A sorpresa non regge l’asse Cdu-Afd, bocciata la legge anti-migranti,

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La proposta di legge sulla stretta ai migranti è stata respinta a sorpresa dal Bundestag oggi a Berlino.

Keystone

Ha infiammato la Repubblica federale per una settimana, ma il rogo per ora è spento. Friedrich Merz ha pagato l’azzardo dell’apertura all’ultradestra in Parlamento con un solenne schiaffone, a tre settimane dalle elezioni in Germania.

La proposta di legge sulla stretta ai migranti, voluta dal leader e candidato cancelliere della Cdu, è stata infatti respinta a sorpresa dal Bundestag venerdì in serata a Berlino. Evitando così un risultato temuto alla fine un po’ da tutti, probabilmente anche dal promotore di un’iniziativa politica quanto meno discutibile.

Perché nella lettura di molti l’approvazione di un testo giuridicamente vincolante grazie ai voti dell’ultradestra di Alice Weidel sarebbe stato «un danno ulteriore», dopo la prima mozione passata mercoledì, fra le grida di giubilo di Alternative für Deutschland (Afd). Bollata dal cancelliere Olaf Scholz come la storica caduta di un «tabù».

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338 voti a favore, 349 contrari

Una seduta parlamentare accesissima, in aula e fuori – tre ore di interruzione dei lavori sono servite ai partiti a negoziare anche dietro le quinte -, ha avuto un esito per nulla prevedibile: 338 voti a favore, 349 contrari (secondo il riconteggio del Bundestag fatto in serata) e 5 astensioni hanno rispedito nel cassetto le norme che avrebbero imposto un indurimento del regime migratorio.

Le nuove norme prevedevano ad esempio il blocco dei ricongiungimenti familiari per quanti abbiano ottenuto il diritto alla protezione, ma non all’asilo, e l’ampliamento delle competenze della polizia federale.

Una stretta voluta sull’onda dell’indignazione per l’ennesimo attacco col coltello, per mano di un afghano, che nel parco di Aschaffenburg, in Baviera, ha ucciso un bambino di due anni e un uomo intervenuto per salvare i piccoli di un gruppo di un asilo nido.

Chi ha fatto la differenza?

Di chi è la colpa, o il merito (a seconda della prospettiva) di aver fermato l’approvazione spinta dai conservatori, e appoggiata da liberali, Bsw e Afd?

Oltre ai no fermissimi di Spd e Verdi, al momento del voto erano assenti dodici parlamentari dell’Unione Cdu-Csu e ben 16 liberali (due di loro hanno votato contro, 5 si sono astenuti).

E questo non può far escludere del tutto che la fronda sia stata pilotata di fronte alla bufera scatenata dal primo caso di collaborazione con Alterativa, due giorni fa, al Bundestag.

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Assai meno contenta di allora, Alice Weidel, subito dopo, ha sentenziato: «Una vera svolta sull’immigrazione è possibile solo con Afd. Quella che abbiamo visto oggi è l’implosione di un partito conservatore. Friedrich Merz era scattato come una tigre ed è atterrato come uno scendiletto», l’aggiunta velenosa.

Anche i socialdemocratici continuano a tentare di approfittare il più possibile dell’errore del candidato favorito nei sondaggi: «Merz oggi ha fallito due volte: nella sua ricerca di una strada verso Afd e nella ricerca di una maggioranza. I cittadini devono decidere se vogliono un cancelliere del genere in tempi così difficili», il commento del capogruppo Rolf Muetzenich.

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Parlando al Bundestag, era stato ancora più duro: «Il peccato ormai resta, ma possiamo ancora chiudere insieme le porte dell’inferno».

L’Unione di Merz tiene

Dal canto suo, Merz è apparso sereno davanti alla stampa: «Mi sento rafforzato – ha spiegato alla luce della compattezza dei conservatori – mi dispiace che non sia riuscita la svolta sull’asilo, ma questo risultato fa comunque chiarezza su dove siamo noi e dove sono i socialdemocratici e i Verdi», ha continuato.

«È stata una settimana molto vivace, ma il parlamentarismo tedesco ne esce vincente».

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Con appena una dozzina di assenti (su 196 deputati) l’Unione di Merz ha effettivamente tenuto: un dato importante dopo le critiche arrivate venerdì da Angela Merkel, che ha pubblicamente detto quanto fosse «sbagliato» aprire a una collaborazione con l’ultradestra.

Ma l’ex Cancelliera, a quanto pare, viene ascoltata sempre di più proprio fra gli avversari: come dimostra il fatto che la sua biografia fosse in bella mostra, in Parlamento, fra i banchi di Olaf Scholz e Robert Habeck.





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