80 anni dalla nascita di Bob Marley, si parte con il concerto “Uprising” in live streaming

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Era il 6 febbraio del 1945 quando, nel villaggio giamaicano di Nine Mile, nacque Bob Marley, non solo una leggenda nella musica ma un leader politico, spirituale e religioso per 500 milioni di africani. A nome dei quali, nel 1978, gli è stata conferita la medaglia della pace dalle Nazioni Unite.

Con la sua musica ha lottato contro l’oppressione politica e razziale. Una lotta che era già scritta alla sua nascita visto che la madre era una diciottenne giamaicana nera e il padre un capitano della marina giamaicano bianco di origini inglesi che, forzato dalla famiglia, abbandonò la giovane incinta di Bob, rivedendola solo il giorno della nascita del figlio. I pregiudizi a causa delle sue origini “miste” hanno accompagnato Marley per tutta l’infanzia, segnata anche dalla crescita nei sobborghi di Kingston dove non mancavano violenza e crimini.
 

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La famiglia Marley, UMe e Island Records onoreranno l’eredità di Bob Marley con una celebrazione durante tutto il 2025 per commemorare l’80esimo compleanno dell’artista, l’importanza della sua musica e della lotta per giustizia sociale uguaglianza.

Le celebrazioni “Marley 80” avranno inizio con “Uprising”, un concerto-tributo in live streaming trasmesso dai Tuff Gong Studios della famiglia, a Kingston, Giamaica. Si esibiranno artisti giamaicani celebri e meno noti, tra cui Mortimer, Bugle, Kumar Fyah, Naomi Cowan, Quan Dajai, Kelly Shane e Alexx A-Game. Molti di loro erano presenti nel film Bob Marley: One Love. Durante il live streaming saranno ripresentate alcune tra le migliori esibizioni dal vivo dei compleanni passati, singole esibizioni di alcuni artisti, uno showcase della Bob Marley Foundation, e altro ancora.

Basterà sintonizzarsi sul canale YouTube ufficiale di Tuff Gong TV per la diretta streaming: domani, dalle 22 italiane. “Celebrare l’80° compleanno di papà con il tema ‘Uprising’ è un momento speciale per la nostra famiglia e i fan di tutto il mondo. Questo album rappresenta molto del suo spirito, con canzoni potenti come ‘Forever Loving Jah’, ‘Coming In From The Cold’, ‘Could You Be Loved’ e ‘Redemption Song’, che continuano a ispirare generazioni”, afferma Cedella Marley, Ceo del Bob Marley Group of Companies.

“Ogni anno onoriamo la sua eredità in un modo che unisce la nostra famiglia allargata, gli amici e i fan da ogni angolo del mondo. Questo 80esimo traguardo è un promemoria del suo eterno appello all’amore, alla resilienza e alla libertà”.

Ulteriori festeggiamenti includono la prima puntata di “Bob Marley & I” con il regista, DJ e musicista britannico Don Letts, che racconta l’esperienza che gli ha cambiato la vita vedendo Bob Marley & The Wailers al famigerato Lyceum Theatre di Londra nel 1975. La prima puntata di “Bob Marley & I” e gli altri episodi in live streaming saranno trasmessi su Tuff Gong TV e sui canali ufficiali di Bob Marley.

A 21 anni, sposato con Rita Anderson, Bob si converte dal Cristianesimo al Rastafarianesimo, la cui dottrina considerava l’imperatore etiope Haile Selassie I l’incarnazione di Dio. Per molti il suo mentore è stato Joe Higgs, musicista giamaicano e devoto rastafariano conosciuto a 15 anni quando, dopo avere lasciato la scuola, aveva iniziato a suonare con l’amico Neville O’Riley Livingston, per gli amici Bunny. Con una radio di fortuna i due ascoltano la musica degli Impressions, di Ray Charles e di Elvis Presley. Nello stesso periodo conosce anche Peter Tosh: con lui, Bunny e altri tre Marley forma un gruppo che diventerà “The Wailers”. Dopo l’uscita di Tosh e Bunny, Marley ne diventa il leader e la band viene proposta come la migliore della Giamaica: il primo album, “Catch a Fire”, viene pubblicato su scala mondiale e riscuote un grande successo.

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Del 1975 è il primo singolo storico di Marley, “No Woman No Cry”; l’anno dopo si trasferisce in Inghilterra dove registra l’album “Exodus” (quello di “Jamming”, per citare il singolo più famoso) che rimane in classifica per più di un anno.

Nel 1977, con una banale ferita all’alluce destro, si manifesta per la prima volta il melanoma che, progredito fino al cervello, lo ucciderà nel 1981 a soli 36 anni. Prima, però, Marley fa in tempo a produrre l’album denso di significato politico “Survival” e l’ultimo, “Uprising”, all’insegna della spiritualità; e a tenere concerti dell’Uprising tour in diverse città d’Europa. Neanche le terapie innovative riescono a far fronte al progredire della malattia: l’11 maggio 1981 Marley si spegne al Cedar of Lebanon Hospital, a Miami.

Due anni dopo viene pubblicato l’album “Confrontation” che comprende, tra le altre, anche “Buffalo Soldier”; del 2001 è il documentario “Rebel Music” che ripercorre la sua vita e del 2012 il film di Kevin Macdonald “Marley”.

Nel 2015 la Fondazione Bob Marley ha reso pubblico l’archivio del cantane e pubblicato il live inedito “Bob Marley & The Wailers: Easy Skanking In Boston ’78” che propone il concerto dell’8 giugno 1978 alla Boston Music Hall.



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