E’ la prima università a inserire il principio, che è già prassi anche negli altri atenei, nel proprio statuto. Il ruolo degli studenti e delle proteste
Adesso è proprio scritto nero su bianco, alla fine dell’articolo 4 dello statuto: l’università di Pisa «non sostiene e non partecipa ad alcuna attività finalizzata alla produzione, allo sviluppo e al perfezionamento di armi e sistemi d’arma da guerra». E’ quello che in gergo si chiama il «dual use», cioè la possibilità che una scoperta o un prodotto sviluppato grazie alla ricerca universitaria venga usato per scopi bellici e non soltanto civili. La richiesta di specificare meglio nei documenti ufficiali, quella che è già una prassi della ricerca universitaria italiana, era sorta durante le proteste pro Palestina dello scorso anno e aveva portato anche ad alcune occupazioni e azioni violente in alcuni atenei. Proprio Pisa, nei primi giorni di protesta, il corteo degli studenti era stato caricato dalla polizia. E ora Pisa è la prima università in Italia ad adottare ufficialmente e apertamente il principio dello stop alla ricerca bellica nelle proprie fonti normative, anche se altri atenei stanno valutando cambiamenti simili nei loro statuti. La decisione è il frutto di un percorso avviato dal senato accademico e dal consiglio di amministrazione, che hanno istituito una commissione istruttoria, inclusiva della componente studentesca, per inserire nelle fonti normative dell’ateneo la scelta politica adottata, ossia di non partecipare in alcun modo a ricerche o progetti rivolti allo sviluppo o al perfezionamento di sistemi di arma.
Sostenibilità, pace e responsabilità sociale
La modifica dell’articolo 4 fa parte di un più ampio rimaneggiamento dello statuto dell’ateneo, approvato dal Senato accademico il 30 gennaio e riguarda i primi articoli e conferma l’impegno per la concreta attuazione dei principi della pace, della sostenibilità e della responsabilità sociale.
«In questi tempi drammatici in cui la vita e la dignità umana hanno subito pesanti attacchi, è indispensabile che l’Università dia un segnale esplicito della sua scelta di campo a favore della pace e si dissoci da ogni attività volta allo sviluppo di armamenti – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi – Abbiamo deciso di intervenire ai massimi livelli, andando a integrare nel principale atto normativo dell’Ateneo questi principi fondamentali».
Tutte le modifiche
Le modifiche riguardano gli articoli relativi a «Natura e fini» dell’Ateneo, ai «Valori fondamentali», alle «Attività istituzionali» e alle «Attività di ricerca», che risultano così cambiati: l’Università di Pisa «promuove una cultura di pace, il rispetto dei diritti umani e l’impegno per lo sviluppo sostenibile» (art. 1); «riconosce la pace quale principio fondamentale e si impegna a promuoverne l’applicazione nell’ambito di tutte le proprie attività istituzionali» e «imposta le proprie attività su un criterio di responsabilità verso l’impatto che queste possono avere su società e ambiente, nel rispetto dei valori e dei principi sopra enunciati» (art. 2); «condivide i principi della ricerca e innovazione responsabile» (art. 3). Infine, le modifiche all’articolo 4 sulle attività di ricerca: viene specificato che l’Ateneo valuta la qualità delle ricerche ispirandosi ai principi della ricerca e innovazione responsabile ed è inserito il comma 8: «Non sostiene e non partecipa ad alcuna attività finalizzata alla produzione, allo sviluppo e al perfezionamento di armi e sistemi d’arma da guerra».
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