Malga Fraselle di Sopra: soldi pubblici, gestione privata

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Malga Fraselle di Sopra si trova a 1630 metri di altitudine, nella parte alta della Val Fraselle, poco distante dal Passo Ristele e dal Monte Gramolon. La proprietà è di Veneto Agricoltura, rientra nei confini del Comune di Crespadoro (VI) ed è situata all’interno del Parco Naturale Regionale della Lessinia.

La ristrutturazione

È possibile raggiungere la malga attraverso vari sentieri provenienti sia dal Vicentino che dal Veronese, oppure tramite una strada forestale che sale dalla frazione cimbra di Giazza, in provincia di Verona, e termina a Malga Fraselle di Sotto a 1466 metri di altitudine. Nel 2023, la struttura è stata sottoposta a significativi lavori di ristrutturazione che hanno incluso la realizzazione di una cucina, una sala da pranzo, un bagno interno ed uno esterno, e un sistema per lo smaltimento dei liquami e delle acque reflue.

Inoltre, sono state installate vasche per la raccolta delle acque piovane, destinate al funzionamento dei servizi igienici, e pannelli fotovoltaici sul tetto che rendono la struttura autonoma anche dal punto di vista elettrico. All’interno, è stato risistemato un soppalco, suggerendo che siano stati ricavati alcuni posti letto. Il costo totale dell’intervento è stato di 250 mila euro. Soldi pubblici, ovviamente. Più che una malga, un piccolo rifugio.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il 30 agosto 2023, al termine dei lavori di ristrutturazione, “Il Giornale di Vicenza” riportava una dichiarazione di Elisa Maria Ferrari, sindaca di Crespadoro, secondo cui “l’utilizzo oggi è quello di bivacco per escursionisti, nonché di ricettività turistico-ricreativa con finalità didattica e ambientale.”

Una frase che può risultare ambigua, lasciando aperte tutte le possibilità, specialmente quelle negative. Affidare la gestione della malga a privati potrebbe far pendere la bilancia verso esiti sfavorevoli. Infatti, subito dopo l’assegnazione della gestione di Malga Fraselle di Sopra, si sono diffuse voci insistenti riguardanti la costruzione di una strada per collegare Malga Fraselle di Sotto a quella di Sopra. Tuttavia, nel Parco non è consentita la costruzione di nuove strade; sono permessi solo “raccordi stradali” tra strade già esistenti.

Se ciò è vero, chi ha concepito l’idea di questo nuovo manufatto, quali strade devono essere collegate e con quali obiettivi? Il Parco era probabilmente informato di questa volontà, forse in modo informale. Questo si deduce dal fatto che, ai margini della riunione della Comunità del Parco del 23 dicembre 2024, a una domanda precisa, il Presidente del Parco ha risposto che “non c’era ancora alcun progetto di strada, ma che Veneto Agricoltura aveva effettuato dei sopralluoghi. Le ipotesi allo studio sarebbero due, anche se non specificate”. Sempre secondo il Parco, “Veneto Agricoltura intende presentare un progetto definitivo da sottoporre alla commissione tecnica del Parco entro febbraio”.

Qualche domanda

Alcuni giorni fa, siamo saliti a Malga Fraselle di Sopra per valutare la situazione. Alcuni picchetti piantati nel prato, salendo da Malga Fraselle di Sotto, suggerivano un progetto, ormai abbandonato, di creare un percorso lungo il vajo che collega le due malghe. A nostro parere, il tracciato è troppo ripido e soggetto a frane o valanghe. L’unica soluzione possibile sarebbe passare dietro Malga Fraselle di Sotto, costeggiare lo Stallone, e da lì salire al Passo della Scagina per raggiungere in piano la testata della valle.

La malga si trova in una Riserva Naturale Orientata ed è parte del sito “Rete Natura 2000, Piccole Dolomiti Pasubio IT 3210040“. La zona è habitat per i galli forcelli ed è frequentata dall’aquila, che nidifica poco sotto. Inoltre, l’area è interessata da una campagna di scavi archeologici, in collaborazione tra Parco, Veneto Agricoltura e Università di Verona, che ha portato alla luce reperti interessanti. È questo il luogo dove si vorrebbe costruire una nuova strada e una struttura che inevitabilmente si scontrerebbe con le pretese di essere una “struttura turistico-ricreativa con finalità didattica e ambientale”? Non si sarebbe potuto gestire diversamente, invece di procedere con un bando di assegnazione? Inoltre, quali sono i progetti di Veneto Agricoltura per la montagna veronese?

Ci sarebbero molte altre domande, ma ci limitiamo a una ulteriore riflessione: negli ultimi anni si è pensato sempre più a sfruttare la montagna a fini turistici. Ecco quindi l’idea della ciclovia che attraversa tutta la Lessinia, e l’idea dell’ippovia per collegare la Valle del Chiampo all’altopiano lessinico. È tutto un proliferare di progetti che non tengono conto della montagna e dei suoi abitanti, ma solo del profitto.

Anche questa nuova avventura, qualora avrà successo, mirerà agli stessi obiettivi. Speriamo di essere smentiti.

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