A LAMPEDUSA, “CUORE DEL MEDITERRANEO”, L’INCONTRO DELL’UFFICIO REGIONALE PER LE MIGRAZIONI

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Ufficio regionale per le Migrazioni

06-09 febbraio 2025

Sono passati esattamente 14 anni, era il febbraio 2011, da quando Lampedusa, la più grande delle due isole che compongono l’arcipelago delle Pelagie, si ritrovò investita dall’ondata dell’emergenza nord-Africa, così come fu ribattezzata dal governo italiano, effetto diretto della Primavera Araba, la grande rivoluzione dei giovani che nel 2010 interessò i Paesi del Magrehb e che ebbe come prima immagine simbolica il gesto estremo del ragazzo tunisino Mohamed Bouzizi, che il 17 dicembre 2010, in seguito ad una protesta scoppiata nella sua città, si diede fuoco a causa dei maltrattamenti subiti dalla polizia. Ad infiammare e ad accelerare le rivolte ed i tumulti ci pensò poi il “tam tam” sui social network, in particolare Facebook e Twitter, con un effetto domino senza precedenti.

E così, nel giro di poco meno di un anno, migliaia e migliaia di giovani, in preda ad una spinta di libertà, abbandonarono le coste del Nord-Africa dirigendosi verso l’Italia alla ricerca di futuro e soprattutto di speranza. Quella che, nonostante tutto, nonostante tutti, gli abitanti dell’isola di Lampedusa sono stati in grado di donare alle migliaia di migranti giunti sulle coste di quel fazzoletto di terra geograficamente più vicino all’Africa che all’Italia.

Una testimonianza di coraggio e di prossimità che la Fondazione Migrantes, grazie alle illuminanti parole dell’allora parroco dell’isola, don Stefano Nastasi: «Certe cose non possono essere raccontate, devono essere vissute, qui accanto a noi, se non venite a vedere con i vostri occhi non lo potete capire», ha deciso di raccontare proprio a fianco dei lampedusani.

La prima fase del progetto, intitolato “La Migrantes a Lampedusa. Raccontare la Speranza”, ha narrato un altro volto dell’Isola, cercando di captarne l’animo e il cuore, dando la parola a chi ne conosceva e ne conosce tuttora anche l’angolo più remoto. Le testimonianze sono state raccolte in un “Diario di Bordo”, finestra virtuale aperta sul sito della Fondazione Migrantes, diventato non solo un contenitore di cronaca, ma anche di emozioni, di sentimenti, che gli isolani, grazie al rapporto instauratosi, hanno deciso di rivelare e raccontare.

Mantenendo un filo conduttore con il tema centrale della missione lampedusana, ovvero “Raccontare la Speranza”, l’idea della Fondazione, sempre nel 2011, è stata quella di ritornare nel cuore del Mediterraneo per raccontare, ma soprattutto raccogliere, entro la “cornice” di un libro dal titolo “Sullo stesso barcone. Lampedusa e Linosa si raccontano”, i pensieri e le testimonianze degli isolani dopo la fase clou dell’emergenza. Il testo, in cui sono state raccolte oltre 40 testimonianze, è riuscito a far comprendere, a quanti hanno osservato i fatti di Lampedusa attraverso la tv, che le vicende vanno analizzate e considerate sotto diversi punti di osservazione: nel caso specifico quello della comunità lampedusana, che in tutte le sue componenti ha affrontato i giorni dell’emergenza con profondo spirito di collaborazione e condivisione delle sofferenze altrui.

Il “viaggio” editoriale attraverso le strade di Lampedusa e Linosa e la volontà di raccontare qualcosa di diverso oltre l’emergenza ci ha fatto ben presto comprendere anche le tante emergenze che caratterizzano la quotidianità degli isolani. Nasce così il progetto “Lampedusa e Linosa 365 giorni in rete”, un portale aperto sul sito della Fondazione Migrantes, un contenitore di articoli scritti di pugno dagli isolani. Una “finestra” aperta su un territorio poco conosciuto, o conosciuto solo in certe parti, i cui contorni sono stati disegnati esclusivamente dagli abitanti dell’Isola.

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Ed arriviamo ad oggi, perché l’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana, grazie al supporto fornito dalla Fondazione Migrantes, ha deciso di tenere proprio nell’isola delle Pelagie il primo incontro del 2025 della Commissione composta dai direttori Migrantes delle diciotto Chiese di Sicilia, presieduta dal Vescovo delegato mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e membro della Commissione Episcopale per le Migrazione della Conferenza Episcopale Italiana. L’evento, che rappresenta un momento centrale per quanti, in Sicilia, si occupano della pastorale migratoria, sarà una nuova occasione di studio, ascolto e riflessione delle diverse anime di un’Isola che continua comunque a rappresentare un punto di passaggio per quanti attraversano la rotta migratoria del Mediterraneo centrale per raggiungere i Paesi europei.

Al netto, infatti, delle numerose evoluzioni normative che hanno interessato ed interessano la materia delle migrazioni, caratterizzate da logiche securitarie mirate a rendere la categoria dei “migranti forzati”, ma non solo loro, un pericolo sociale da affrontare non con logiche di inclusione ma di esclusione, Lampedusa continua ad essere testimone diretta di un fenomeno, quello migratorio, impossibile da contenere, perché animato dal desiderio che è essenza stessa del mondo: la voglia di vivere e sopravvivere.

Nel corso delle quattro giornate di presenza a Lampedusa, si darà voce alle diverse anime dell’Isola e si toccheranno alcuni luoghi simbolo, in un percorso di riflessione animato da intensi momenti di confronto. Troveranno spazio gli studenti delle scuole medie e superiori coinvolti nel progetto formativo “Il Viaggio della Vita”, sostenuto in questi anni dalla Fondazione Migrantes; il parroco don Carmelo Rizzo; le suore della comunità intercongregazionale e gli operatori pastorali della parrocchia di “San Gerlando”; don Stefano Nastasi, parroco a Lampedusa durante gli accadimenti relativi alla Primavera Araba e per la visita apostolica di Papa Francesco dell’8 luglio 2013; gli uomini e le donne di Guardia Costiera e Guardia di Finanza, tasselli fondamentali della macchina dei salvataggi e dei soccorsi in mare; i volontari, gli uomini e le donne del Poliambulatorio; i rappresentanti e le voci delle organizzazioni umanitarie e delle associazioni presenti sull’isola pelagica. Cuore pulsante di un Mediterraneo, sempre meno “mare nostrum” e sempre più “mare mortuum”.

Elena De Pasquale

Ufficio Migrantes

Arcidiocesi di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela



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