«Ora tocca agli adulti, riportiamoli nelle aule»

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La rigenerazione sociale e culturale dei territori passa anche attraverso l’istruzione degli adulti. Ne parliamo con Ettore Acerra, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, che illustra il ruolo cruciale dei CPIA nel tessuto educativo e sociale, in particolare di Napoli.

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Direttore Acerra, ci spiega innanzitutto cosa sono i CPIA?

«I Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, una realtà educativa complessa e articolata, ben diversa da quella delle tradizionali scuole serali. Oggi parliamo di percorsi di istruzione di primo e secondo livello, pensati per rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione: mirano all’alfabetizzazione e al conseguimento del diploma di scuola secondaria di primo grado, mentre quelli di secondo livello – l’evoluzione degli ex corsi serali – portano al diploma di scuola superiore».

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Qual è la diffusione di questi percorsi nella Regione Campania?

«In Campania contiamo otto CPIA: due nella città di Napoli, due nella sua provincia, e uno per ciascuna delle altre province, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Questi centri servono una popolazione studentesca significativa: circa 12.500 iscritti ai percorsi di primo livello e di alfabetizzazione, e circa 9.500 studenti nei percorsi di secondo livello. Una rete capillare che si articola in oltre 60 punti di erogazione del servizio, rendendo l’istruzione accessibile anche nelle aree più periferiche. Per i percorsi di secondo livello si offrono 138 indirizzi differenti che vanno da Amministrazione Finanza e Marketing ad Ambiente e Territorio (geometra), da Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera a Industria e Artigianato per la Ceramica e la Porcellana Made in Italy, e ancora Elettronica e Elettrotecnica, Informatica e Telecomunicazioni, Meccanica e Meccatronica. C’è davvero di tutto».

In quali zone di Napoli sono presenti le scuole secondarie di secondo grado del territorio nelle quali sono incardinati i percorsi di secondo livello per il conseguimento del diploma?

«In ogni Municipalità. Vomero, Chiaia, Secondigliano, Scampia, Miano, Ponticelli… Cito giusto qualche istituto: Serra, Bernini-De Sanctis, Della Porta-Porzio, Caruso. Caselli, Galiani, Giustino Fortunato, Romanò, Melissa Bassi, Ferraria, Righi, Ferraioli, Margherita di Savoia, Archimede, Fermi-Gadda, Sannino-DeCillis, Marie Curie, e tanti altri. Ciascun istituto, inoltre, ha più indirizzi, quindi la possibilità di trovare quello più adatto, è molto alta».

Chi sono gli studenti che frequentano i CPIA? Si tratta più di giovani o di adulti?

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«Nei percorsi di primo livello troviamo soprattutto adulti stranieri, motivati dal desiderio di apprendere l’italiano come seconda lingua (L2) e di ottenere la licenza media. Nei percorsi di secondo livello, invece, la platea è più varia: ci sono giovani che hanno interrotto gli studi ma anche adulti che, spinti da motivazioni personali o familiari – come l’incoraggiamento dei propri figli – decidono di conseguire il diploma. Questi percorsi richiedono un notevole impegno: frequentare lezioni serali dopo una giornata di lavoro rappresenta una sfida significativa».

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Qual è il valore aggiunto che i CPIA offrono ai territori?

«I CPIA non sono solo luoghi di apprendimento, ma veri e propri presìdi di coesione sociale. In territori segnati da disuguaglianze e difficoltà, l’istruzione degli adulti diventa uno strumento di rigenerazione culturale e civile. Attraverso l’offerta formativa, i CPIA favoriscono l’inclusione sociale, promuovono la cittadinanza attiva e contribuiscono a ridurre la dispersione scolastica. La rete RETAP (Rete per l’Apprendimento Permanente), di cui i CPIA fanno parte, rafforza ulteriormente questa missione, facilitando la condivisione di buone pratiche e l’innovazione didattica».

Ci sono specificità normative che favoriscono l’accesso all’istruzione per gli adulti in Campania?

«Sì, la Campania ha stipulato un protocollo con la Regione che consente anche ai ragazzi di 15 anni di accedere ai percorsi di istruzione per adulti, anticipando di un anno rispetto alla norma nazionale che prevede il limite minimo di 16 anni. Questo accordo risponde all’esigenza di offrire una seconda opportunità educativa a quei giovani che, per vari motivi, hanno abbandonato precocemente il percorso scolastico tradizionale».

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Oltre ai CPIA, gli adulti possono seguire i percorsi di formazione professionale offerti dalla Regione?

«I CPIA e i corsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) della Regione rispondono a bisogni educativi differenti. Mentre i CPIA puntano sul rafforzamento delle competenze di base e sull’istruzione formale, dalla licenza media al diploma di scuola superiore, i corsi IeFP si concentrano su percorsi professionalizzanti. Tuttavia, c’è una forte complementarietà tra queste due realtà: spesso, il diploma conseguito nei CPIA diventa la base per accedere a corsi di formazione professionale più avanzati, offrendo ancora più opportunità lavorative. Vorrei sottolineare che troppo spesso i CPIA sono percepiti come un’opzione di ripiego, mentre rappresentano una straordinaria opportunità per chiunque voglia crescere, rimettersi in gioco o semplicemente acquisire nuove competenze. L’istruzione degli adulti non è solo un diritto, ma anche una leva fondamentale per lo sviluppo dei territori e per il futuro della nostra società».





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