Frosinone: la Capitale d’Italia dell’inquinamento

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A Frosinone si respira l’aria peggiore d’Italia e il capoluogo ciociaro si conferma la città più inquinata con 70 sforamenti (il doppio della soglia tollerata dalla legge) con la centralina dello Scalo, davanti a Milano (Marche) con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona (Borgo Milano) con 66 e Vicenza (San Felice) 64. Un dato che sorprende fino ad un certo, se si considera che le fonti principali di particolato atmosferico (tra gli agenti patogeni più dannosi per la salute che proliferano in maniera indiscriminata) gli impianti termici e il traffico sono fuori controllo. Le caldaie vengono monitorate col contagocce e la mobilità a Frosinone è un disastro a tutti i livelli, specialmente quella sostenibile con piste ciclabili realizzate, poi dismesse al primo accenno di protesta e poi riposizionate con soluzioni molto discutibili, un tpl insufficiente, un bike sharing da “Chi l’ha visto?” e un ascensore inclinato su cui l’amministrazione Mastrangeli, in due anni, è stata capace di fare soltanto annunci smentiti dalla realtà. Uno scenario che “costringe” i frusinati a utilizzare soltanto mezzi privati per spostarsi.

Situazione Nazionale

Non solo Frosinone ma molte città italiane, ben 25, stanno vedendo un peggioramento della qualità dell’aria. Il rapporto di Legambiente evidenzia che il 71% dei centri supera i nuovi limiti europei per PM10 entro il 2030, mentre per il biossido di azoto (NO2), il 45% dei capoluoghi non rispetta i valori di 20 µg/m³. Le situazioni più critiche sono a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione delle emissioni tra il 40% e il 50%.

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La posizione di Legambiente

«Sforamenti registrati in più centraline nella stessa città – osserva Legambiente – sono il segno di un problema diffuso e strutturale in molte aree urbane». Giorgio Zampetti direttore generale di Legambiente, ha dichiarato: «Dobbiamo accelerare drasticamente il passo. È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di regioni e governo». Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, sottolinea: «I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento, con troppe città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia».

«Abbiamo presentato il rapporto a Frosinone per denunciare per l’ennesima volta i gravi livelli di PM10 nella città – hanno dichiarato Stefano Ceccarelli presidente del circolo Legambiente Frosinone e Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – Le polveri sottili vengono da combustibili solidi per il riscaldamento domestico, attività industriali, agricoltura e, in particolare, dal trasporto su strada; in questo territorio poi si aggiunge il contesto orografico della Valle del Sacco e il suo effetto conca che aumenta la possibilità di stagnazione in atmosfera dei fattori inquinanti. Indossiamo maschere antigas perché qui non possiamo smettere di respirare, tantomeno possiamo spianare le montagne per far aumentare le correnti d’aria: ci rivolgiamo invece a tutte le istituzioni perché si acceleri la transizione ecologica con più rinnovabili e con l’elettrificazione dei trasporti e dei sistemi di riscaldamento. Si tratta di una riconversione che farà bene a tutti, a partire dai cittadini affetti da povertà energetica, e che a maggior ragione è urgente in una città come Frosinone cronicamente affetta dalla mal’aria. Inoltre, chiediamo coerenza nelle politiche per la mobilità urbana: non si può pensare di combattere lo smog agendo solo sulla fluidificazione del traffico, come alcuni sostengono, ma è necessario invece fare leva sul cambiamento delle abitudini ponendo un freno al predominio assoluto delle auto private, potenziando il trasporto pubblico e incentivando la mobilità dolce».

La città ciociara è per la seconda volta consecutiva e per la quarta volta negli ultimi 10 anni, in testa alla classifica dei giorni di superamento per i dati 2024; il 2025 intanto non è affatto iniziato bene, con già 19 giorni di smog alle stelle registrati da inizio anno; va ancor peggio nella vicina centralina della cittadina di Ceccano, dove i superamenti 2025 sono stati 22.

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Con gli standard dell’Oms, la situazione è ancora più critica: il 97% delle città monitorate supera i limiti per PM10 e il 95% per NO2. Legambiente precisa che, con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, dal 1 gennaio 2030, salirebbero a 70 le città “fuorilegge” rispetto alla nuova soglia di 20 µg/m³ per PM10. Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, ci sono Verona, Cremona, Padova, Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo.

L’urgenza di agire è chiara. Investire in mobilità sostenibile, migliorare il trasporto pubblico, ampliare spazi pedonali e ciclabili, e intervenire su riscaldamento domestico e agricoltura sono passi necessari per affrontare questa crisi ambientale e sanitaria.



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