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“L’Esercito o è tecnologico o non è. Non possiamo farci trovare impreparati”: Masiello spinge in Commissione Difesa per 140mila soldati nell’era dei conflitti ibridi

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UN NUOVO PARADIGMA DI DIFESA

“La complessità dell’attuale scenario internazionale impone di riflettere sulle nuove esigenze di Difesa e Sicurezza del Paese e di investire in prontezza, efficienza e capacità di deterrenza delle nostre Forze Armate,” ha esordito il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Carmine Masiello davanti alla Commissione Difesa della Camera. L’analisi parte da un quadro geopolitico complesso, dove “l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, il conflitto in Medioriente, la recente crisi in Siria, l’instabilità dei vicini Balcani e del continente africano, sono avvenimenti che influenzano – direttamente e non – gli interessi dell’Italia e la sicurezza dei cittadini.”

LA TRIPLICE NATURA DEL CONFLITTO MODERNO

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“In Ucraina si combattono al contempo tre conflitti: uno tradizionale di carri armati, artiglieria e trincee; uno innovativo e tecnologico di droni, missili ipersonici e attacchi cibernetici; infine, una guerra ibrida e di disinformazione, orientata a indebolire le opinioni pubbliche e a minare il morale dei combattenti.” Questa analisi evidenzia la necessità di “riappropriarsi rapidamente della capacità di condurre operazioni ad alta intensità.”

RIVOLUZIONE TECNOLOGICA E CULTURALE

L’Esercito o è tecnologico o non è,” ha affermato categoricamente Masiello. “Non è possibile pensare che l’acquisizione, la certificazione e l’introduzione in servizio di un sistema d’arma richiedano procedimenti pluriennali, quando le innovazioni tecnologiche avvengono ormai nell’arco di pochi mesi.” Il Generale ha enfatizzato che “serve una decisa svolta nella direzione di un procurement militare che trovi nelle deroghe previste dal Codice degli Appalti (i cosiddetti ‘contratti esclusi’ e ‘contratti estranei’) la procedura principale per l’affidamento.”

APPROCCIO SISTEMA-PAESE E INNOVAZIONE

“Non possiamo fare a meno di adottare un approccio Sistema-Paese, basato sulla collaborazione e cooperazione delle Istituzioni, dell’industria, delle università e del mondo scientifico e della ricerca. Un approccio che sia però pragmatico e che dia risultati immediati. Non possiamo oggi pensare a logiche autoreferenziali,” ha sottolineato Masiello.

LA QUESTIONE DEGLI ORGANICI

“Con l’approvazione della legge 119 del 22 e del decreto legislativo 185 del 23 è stato invertito il trend di riduzione delle dotazioni organiche della difesa prevedendo un incremento di 3700 unità per l’esercito e fissando i volumi complessivi della forza armata a 93.100 unità da conseguire entro il 2033.” Tuttavia, questi numeri risultano “inadeguati alle esigenze di carattere operativo.” La stima indica la necessità di “un incremento delle dotazioni organiche fra le 40-45mila unità rispetto alle previsioni normative vigenti definendo un modello in chiave NATO oscillante fra le 133mila-138mila unità.”

IMPEGNI OPERATIVI E GESTIONE DEL PERSONALE

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“L’esercito impiega attualmente oltre 4200 soldati con un trend in crescita e nei limiti della forza massima autorizzata di 5323 unità. Siamo impiegati in 22 operazioni e missioni, sulle 38 della Difesa.” Sul territorio nazionale, l’operazione Strade Sicure impegna 6.635 soldati. “Nel 2025 l’esercito impiegherà circa 23mila soldati ogni giorno su una componente operativa proiettabile complessiva di 56mila.”

CRITICITÀ DEL CICLO OPERATIVO

“Si tratta di uno sforzo enorme nella considerazione che il ciclo ideale di impiego del personale prevederebbe una fase di preparazione, una di esecuzione e una di recupero al fine di assicurare adeguati livelli di prontezza.” La soluzione proposta prevede “una revisione in senso riduttivo dell’operazione Strade sicure e adottando provvedimenti normativi finalizzati a monetizzare i periodi di recupero del personale.”

IL RUOLO DELLE NUOVE GENERAZIONI

“Le idee non hanno gradi,” ha rimarcato Masiello. “Tale obiettivo richiede un investimento concreto sulle nuove generazioni, che sono il futuro dell’Istituzione, e sulla loro formazione. I giovani sono capaci di intercettare le evoluzioni rapidissime della nostra società e possono essere il motore del cambiamento per far crescere l’Esercito.”

FORZE DI RISERVA E PROSPETTIVE FUTURE

“Occorre ristrutturare con estrema urgenza il comparto delle forze di completamento evolvendo verso la costituzione di un bacino di forze di riserva prontamente impiegabili,” ha evidenziato Masiello. “Necessitiamo ora di risorse, spazi e opportunità addestrative per ricostituire le nostre fondamentali capacità di combattimento, per poter operare efficacemente anche in conflitti ad alta intensità qualora il Paese lo richieda, per l’affermazione dei valori di pace e libertà, ed essere preparati a difendere la patria e i cittadini italiani sperando che non serva mai. L’Esercito ha il dovere – come ha sempre fatto – di prepararsi a qualunque evenienza, nel quadro delle direttive del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, proprio per poter far fronte agli scenari peggiori, evitando di farsi trovare impreparato”

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