ad Altamura 400 interventi annui

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Più di 3mila interventi chirurgici nel 2024, di cui la metà in urgenza, e un forte potenziamento in campo oncologico. Cresce decisamente, in volumi e complessità, l’attività chirurgica nella ASL Bari: a certificarlo il report del Controllo di Gestione in relazione alla performance del Dipartimento di Area Chirurgica diretto dal dr. Michele Simone.

Nel 2024, infatti, dai dati disponibili (ancora in consolidamento) reperiti attraverso l’analisi delle schede di dimissione ospedaliera (SDO), emerge che sono stati eseguiti 3.168 interventi – con 5.916 ricoveri complessivi – nelle sette unità operative di Chirurgia generale degli ospedali aziendali: Di Venere e San Paolo a Bari, Altamura, Corato, Monopoli, Putignano e Molfetta.

Crescita nettissima, dell’82 per cento, rispetto all’anno dell’emergenza Covid-19 (2020), quando le operazioni chirurgiche erano state 1.742, ma anche nel confronto (+28%) con le 2.473 del periodo pre-pandemico (2019).

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Il “Di Venere”, in particolare, è cresciuto del 139% dal 2021 al 2024, passando da 296 interventi a 710, a fronte di 1081 ricoveri. Significativi anche i risultati del San Paolo: +54%, salendo da 452 a 696 interventi tra il 2021 e l’anno appena concluso (con 915 ricoveri complessivi).

Uno scenario comune anche con le chirurgie degli altri Presidi Ospedalieri della ASL (Altamura, Corato, Monopoli, Putignano e Molfetta), che ugualmente tra il 2021 e il 2024 hanno registrato buone performance.

La chirurgia di Altamura è stabilmente attorno ai 400 interventi annui (contro i 267 del 2019), Molfetta è cresciuta del 61% tra il 2021 e il 2024 (da 276 a 446 interventi), così come la chirurgia di Putignano, passata da 294 a 474 (+87%).

Numeri rilevanti che si riflettono nell’attività di urgenza e in quella ad elevata complessità e specializzazione, come è quella oncologica. Rispetto alla chirurgia d’urgenza, le sale operatorie e le équipe della ASL Bari sono state impegnate a fondo: nel 2024, 1.579 interventi hanno rivestito carattere d’urgenza (50%), a conferma dei livelli già elevati raggiunti negli anni precedenti.

Il Dipartimento ha impresso una decisa accelerata nel trattamento delle patologie oncologiche, con volumi più che raddoppiati in un lustro e una percentuale di urgenze attestata al 36%. Nel 2019 in tutte le chirurgie della ASL si eseguivano 183 interventi oncologici, mentre nel 2024 si è saliti sino a 422, vale a dire un incremento del 130% maturato grazie ad una quota rilevante garantita dalla Chirurgia Generale dell’Ospedale Di Venere (189 tumori operati nel 2024 contro i 22 del 2019), specializzata nel trattamento dei tumori di stomaco, pancreas, vie biliari e colon-retto e del San Paolo (114 contro i 71 del 2019), impegnato soprattutto su colon e retto.

Segnali positivi, infine, arrivano in ambito di prestazioni ambulatoriali, cresciute nel 2024 oltre la soglia delle 30mila unità (30.188), in forte ripresa (+60%) rispetto all’attività del 2020 (18.910) e a quella pre-pandemica (25.809 prestazioni nel 2019), in questo caso con un rilevante contributo delle strutture di Day Service Polispecialistico Chirurgico di Triggiano e Terlizzi.

«Dietro a questi numeri davvero significativi – commenta il direttore generale Luigi Fruscio – vi è un connubio importante fatto di competenza, professionalità, esperienza, formazione e qualità umane di tantissimi professionisti: chirurghi, anestesisti e rianimatori, infermieri, personale di sala operatoria. Fondamentale nella gestione ottimale è anche il ruolo dell’organizzazione a livello dipartimentale e nelle singole unità operative di Chirurgia, in ognuna delle quali la ASL Bari ha selezionato e incaricato direttori di provata esperienza e capacità».

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«Il marcato incremento di attività nel tempo – aggiunge il dr. Michele Simone – è il risultato della costante e quotidiana applicazione di fattori umani e organizzativi. In campo oncologico, in particolare, il ruolo delle équipe multidisciplinari da un lato e della Rete Oncologica dall’altro rappresentano un importante valore aggiunto per migliorare l’efficacia delle cure e garantire un risultato tangibile in quanto a riduzione della mobilità passiva: assicurare cure specialistiche e di qualità alle persone, qui da noi a Bari e in Puglia, fa veramente la differenza. Riuscire ad abbattere i “viaggi della speranza” – conclude Simone – dà ancora più senso al nostro lavoro perché, oltre a garantire la cura dei tumori, può realmente ridurre anche il disagio socio-economico che tocca profondamente la vita delle persone e delle famiglie».

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