«Perché siamo un popolo indegno e un paese fallito»

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Quello che rende noi italiani un popolo indegno e l’Italia una nazione fallita è il livello di spudoratezza, di opportunismo, di menzogna sfacciata al quale siamo disposti per raggiungere i nostri (spesso meschini e disonesti) obiettivi.

E quello che rende tutto catastrofico è che non c’è alcun senso dello Stato e delle Istituzioni, sicché anche la quasi tutta intera classe dirigente del Paese – senza distinzioni – ha la stessa spudoratezza del magliaro di una fiera di paese.

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In queste ore stiamo assistendo all’ennesima terrificante messa in scena finalizzata – come ormai da decenni – a rendere del tutto “legibus soluti“, del tutto al di sopra delle leggi, del tutto intoccabili tutti i “colletti bianchi” del Paese.

Per rendere definitivamente incivile un Paese nel quale ogni pomeriggio sulla Rai, decine di poveracci forse colpevoli e forse no di qualche reato “comune” vengono sbattuti in prima pagina come dei mostri, chiamati senza alcun rispetto per nome di battesimo, sputtanati in ogni angolo della loro vita privata, mentre a chiunque derubi una banca essendone l’amministratore, si faccia corrompere per vile denaro, piazzi figli, amici e amanti ovunque, faccia crollare ponti e tanto altro si assicura omertà e si proclama innocenza a prescindere.

La Presidente del Consiglio ha diffuso il video che si può vedere a questo link https://www.facebook.com/giorgiameloni.paginaufficiale/videos/599878082750757 nel quale sostiene di avere ricevuto un “Avviso di garanzia” e, con la faccia truce e il piglio minaccioso, lascia intendere che questa notifica sarebbe un atto abusivo, ispirato da motivi politici, insultando il Procuratore della Repubblica che glielo ha doverosamente inviato.

Sulla base di questo video, una canea sguaiata di persone pubblica infiniti insulti alla magistratura e minaccia la forca per chi si permette di non obbedire al Governo.

La cosa che mi ha fatto più impressione è che in questa canea ci sono moltissimi Avvocati, tanti dei quali affermano che questa sarebbe la prova definitiva che è necessaria la separazione delle carriere. E davvero è IMPOSSIBILE capire come la separazione delle carriere avrebbe potuto o potrebbe cambiare le cose nella vicenda qui in discussione.

  1. che quello che si ascrive a Meloni & Soci sarebbe un “atto politico” e che gli atti politici non sarebbero soggetti alla legge
  2. che il Procuratore Lo Voi non avrebbe dovuto spedire la lettera alla Meloni, decidendo che la notizia di reato era infondata e cestinandola.

Sennonché E’ FALSO (e si deve per forza credere che una che fa la Presidente del Consiglio lo sappia) che l’atto spedito alla Meloni sia un “Avviso di garanzia“, come ha falsamente sostenuto lei.

Quella lettera NON E’ un “avviso di garanzia“, ma una “comunicazione” ed è IMPOSTA al Procuratore della Repubblica dall’art. 6 della LEGGE COSTITUZIONALE 16 gennaio 1989, n. 1, che dispone TESTUALMENTE:

“Il procuratore della Repubblica, OMESSA OGNI INDAGINE, entro il termine di quindici giorni, trasmette con le sue richieste gli atti relativi al collegio di cui al successivo articolo 7, dandone IMMEDIATA comunicazione ai soggetti interessati perché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati”.

Metto qui la fotografia della lettera sbandierata in televisione dalla Presidente del Consiglio, che, addirittura, contiene anche i “distinti ossequi” e che non è altro che la “immediata comunicazione” imposta dalla legge che ho copiato qui sopra!!!

Dunque, E’ FALSO (e si deve per forza credere che Caiazza lo sappia) che il Procuratore Lo Voi potesse fare una qualsiasi valutazione di fondatezza o no della denuncia.

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Il potere/dovere di delibare la fondatezza dell’accusa, infatti, lo ha solo il Tribunale “speciale” dei Ministri (voluto, peraltro, dai politici per fare trattare i Ministri in modo diverso dai comuni cittadini), secondo le regole dell’art. 7 della stessa legge costituzionale.

Quanto, infine, alla apparente fondatezza della denuncia fatta nei confronti della Meloni e dei suoi Ministri, l’art. 378 c.p. dispone testualmente che

“Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, COMPRESE QUELLE SVOLTE DA ORGANI DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni.

Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando la persona aiutata non è imputabile o risulta che non ha commesso il “delitto” (ovverossia, anche se il ricercato è innocente, non lo si può comunque aiutare a sottrarsi alle investigazioni e alle ricerche della autorità).

Sicché, diversamente da quello che sostiene la canea urlante, l’ipotesi di un favoreggiamento è molto verosimile, così come quella del peculato relativo all’uso di un aereo di Stato in favore di un estraneo latitante.

Ancora, la tesi spudoratamente sostenuta da Caiazza e da tutti i suoi urlanti seguaci, secondo la quale gli atti politici non sarebbero soggetti alla legge e alle indagini delle Procure è la quintessenza di ogni regime e la morte della democrazia.

La democrazia è un metodo di esercizio del potere, che si caratterizza per il fatto che TUTTI, e quindi anche i politici con i loro atti, sono soggetti alla legge.

Infine – e davvero mi lascia stupefatto che l’Avvocatura non insorga in ogni modo possibile – il fatto che una Presidente del Consiglio consideri motivo di indegnità per un Avvocato (l’avv. Li Gotti, che ha presentato la denuncia) l’avere difeso degli imputati accusati di gravi reati è un fatto di gravità inaudita. Ad onta del tanto sbandierato “garantismo” (che in realtà è solo fame di impunità per i potenti), non si comprende che il diritto di difesa per QUALUNQUE imputato è uno dei principali capisaldi della civiltà democratica.

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Siamo un popolo indegno, di cialtroni che ciclicamente si rovinano consegnandosi al ducetto di turno, che gli promette di “spezzare le reni alla Grecia” o di vedere le partite di calcio gratis o di non pagare le tasse o di avere la “giustizia giusta” o di annientare la Russia in due settimane al costo di un climatizzatore o di pagare la benzina senza le accise o qualunque altra follia simile, salvo scoprire che queste promesse portavano solo miseria e infelicità.

In ogni caso siamo in una notte profondissima della Repubblica e questo buio profondo e disonesto non potrà essere privo di conseguenze moltissimo dolorose. E’ la storia che lo dimostra. Ma siamo profondamente ignoranti e presuntuosi e non impariamo alcuna lezione.



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