ECONOMIA, banche. Intesa Sanpaolo, risultati di esercizio: redditività sostenibile e utile netto

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Torino, Milano, 4 febbraio 2025 – Questa mattina il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato i risultati d’esercizio e consolidati al 31 dicembre 2024.

PREVISIONE DI UTILE NETTO E RITORNO «CASH» PER GLI AZIONISTI

Essi evidenziano la capacità dell’istituto bancario di generare una solida redditività sostenibile, oltre a un utile netto pari a 8,7 miliardi di euro, a fronte di circa 0,9 miliardi di euro allocati a valere sull’utile ante imposte dell’anno con le azioni gestionali per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo, che contribuiscono a una previsione di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi. L’utile netto del 2024 è pari a circa 9 miliardi di euro, rettificandolo per le componenti non ricorrenti e per le predette azioni gestionali. Viene altresì indicato un significativo ritorno cash per gli azionisti. Allo specifico riguardo la proposta all’assemblea è quella della distribuzione di dividendi complessivi pari a 6,1 miliardi di euro (3 miliardi di acconto dividendi 2024 pagato lo scorso mese di novembre e proposta di 3,1 miliardi di euro di saldo saldo che verrebbe versata il prossimo maggio) con un buyback ammontante a 2 miliardi di euro da avviare il mese successivo (giugno 2025), autorizzato dalla Banca centrale europea (Bce).

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CREAZIONE DI VALORE E IMPEGNO ESG

Un consuntivo positivo dunque, poiché il solido andamento economico e patrimoniale dell’anno si è tradotto in una significativa creazione di valore a beneficio di tutti gli stake holder, quindi non esclusivamente a vantaggio degli azionisti. Un risultato – si sostiene – fondato anche sul forte impegno profuso dal Gruppo in termini ESG, in particolare in virtù dei 5,3 miliardi di imposte generate (che segnano un incremento pari a 0,7 miliardi rispetto al 2023), dell’espansione del programma “Cibo e riparo persone in difficoltà” (54,1 milioni di euro di interventi effettuati nel triennio 2022-24); inoltre, vanno menzionati l’azione di rafforzamento delle iniziative tese al contrasto delle disuguaglianze e di quelle avviate per favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (20,4 miliardi di credito sociale e rigenerazione urbana nel medesimo periodo considerato) e il contributo di 1,5 miliardi apportato al fine di fare fronte ai bisogni di natura sociale (di cui 0,7 miliardi erogati già nel biennio 2023-24).

CREDITO A FAMIGLIE E IMPRESE  E PUNTI DI FORZA

Per quanto concerne invece l’accelerazione della crescita dell’economia reale del Paese, nel 2024 a Intesa Sanpaolo vanno ascritti i 43 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine alle famiglie e alle imprese. Lo scorso anno sono state riportate in bonis 3.100 aziende, 144.000 sono invece complessivamente quelle dal 2014 (in dieci anni), preservando rispettivamente 15.500 e 720.000 posti di lavoro. Nel documento del consiglio di amministrazione dell’Istituto si sottolineano altresì i punti di forza che potranno garantire il successo delle operazioni nel prossimo futuro. In particolare, vengono evidenziate la redditività resiliente, la solida patrimonializzazione, lo status di banca a “zero NPL” (non performing loans o crediti deteriorati, n.d.r.), i significativi investimenti nelle tecnologie e la elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi, la leadership nell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory, con 900 miliardi di raccolta diretta e risparmio amministrato per conto della clientela ai fini dell’alimentazione del processo di crescita del risparmio gestito.

PATRIMONIALIZZAZIONE, COSTI OPERATIVI, CREDITI

Alla data del 31 dicembre 2024 è stata registrata una elevata patrimonializzazione, largamente superiore ai requisiti normativi: Common Equity Tier 1 ratio al 13, 9%, dedotti dal capitale 3 miliardi di euro di acconto dividendi pagato a novembre 2024 e 3,1 miliardi di saldo dividendi 2024 proposto, al 13,3% deducendo anche 2 miliardi di euro di buyback autorizzato dalla Bce. Questo al netto dei circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle Imposte differite attive (Dta), dei quali all’incirca 20 nel 2025. Riguardo al risultato corrente lordo, va rilevato che nel 2024 ha registrato una crescita pari al 13,9% rispetto al 2023 e del 12,5% del risultato della gestione operativa, con proventi netti riconducibili in crescita del 7,5% (interessi netti +6,9%, commissioni nette +9,4%, risultato dell’attività assicurativa +4,1%) e costi operativi incrementati dell’1,3 per cento. Infine la qualità del credito: l’incidenza dei crediti deteriorati su quelli complessivi è stata pari all’1,2% al netto delle rettifiche, al 2,3% se considerati invece al lordo di esse, rispettivamente all’1% e al 2% secondo la metodologia EBA; il costo del rischio è stato a 30 centesimi di punto, a 26 se vengono escluse le rettifiche di valore addizionali per favorire il de-risking.



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