Va avanti il Tavolo moda regionale, si lavora su cinque macrotemi

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Cinque gruppi di lavoro sui cinque punti del memorandum proposto dalla Regione Toscana al tavolo moda regionale: formazione, ammortizzatori sociali, investimenti, finanza, grandi gruppi. Va avanti così l’opera delle parti sociali riunite al tavolo. “Alla Regione chiediamo soprattutto che la moda diventi una priorità in tutte le politiche regionali a favore delle imprese, utilizzando i fondi comunitari a disposizione, sul cui utilizzo, peraltro, siamo in ritardo”, afferma Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana. “Riteniamo che il settore della moda sia cruciale e strategico, da parte della Regione ci sarà un impegno preciso per rilanciare l’intero settore in Toscana”, ha ribadito Eugenio Giani, presidente della Regione.

Critiche arrivano da Chiara La Porta, deputata pratese di FdI: “Le istituzioni regionali – dice – hanno saputo solo sottolineare il valore di un memorandum di contrasto alla crisi in cinque punti, scritti in due pagine, già decantato allo scorso tavolo del 25 novembre, cambiato oggi durante il corso dei lavori, nonostante per la stesura siano stati impiegati ben due mesi, non mancando comunque di attaccare il governo”. Secondo quanto riferisce La Porta, “rispetto agli scorsi lavori è scomparso dal tavolo anche il tema del ricorso al Fondo Sociale Europeo, che il presidente Eugenio Giani si era impegnato ad utilizzare per destinarlo alla formazione”.

Le linee del documento discusso al tavolo

I cinque punti del memorandum presentato ieri al tavolo si aprono con la garanzia delle tutele sociali per le lavoratrici e i lavoratori. Si avanza la richiesta al Governo di estendere il trattamento degli ammortizzatori sociali a tutto il 2025, anche a causa delle difficoltà di anticipo da parte delle imprese ai propri lavoratori in attesa dei rimborsi dell’Inps. C’è la richiesta al Governo, anche tramite la Conferenza delle Regioni, di rimuovere gli ostacoli attuativi per la cassa in deroga. C’è la richiesta di ampliare ulteriormente l’elenco dei codici Ateco rispetto a quelli indicati dalle circolari Inps.

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Quindi, un piano formativo regionale per offrire occasioni di riqualificazione e aggiornamento delle competenze; e i bandi regionali a sostegno di investimenti settoriali in ricerca e sviluppo, innovazione, investimenti immateriali, per sostenere la competitività delle filiere in termini digitali, energetici, ambientali e di circolarità produttiva, aggregazioni di imprese, sostegno ai processi di internazionalizzazione o reshoring, incentivi finalizzati a promuovere investimenti in forma aggregata con particolare riferimento alle reti di imprese, secondo una logica complementare ed integrativa rispetto alle misure nazionali previste per la moda nel recente Ddl sulle Pmi.

Dal punto di vista del rapporto con le banche, si propone un piano di moratorie sul credito e sugli oneri fiscali a beneficio delle piccole medie imprese, prevedendo nella normativa nazionale la sospensione di versamenti contributivi ed erariali riferiti al 2025, da saldarsi nel 2026 senza sanzioni e interessi. Questo, secondo la Regione, tenendo conto che il tasso di default creditizio della moda nel primo semestre 2024 è arrivato al 3,3%, aumentando di 0,4% rispetto a dicembre 2023, al di sopra del 2,5% medio degli altri settori manifatturieri con punte del 4,4% per pelli, cuoio, calzature. Infine, la richiesta ai grandi marchi italiani ed esteri da cui dipendono le filiere produttive del mantenimento di volumi produttivi minimi lungo la catena di fornitura, a fronte di un impegno ad una riqualificazione della stessa in termini di trasparenza, legalità e tracciabilità complessiva.

Confindustria pensa al “meta-distretto” della pelletteria

Dal canto suo, Confindustria Toscana chiede innanzitutto di “azzerare i contatori” della Cig, e pensa a “progettualità di medio-lungo periodo – sostiene Bigazzi – che consentano alle nostre eccellenze produttive di traguardare questo periodo di difficoltà con innovazioni di prodotto, processo e mercato. Qui segnalo l’avvio di una riflessione del meta-distretto della pelletteria, portato avanti dalla Confindustria territoriale di Firenze, che punta ad una vera e propria re-ingegnerizzazione del sistema produttivo, accanto a un analogo progetto di riposizionamento produttivo sul fronte della accessoristica”.

Fra le altre azioni suggerite dagli industriali, politiche di sostegno alle aggregazioni tra le Pmi; azioni per rendere trasparente e tracciabile la filiera, scongiurando l’illegalità e lo sfruttamento del lavoro; campagne di comunicazione sulla filiera della moda in Toscana, per aumentare la consapevolezza dei consumatori; revisione della legge sul Made In Italy; utilizzo delle leggi nazionale e regionale sui distretti; maggiori controlli doganali in accesso ai mercati Ue. (lt)





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