d’Achille, nonostante un Gray spesso infermabile.

Justin Bibbins 6.5: per lunghi tratti è un duello rusticano tra lui e Gray, che si rispondono colpo su colpo. Poi i problemi di falli gli tolgono continuità e quando non c’è lui per la Dinamo è notte fonda. Chiude con 20 punti, il top scorer dei sardi.

Miralem Halilovic 6.5: bene a rimbalzo con 8 palle raccolte e uno dei pochi a trovare il canestro con grande continuità, segnando ben 15 punti e un 7/10 nel pitturato che sembrerebbe un ottimo score, ma quei tre errori, spesso commessi con il bosniaco a 2 cm dal ferro, gridano tremenda vendetta. Se salisse sempre cattivo al ferro, eviterebbe di lasciare dei punti facili che troppo spesso risultano decisivi nell’economia dell’incontro. 

Brian Fobbs 4.5: i problemi di falli in avvio gli tolgono ritmo, in un inizio di gara che sembrerebbe promettente per l’americano. Quando torna sul parquet è un cubetto di ghiaccio che non riesce in alcun modo a scongelarsi, non segnando veramente mai e chiudendo con appena 3/10 dal campo.

Matteo Tambone 6.5: tiene a galla la squadra in diverse occasioni, evitando che affondi completamente. La solita encomiabile difesa e anche offensivamente torna ad essere un discreto fattore. Una sicurezza.

Giovanni Veronesi 5: a fari spenti per gran parte del tempo. Le ultime opache prestazioni in campionato sembrano avergli tolto fiducia dall’arco, prendendosi appena due tiri.

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Eimantas Bendzius 4: chi l’ha visto? Un pomeriggio da ectoplasma per il lituano, che si prende appena tre tiri dal campo tutti con lo stesso risultato: sdeng! La forma sembrava essere tornata nella gran gara contro la Virtus, ma oggi proprio non è pervenuto.

Luca Vincini 5: lotta e si vede, specialmente a rimbalzo d’attacco dove raccoglie ben 3 palloni, ma non può fare tutto lui là sotto, senza l’aiuto di Bendzius e compagnia. Rovina tutto con un antisportivo sciocco che chiude il match.

Michal Sokolowski s.v.: torna sul parquet dopo due mesi d’assenza. Una manciata di minuti in cui fa appena in tempo a scrollarsi di dosso la polvere con un canestro in contropiede e poco altro.

Erten Gazi 5.5: hai il merito di dare la fiammata ad inizio ripresa per tornare sotto nel punteggio, ma il finale e soprattutto un brutto primo tempo, non lo salvano dalla disfatta.

Giovanni Olmeo



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