Un viaggio tra storia e cinema, rivive la mitica Colomba Bianca

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Il fischio del treno tornerà a risuonare tra le montagne dell’Alto Molise, almeno sul grande schermo. Prende il via l’ambizioso progetto cinematografico che farà rivivere la leggendaria tratta ferroviaria Agnone-Pescolanciano, soprannominata “La Colomba Bianca”, attraverso un cortometraggio che ne racconterà la storia dalle origini fino alla sua dismissione avvenuta alla metà degli anni ‘30.
Il percorso di ricerca-azione mira a riscoprire e raccontare la tratta su rotaie inaugurata 110 anni fa. L’iniziativa affidata alla casa di produzione “Moscacieca”, è supervisionata scientificamente dal Dipartimento di Bioscienze e territorio dell’Università degli studi del Molise. Promotori del corto Tonino Di Ciocco e Andrea Cacciavillani non nuovi a simili imprese che hanno incassato l’ok del direttore della fotografia Gino Sgreva con una lunghissima esperienza nel campo cinematografico nazionale e internazionale.
La start-up 2024, intitolata “Pratiche di mobilità e processi di patrimonializzazione nelle aree interne appenniniche”, sotto la direzione della dottoressa Diana Ciliberti, si propone di restituire voce alle comunità locali, recuperando simboli del passato abbandonati nel cuore dell’Appennino. I vecchi tracciati ferroviari, insieme alle loro architetture e agli scenari naturali in cui si inseriscono, diventano testimoni di un’epoca in cui la mobilità rappresentava un motore di sviluppo economico e sociale.
Una rivoluzione per il territorio. Prima dell’avvento della ferrovia Agnone-Pescolanciano, raggiungere la stazione più vicina, Carovilli, significava affrontare un viaggio di quattro ore in carrozza. Per le merci, il trasporto poteva richiedere fino a due giorni durante l’inverno, quando le nevicate spesso paralizzavano completamente i collegamenti. Una situazione che penalizzava fortemente l’economia locale, in particolare quella degli artigiani e dei celebri ramai di Agnone, attivi nei mercati di tre regioni.
L’epopea della costruzione: un’impresa titanica. La storia della “Colomba Bianca” è un racconto di audacia e determinazione. Nel 1905, quando la Banca Popolare Cooperativa “La Sannitica” diede il via al progetto, molti lo consideravano un’utopia. La sfida era titanica: costruire una ferrovia che collegasse Agnone alla linea principale Isernia-Sulmona, superando ostacoli naturali e difficoltà tecniche considerevoli. Il costo dell’opera, 3,4 milioni di lire dell’epoca (circa 13,7 milioni di euro attuali), fu raccolto grazie a uno straordinario sforzo collettivo che coinvolse anche gli emigrati molisani all’estero. La costituzione di una Società Anonima per Azioni, con un capitale iniziale di 700mila lire, vide la partecipazione di figure illuminate come Filippo d’Onofrio, Venanzio Gamberale e Giovanni Piccoli, mentre la direzione tecnica fu affidata agli ingegneri Federico Sabelli e Domenico Mastrostefano.
La posa della prima pietra della stazione di Agnone, il 29 ottobre 1911, segnò l’inizio di una nuova era. Il 23 dicembre 1914, l’arrivo della prima vettura ferroviaria fu salutato come un evento epocale. Il 6 giugno 1915 partì l’esercizio della ferrovia, con due coppie di treni al giorno, in partenza da Agnone alle ore 5.40 e 10.45 e da Pescolanciano alle ore 8.50 e 15.45. La linea avrebbe servito 42 comuni, con una popolazione complessiva di quasi 90mila abitanti, trasformando radicalmente la vita economica e sociale dell’Alto Molise.
Dal set al recupero della memoria storica. La sceneggiatura, firmata da Tonino Di Ciocco e Andrea Cacciavillani, si propone di trasformare la rigorosa ricostruzione storica in un racconto cinematografico avvincente. «La storia della “Colomba Bianca” – Il treno della libertà” è anche la storia di sogni, sacrifici e speranze di un’intera comunità”, spiegano gli autori.
Il progetto, che gode del sostegno dell’Università del Molise, del Comune di Agnone e della BCC Abruzzi e Molise, oltre al patrocinio della Provincia di Isernia, Pro loco di Agnone e dei Comuni di Pietrabbondante e Pescolanciano, sta già catalizzando un notevole interesse popolare. Numerosi cittadini si sono proposti come comparse, desiderosi di contribuire a questa operazione di memoria collettiva.
Un laboratorio di ricerca e innovazione. Il cortometraggio si inserisce nel più ampio contesto del progetto MIND – Le Montagne dentro la Montagna, finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca e coordinato dalla professoressa Monica Meini. È anche in continuità con il laboratorio residenziale “Montagne di mezzo: sistemi territoriali e dinamiche co-evolutive” tenutosi nel luglio 2023, confermando come la riscoperta del patrimonio storico possa diventare un potente strumento di sviluppo territoriale.
La ricostruzione storica prevede una minuziosa attenzione ai dettagli, dai costumi alle location, per restituire fedelmente l’atmosfera dell’epoca. La produzione sta lavorando a stretto contatto con storici locali e esperti per garantire la massima accuratezza nella rappresentazione degli eventi e degli ambienti.
Verso nuovi orizzonti. Le riprese, che inizieranno la prima settimana di marzo, coinvolgeranno diversi luoghi storici lungo l’antico tracciato ferroviario, trasformando temporaneamente l’Alto Molise in un set a cielo aperto. Un’occasione unica per riscoprire un patrimonio dimenticato e per riflettere su come le sfide del passato possano illuminare il cammino verso il futuro delle aree interne.
Attraverso il linguaggio universale del cinema, questa storia di coraggio e innovazione potrà raggiungere un pubblico più ampio, contribuendo a mantenere viva la memoria di un’epoca in cui il Molise seppe essere protagonista del proprio sviluppo. «Questo non è solo un documentario – conclude la produzione –, ma un’operazione di memoria collettiva che vuole riportare alla luce un capitolo fondamentale della storia locale».



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